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Tempo Yoga Percorsi di yoga e meditazione online e in presenza a Bologna e Casalecchio. Incontri di gruppo pers

ILLUSIONE E INFONDATEZZAL'essere umano, rispetto agli altri viventi, ha come peculiarità l'autocoscienza, ovvero la cons...
04/12/2025

ILLUSIONE E INFONDATEZZA

L'essere umano, rispetto agli altri viventi, ha come peculiarità l'autocoscienza, ovvero la consapevolezza del proprio Io, l'attività riflessiva del pensiero con cui è consapevole di sé, del proprio esistere e degli scenari della sua esistenza.
L'immaginazione è collegata all'autocoscienza con la quale egli è capace di slanciarsi attraverso il pensiero, abitando scenari più o meno realistici e possibili.

Nell'autocoscienza risiede anche la consapevolezza della morte, la coscienza della limitatezza della nostra condizione, della fragilità e transitorietà del vivere.
L'umano quindi da una parte è immerso nei progetti e nelle relazioni, tutto preso a costruire la sua vita e a perseguire obiettivi, dall'altro intimamente sa che questi sono passaggi transitori, che tutto ha un tempo e un termine.

Nella consapevolezza della morte e della transitorietà della vita, si gioca gran parte del nostro rapporto con l'esistenza.
Ciò che suscita in noi questa consapevolezza, le emozioni e le convinzioni che abbiamo a riguardo e il modo in cui stiamo in questa relazione, direziona l’esito delle nostre scelte e delle nostre posizioni nel mondo.

Pur sapendo che la nostra vita è solo un passaggio, accade però di ritrovarci a vivere come se ogni cosa fosse eterna, negando l’impermanenza delle cose, vivendo i cambiamenti come minacciosi, resistendo con tutte le nostre forze a ciò che inevitabilmente si trasforma, sia in noi stessi che negli altri, e nei contesti che abitiamo.

Nonostante sappiamo che non abbiamo alcuna speranza di intervenire su tutto questo, ci aggrappiamo a ciò che conosciamo e in cui abbiamo investito, anche quando non risponde più ai nostri bisogni, anche quando tutto ci dice che è ora di lasciar andare, illudendoci di avere qualche tipo di controllo, anche se tutto nel profondo di noi sa che non è così...

Perché facciamo tutto questo, sapendo che è illusorio?
Perché il più delle volte scegliamo di fondare le nostre viste e le nostre scelte, sulla rimozione della morte, del limite, dell’impermanenza, aggrappandoci a ciò che prima o poi sappiamo che ci verrà tolto e soffrendo incredibilmente per questo…?

Perché il più delle volte, non siamo capaci di abitare il “qui”, il momento presente.

Nel “qui” l’immaginazione non trova il solito spazio di azione, nel “qui” c’è solo il mio rapporto immediato con l’esistenza.
Eppure il “qui” ci terrorizza, ci getta in un campo di sconosciutezza in cui la mente transitiva, quella che si slancia nel tempo, nelle proiezioni future, nelle narrazioni, nei sogni e nelle immaginazioni, viene riconosciuta come un elemento dell’esistenza.

Nel “qui” affidandoci esclusivamente al respiro, al corpo e alla consapevolezza dei fenomeni, entriamo in contatto con una dimensione altra, in cui la mente e i suoi stessi processi, vengono visti essere e dunque riconosciuti come elementi dell’esistenza (imperituri e infondati).

In questo abisso in cui il pensiero, il ragionamento, l’immaginazione, il sogno, appaiono come fenomeni esistenti, sullo stesso piano di un rumore proveniente dalla strada o di una sensazione corporea, intuiamo l'infondatezza e l'assenza di potere e di controllo dell'umano, sul reale.
Così intimamente ci chiediamo: su cosa appoggiarci e su cosa fondare il nostro senso, se anche le nostre opinioni, emozioni, sensazioni sono elementi transitori, impermanenti, mutevoli? se lo sono i nostri progetti e i nostri traguardi, se lo è la nostra stessa vita...?

E qui che è occorre fare un passaggio interiore… la mente si zittisce e affiora una sapienza, una comprensione liberante... oppure la mente continua il suo proliferare e cadiamo nel terrore e nel panico...
In questo rapporto con l'impotenza e l'infondatezza... si giocano le nostre vite...
Ci vediamo questo sabato 6 dicembre con l'appuntamento di MEDITAZIONE e in dicembre praticheremo anche sabato 13 e sabato 20. INFO: 3481202025 Patrizia

Foto di Muneeb Babar: Pexels

FENOMENOLOGIA INTERIOREQuando meditiamo o facciamo Yoga veniamo guidati in modi precisi verso l'ascolto più intimo di no...
30/11/2025

FENOMENOLOGIA INTERIORE

Quando meditiamo o facciamo Yoga veniamo guidati in modi precisi verso l'ascolto più intimo di noi stessi, cominciamo ad esplorare dei luoghi di noi legati all'interiorità molto profondi e stratificati, che iniziano a "parlarci" ovvero a manifestare il loro linguaggio attraverso il sentire.

Ci vogliono moltissimi anni e tanta predisposizione per"risvegliare" la sensibilità, affinare la percezione dei sensi e del corpo, imparare l'arte della concentrazione e mettersi in dialogo con il mondo interiore, restando "fedeli" al mondo esteriore, senza cadere nelle seduzioni a cui le pratiche interiori spesso possono portare o in altre derive psichiche.

Quando ci addentriamo verso noi stessi, il più delle volte siamo sguarniti di strumenti; non sappiamo come rapportarci alla nostra interiorità e, se lo facciamo, solitamente restiamo comunque nell'ambito della mente, delle domande, della ricerca dei perché, ma raramente siamo capaci di "stare" nel corpo, di rapportarci al linguaggio del sentire con un atteggiamento di ascolto rivelatore, ovvero considerando che le sensazioni legate al sentire corporeo più profondo, possano avere un valore conoscitivo radicale.

L'unico riferimento culturale al mondo del sentire che conosciamo, infatti, è quello psicologico relativo al mondo delle emozioni, ma le emozioni sono ancora un livello del sentire legato all'ambito della mente, alle narrazioni identitarie, a ciò che diciamo a noi stessi, alle nostre storie personali, traumi, etc.

Il mondo del sentire significativo, quello che cerchiamo di risvegliare attraverso le pratiche dello yoga e della meditazione, è una dimensione interiore ancora più profonda, dimensione capace di oltrepassare la stessa mente, superare le nostre convinzioni e il nostro senso di identità, capace di condurci verso dimensioni conoscitive più profonde, se siamo disponibili a farci portare...

Potremmo fare un discernimento semplicistico, ma funzionale per capire:
l'emozione riguarda la mente, la mia storia e la mia vita biografica, riguarda la mia identità e una comprensione di me che passa per la narrazione e l'interpretazione.
Il sentire significativo riguarda la consapevolezza di tutto questo e il suo trascendimento, la capacità della mente di spostarsi da un piano narrativo a un piano intuitivo che riguarda la comprensione in termini esistenziali e non più solo personali.

Nell'emozione siamo ancora nel piano psicologico.
Nel sentire significativo siamo sul piano filosofico.
Nel primo caso sto parlando di me, nel secondo, sto parlando di me come essere umano in rapporto con l'esistenza.

La psicologia e diverse pratiche artistiche ci introducono al mondo delle emozione e della sensibilità e questo è molto importante perché ci sensibilizza al corpo e alla sua valenza conoscitiva.
Tuttavia per indagare l'esistenza e i temi fondamentali che ci mettono in dialogo con essa, è necessario un passaggio in più. Risvegliare il sentire significativo, imparare a individuarlo e ad ascoltarlo, imparare a entrarci in rapporto e poi a decodificarlo, fino a che tutto questo possa integrarsi pienamente nelle nostre vite. Lo Yoga e la Meditazione ci preparano e guidano a questo passaggio fondamentale (...)
Prossimi appuntamenti di Meditazione:
mercoledì h 18, venerdì 19.30, sabato 10.45 in presenza e online. Info: whatsapp Patrizia 3481202025 https://tempoyoga.it/meditazione/
foto di Abdullah Öğük: pexels

IMMEDESIMAZIONE e SOFFERENZAUno degli aspetti centrali nel Buddhismo riguarda il rapporto tra il processo di immedesimaz...
28/11/2025

IMMEDESIMAZIONE e SOFFERENZA
Uno degli aspetti centrali nel Buddhismo riguarda il rapporto tra il processo di immedesimazione e la sofferenza. La sofferenza infatti è sempre intesa come l'esito necessario di un rapporto arbitrario con il mondo e con noi stessi.

Esistono diverse ragioni per cui soffriamo e il Buddhismo parla delle cause della sofferenza in termini di ostacoli alla realizzazione (ovvero ciò che ci impedisce di vivere una vita piena e consapevole, in assenza di sofferenza). Questi ostacoli corrispondono ad alcuni stati mentali ed emotivi in cui viviamo, che a loro volta si compongono di vere e proprie "forze energetiche" capaci di "irretirci": ignoranza/confusione, attaccamento/brama e avversione/rabbia.

Il tema dell'immedesimazione è importante perché in qualche modo racchiude in sé tutti e tre gli aspetti ostacolanti alla realizzazione, sebbene in gradazioni diverse quanti sono gli individui.
Semplificando, "immedesimarsi" riguarda l'essere incapaci di portare consapevolezza su alcuni strati profondi della nostra identità e su alcuni elementi dell'esistenza che ci riguardano profondamente, come il nostro Io, i giudizi di cui è portatore, il nostro sentire profondo e le convinzioni che ci orientano nel mondo.

Una delle maggiori difficoltà, infatti, è quella di ritrovarsi rinchiusi nella "gabbia dell'Io", tra pensieri confusi e giudizi di valore, e non riuscire a vederli essere alla luce della consapevolezza. Vale a dire: una volta incontrato me stesso, nell'essenza del mio Io, incontrato ciò su cui fondo la mia visione di me e del mondo, i miei giudizi e il sentire profondo che mi caratterizza, non riesco a prendere la giusta distanza che mi permette di "staccarmi" da me.

In meditazione, dopo aver portato consapevolezza sui fenomeni per così dire "più esterni" attraverso un'osservazione accogliente e non giudicante, occorre fare lo stesso con i fenomeni "più interni", con gli stessi fenomeni che compongono il concetto e l'esperienza di "me stesso". Solo così possiamo riuscire a oltrepassare lo sguardo dell'Io e a cogliendone la natura impermanente e infondata proprio come tutto il resto (...)
Prossimi appuntamenti di meditazione: stasera h 19.30, sabato 6, 13 e 20 dicembre h 10.45. Info: whatsapp 3481202025 Patrizia https://tempoyoga.it/meditazione/
foto di Anna Tarazevich: Pexels

IMPOTENZA e COMPASSIONECi sono alcuni stati dell'animo che possono schiudersi solo se interiormente ci posizioniamo in u...
21/11/2025

IMPOTENZA e COMPASSIONE

Ci sono alcuni stati dell'animo che possono schiudersi solo se interiormente ci posizioniamo in una precisa angolazione del cuore, della mente e dell'anima.
Stati significativi che sorgono quando in noi sono mature determinate condizioni; equilibri di forze, convinzioni fondamentali e un certo tipo di sguardo.
Uno di questi stati significativi è quello che il buddhismo chiama "compassione" e che il cristianesimo chiama "amore".
La compassione è una particolare tonalità emotiva significativa e disvelatrice che porta con sé un certo tipo di sguardo sul mondo. Al sentire della compassione non si può giungere attraverso un atto della volontà o un ragionamento, perché la compassione è come un frutto che si dona dopo faticosissimi tentativi di arare il campo, innaffiarlo, seminare e attendere il passaggio delle stagioni.
La compassione è frutto di innumerevoli battaglie interiori, di posizionamenti dell'anima e dello sguardo, in cui siamo stati capaci di rinunciare a noi stessi per arrenderci alla realtà.
In questo senso la compassione è intimamente connessa ad un'altra delle forze radicali caratteristiche dell'umano nel suo rapporto con l'esistenza: l'impotenza.
Nel rapporto che stabilisco intimamente con l'impotenza, semino le condizioni per generare e far fiorire la compassione o le condizioni affinché questa non fiorisca.

La compassione è connessa all'"aprire le mani", al lasciar andare il controllo, alla resa, al riconoscimento dell'umana condizione e alla comprensione profonda dell'impotenza. Impotenza come comprensione che l'individuo arriva fino ad un certo punto con le sue volizioni e che il più delle volte, deve arrendersi all'evidenza della vita, delle sue forze, alle sue fluttuazioni e cambiamenti, all'impermanenza e alla gratuità.
La compassione non fiorisce laddove abbiamo i pugni stretti e i denti serrati, dove ha sede la pretesa e l'immedesimazione. Non può generarsi in terreni pieni di odio e desiderio di controllo e affermazione. In un cuore chiuso e in una mente controllante non c'è spazio quindi per la compassione...

Detto questo, quello che è in nostro potere è tentare di risvegliare in noi lo sguardo della consapevolezza dal quale riconoscere il punto in cui siamo... Questo richiede un atto di coraggio, un accogliere la vergogna e la paura e un desiderio più radicale di verità su noi stessi.
Una volta riconosciuti i nostri limiti e le nostre maschere e una volta viste essere, il cammino verso l'accoglienza dell'impotenza è già iniziato.

Come suggerisce il buddhismo, non sono mai gli eventi in sé stessi ad essere problematici per noi, ma è il nostro rapporto con essi.
Se dunque posso guardarmi dentro, vedere il punto in cui sono, in tutti i suoi difetti e limiti, in ciò che non mi piace di me... e posso riconoscerli come il mio punto di partenza, accoglierli e volermi bene lo stesso... allora da qui in poi il cuore si apre un pò di più, il respiro riprende spazio, la paura si scioglie e posso cominciare ad amare anche ciò che apparentemente non è in mio potere cambiare.
La cosa miracolosa è che appena sono capace di questo "gesto dell'anima" immediatamente qualcosa in me cambia e si trasforma nella direzione della pace e della contentezza... (...)

Ci vediamo domani sabato 22 novembre alle 10.45 con l'appuntamento mensile di MEDITAZIONE a Casalecchio e online su Zoom. Prossime date: Sabato 13 e 20 dicembre. INFO: Whatsapp Patrizia 3481202025 https://tempoyoga.it/meditazione/

foto Aleksandr Neplokhov: Pexels

DESIDERIO e PAURA Noi umani siamo abitati da alcune forze fondamentali, forze radicali che ci spingono a vedere il mondo...
20/11/2025

DESIDERIO e PAURA

Noi umani siamo abitati da alcune forze fondamentali, forze radicali che ci spingono a vedere il mondo in certi modi, ad agire e a sentire in una certa maniera. Queste forze ci accomunano in quanto individui, ma le gradazioni con cui vivono in noi e i loro esiti sono differenti quante sono le differenze tra le persone. Due forze fondamentali che orientano le nostre vite sono il desiderio e la paura.

Il "desiderio" è una spinta volitiva, creativa e generatrice. Una forza interiore che ha a che fare con l'espressione vitale e l'espansione, ci proietta verso oggetti da conseguire per realizzare ed esprimere noi stessi.
La "paura" invece è una spinta protettiva, di ritrazione, si attiva quando incontriamo un pericolo, reale o potenziale e agisce per proteggerci e metterci in salvo, dunque è una forza contenitiva.

Queste due forze sono costitutive dell'essere umano, della sua evoluzione e sopravvivenza. Tuttavia il buddhismo e la filosofia ci mettono in guardia: il rapporto che instauriamo con queste forze e gli effetti che si generano in relazione a questo rapporto, possono essere più o meno leciti e conformi o più o meno distruttivi e generatori di sofferenza.

Questo rimanda a una continua ricerca di una retta postura interiore...

E' lecito vivere il desiderio come una spinta vitale e creativa, ma fino a che punto siamo disposti a difendere quel desiderio e a quali prezzi?
Vivere la paura come protezione è assolutamente lecito, ma quando ci sta davvero difendendo da un pericolo e quando invece si attiva automaticamente per mie contrazioni o visioni illusorie?

Nel dialogo di queste due forze è inscritta la mia biografia, la mia identità, la mia vita. Queste due forze, le gradazioni con cui vivono e si esprimono in me, parlano del mio mondo, della realtà che contribuisco a creare giorno per giorno.
Parlano di ciò che a senso e valore per me, di come cerco di stare in dialogo con le cose, con me stesso e con l'altro. Del mio coraggio, del mio sguardo, del mio attaccamento e avversione, della mia capacità di abbandono e compassione. Nel dialogo tra queste due forza si inscrive la mia vita... (...) ❤
Approfondiremo tutto questo nei prossimi incontri di MEDITAZIONE: sabato 22 novembre, 13 e 20 dicembre. INFO: 348 120 2025 Whap Patrizia https://tempoyoga.it/meditazione/
foto el jusuf: pexels

IL MONDO COME E' E IL MONDO COME APPAREEsistono i fenomeni, gli eventi del mondo, i fatti ed esistono i significati che ...
16/11/2025

IL MONDO COME E' E IL MONDO COME APPARE

Esistono i fenomeni, gli eventi del mondo, i fatti ed esistono i significati che attribuiamo ad essi, il nostro modo di interpretare gli eventi, di signficarli, di dargli valore.
Esiste quindi l'accadere e poi il significare, il fatto e poi la mia lettura del fatto, l'evento e poi la mia attribuzione di senso.

A partire dalla mia lettura degli eventi, cambia il mondo che sperimento, il quale avrà certe caratteristiche e qualità e non altre, mi susciterà certe emozioni e non altre, sarà portatore di certe convinzioni e non di altre.

Da come interpreto il mondo, il mondo diventa la mia esperienza del mondo.
Il "mondo" (i fatti, gli eventi, gli accadimenti) quindi non va inteso come qualcosa di oggettivamente valido per tutti allo stesso modo, ma come il personale e soggettivo modo di guardare il mondo.

Il buddhismo ci insegna che i fenomeni, ovvero gli elementi dell'esistenza, non costituiscono un problema di per sé per l'umano e che il problema può nascere nella relazione che instauriamo con questi eventi, un rapporto più o meno "lecito", più o meno conforme nei confronti dell'esistenza.

Ma cosa significa in questo senso "lecito" e "conforme"...? E' ciò che indaghiamo insieme nella pratica meditativa, quando osserviamo noi stessi nella nostra relazione primaria e fondamentale con gli elementi dell'esistenza... ❤

Il prossimo incontro di approfondimento di meditazione sarà sabato 22 novembre a Casalecchio e online. Per partecipare: whatsapp: 3481202025 Patrizia https://tempoyoga.it/meditazione/
Foto di cottonbro studio: Suono sospeso - Pexles

INTENSITà - DISAGIO e MEDITAZIONETutta la nostra vita è improntata al "fare", raramente abbiamo a disposizione dei momen...
15/11/2025

INTENSITà - DISAGIO e MEDITAZIONE

Tutta la nostra vita è improntata al "fare", raramente abbiamo a disposizione dei momenti di "vuoto" e di silenzio, e pure se li abbiamo, spesso siamo impreparati a viverli. Siamo per lo più scomodi nel vuoto, impreparati a relazionarci con esso. Nel vuoto solitamente entriamo in angoscia, a volte panico oppure ci annoiamo a tal punto da doverci continuamente distrarre o da cedere all'addormentamento in cui la mente si assopisce.
Il "qui ed ora", l'essere semplicemente presenti a sé stessi, sentirsi esistere mentre solo respiriamo e stare... è uno stato che ci coglie impreparati poiché freme di una intensità che non capiamo, che non sappiamo gestire e in cui non sappiamo come stare...
E spesso in questi casi utilizziamo l'unico strumento di cui disponiamo: il fare e quindi l'azione e la fuga oppure lo stare nel rimuginio della mente che cerca di capire l'incomprensibile mistero.
Nel primo caso mi distraggo dal "problema" spostando l'attenzione su altro, generalmente fuori da me, nell'azione che è più una reazione, nel secondo caso sembro focalizzarmi sul problema, ma non faccio altro che girare a vuoto peggiorando l'angoscia e il senso di smarrimento.
Non è con l'azione-reazione (distrazione e movimento) che affrontiamo davvero l'angoscia e il disagio interiore.
Non è con lo stare, inchiodandoci al rumiginio della mente, che comprendiamo il nostro disagio e troviamo soluzione.
Occorre cercare una terza via, quella dell'osservazione di tutto questo. La meditazione ci permette di coltivare la consapevolezza, alla quale sono associate delle forze: la forza della visione e quella della compassione. Solo così abbiamo qualche opportunità per "sfondare" il muro della mente e iniziare a dialogare con quel disagio/intensità che in noi stessi freme e che ci coglie impreparati... ❤

Prossimi appuntamenti di meditazione: sabato 22 novembre, 13 e 20 dicembre. Info: 3481202025 Watsp Patrizia
foto Andras Stefuca: Pexels

BUDDHISMO E VITA QUOTIDIANALe parole del Buddha e gli insegnamenti del Dharma vanno sperimentati in prima persona, propr...
12/11/2025

BUDDHISMO E VITA QUOTIDIANA

Le parole del Buddha e gli insegnamenti del Dharma vanno sperimentati in prima persona, proprio adesso, nella nostra condizione di esseri umani.
E la meditazione come laboratorio interiore, ci fornisce la possibilità di portare maggiore chiarezza e precisione su questi aspetti: come stiamo con noi stessi nell'immobilità del corpo e nel silenzio? Se mi siedo e per un pò sto con me, è un'esperienza che mi turba, con la quale so rapportarmi, è piacevole...? cosa trovo quando sto semplicemente in compagnia di me stesso?...

Certo, questa domanda possiamo rivolgercela sempre, anche nella nostra quotidianità, osservando come stiamo quando siamo soli, privati del fare... quando per un pò possiamo astenerci dai ruoli o negli spazi in cui rimaniamo senza un apparente scopo o compito da eseguire... Osservare cosa proviamo in tali circostanze, come occupiamo il nostro tempo e su cosa portiamo la nostra attenzione. Ci rivolgiamo all'esterno, all'interno, cosa sentiamo e cosa ci diciamo? ...

In tutto questo non c'è un giudizio, poiché se ricado nel giudizio, sto ricadendo nel terreno dell'immedesimazione e dell'Io, ancora lontano dall'essenza meditativa... qui c'è solo un umile ma desiderante tentativo di osservazione e conoscenza, un tentativo che vuole passare dall'esperienza e non dalle parole.

Per capire il buddhismo e l'essenza del suo messaggio sul rapporto tra dolore e sofferenza e sulla possibilità di emanciparci da questa condizione, è necessario fare luce sulla propria situazione di partenza, perché è solo riconoscendola, legittimandola e attraversandola, che posso tentare un cammino sensato di cambiamento...
Osservarsi e poi capire davvero cosa intende il Buddha con "sofferenza", cosa significa nel concreto delle nostre vite... non solo quando un evento catastrofico ci viene a interpellare... ma nelle nostre scelte quotidiane, a cosa "decidiamo" di aderire interiormente, su cosa posiamo la nostra attenzione, a cosa ci affidiamo per trovare soluzioni, quali pensieri "scegliamo" come fondanti e ai quali crediamo, a cosa diamo spazio...
Partire da sé e poi capire cosa il Dharma ci vuole indicare... solo così avremo qualche speranza di trovare una chiave per comprendere e "superare" noi stessi...

Ci vediamo questo venerdì 19.30 per meditare insieme e sabato 22 novembre per l'incontro mensile di Yoga e meditazione. Per conoscere il calendario degli incontri: https://tempoyoga.it/meditazione/
Foto di Alexander Grigorian, Pexels

06/11/2025

"Il gatto che si lecca una zampa,
un pezzo di pane e un raggio di sole...
e tutto andava a posto..."

Una storia sulla bellezza che si affaccia dietro allo sguardo, quando i nostri occhi sono pronti a riconoscerla... e ad accogliere il miracolo... ❤

DOLORE e SOFFERENZAIl dolore può anche essere inevitabile, ma il fatto di soffrire o meno dipende da noi. Nascita, vecch...
04/11/2025

DOLORE e SOFFERENZA

Il dolore può anche essere inevitabile, ma il fatto di soffrire o meno dipende da noi. Nascita, vecchiaia e malattia sono naturali. È possibile non soffrire a causa loro quando le accettiamo come parte della vita.
Se osserviamo a fondo la nostra sofferenza possiamo chiederci cosa abbiamo fatto, o stiamo tuttora facendo per contribuirvi, su quali convinzioni ed emozioni stiamo fondando la nostra comprensione.
Questo non significa che la nostra sofferenza non sia reale, ma che possiamo attenuarla invece di accentuarla e persino trasformarla.
Il Buddha ha usato l’immagine di essere colpiti da una freccia. Quando arriva anche la seconda freccia, il dolore non solo raddoppia ma può essere dieci volte più intenso. Dunque, quando siamo in preda al dolore, fisico o mentale che sia, possiamo riconoscerlo come tale, accettarne il suo corso, senza aggiungere sofferenza, reazione che ne amplifica l'intensità.
Possiamo respirare insieme col dolore
Inspirando riconosco che c'è dolore.
Espirando lascio che sia e mi rilasso.
In questo modo faccio pace con il dolore, riconoscendolo come elemento dell'esistenza, nella sua natura impermanente lo attraverso, osservandolo depositarsi come tutto il resto e sorrido.
ispirato a Le quattro verità dell’esistenza di Thích Nhất Hạnh
Vi ricordo questo sabato 8 novembre l'incontro di YOGA e MEDITAZIONE a Casalecchio di reno e online. Info Patrizia, whatsapp: 3481202025
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foto di Tomas Anunziata: Pexels

MEDITAZIONE e VITA- La maggior parte delle persone non conosce l'essenza della pratica della meditazione. Pensano che la...
01/11/2025

MEDITAZIONE e VITA

- La maggior parte delle persone non conosce l'essenza della pratica della meditazione.
Pensano che la meditazione camminando, la meditazione seduti e ascoltare i discorsi di Dharma siano la pratica, ma queste sono solo gli aspetti formali della pratica.
Uno degli aspetti più profondi della pratica avviene al di fuori dei momenti formali, per esempio quando la mente incontra un oggetto dei sensi, il luogo in cui si esercita il contatto sensoriale.
Quando le persone dicono cose che non ci piacciono, c'è rancore, se dicono cose che ci piacciono, proviamo piacere. Questo è il posto giusto per fare pratica. Come facciamo ad allenarci con queste cose?
Questo è il punto cruciale.
Se andiamo in giro a inseguire la felicità e a fuggire dalla sofferenza tutto il tempo, possiamo esercitarci fino al giorno in cui moriamo e non realizzare mai il Dharma, è inutile.
Quando sorgono piacere e dolore, come useremo il Dharma per "liberarci" di loro? Questo è il punto della pratica.-

da "Vivere nel mondo" di Ajahn Chah
Prossimo incontro di Yoga e Meditazione: sabato 8 novembre a Casalecchio e online, info: 3481202025 whatsapp🪷
foto di Pham Khoai su Pexels

LA SOFFERENZA- Per quarantacinque anni, il Buddha ripeté ripetutamente: "Insegno solo la sofferenza e come trasformarla"...
29/10/2025

LA SOFFERENZA

- Per quarantacinque anni, il Buddha ripeté ripetutamente: "Insegno solo la sofferenza e come trasformarla".
Quando riconosciamo e accettiamo la nostra sofferenza, il Buddha, ovvero il Buddha dentro di noi la osserverà, scoprirà cosa l'ha causata e prescriverà un corso d'azione che la trasformerà in pace, gioia e liberazione.
La sofferenza è il mezzo che il Buddha usò per liberarsi, ed è anche il mezzo con cui possiamo liberarci.
L'oceano della sofferenza è immenso, ma se ti giri, puoi vedere la terra.
Il seme della sofferenza dentro di te può essere vigoroso, ma non aspettare di esaurire tutta la sofferenza prima di poter essere felice.
Quando un albero in giardino si ammala, devi prendertene cura, ma non trascurare gli alberi sani.
Anche se il tuo cuore è pieno di dolore, puoi godere delle meraviglie della vita: il bellissimo tramonto, il sorriso di un bambino e l'abbondanza di fiori e alberi. La sofferenza non è tutto; per favore, non lasciarti imprigionare dalla tua stessa sofferenza.
Se hai mai provato una fame estrema, sai che avere del cibo è un miracolo.
Se hai sofferto un freddo intenso, conosci il valore del calore.
Se hai sofferto, sai apprezzare gli elementi paradisiaci che sono presenti.
Se ti concentri solo sulla tua sofferenza, ti perderai il paradiso.
Non ignorare la tua sofferenza, ma non dimenticare di godere delle meraviglie della vita, per il tuo bene e per quello di tutti gli esseri.-
Da "Il cuore degli insegnamenti del Buddha", Thich Nhat Hanh
Ci vediamo stasera h 18 per la meditazione e a seguire la pratica yoga. Info: 3481202025 whatsapp Patrizia ❤🪷🙏
foto di Can Ceylan: Pexels

Indirizzo

Via Andrea Costa
Casalecchio Di Reno
40100

Orario di apertura

Lunedì 11:00 - 19:30
Martedì 09:00 - 19:30
Mercoledì 11:00 - 19:30
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 11:00 - 19:30
Sabato 09:00 - 11:30

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Chi sono

Sono sempre stata una bambina esuberante, molto dolce ma anche irascibile. Un’infanzia sicuramente non idillica per via delle tensioni molto accese tra i miei genitori, acuite dal contesto popolare del sud Italia in cui sono cresciuta. Fortunatamente la mia famiglia non si è mai opposta a farmi studiare e permettermi di incanalare tutta quell’energia esplosiva che mi caratterizzava, nell’espressività e, anche se la mia passione per il canto e la scrittura non è stata accolta dalla mia famiglia, a sei anni mi sono iscritta ad un corso di danza. Il mio carattere esuberante e la mia indole creativa spingono mia madre ad incoraggiare il mio interesse che durerà 10 anni con lo studio della danza moderna e 4 con la danza classica. Nonostante le mie doti fisiche nelle discipline del movimento, in adolescenza decido di accantonare lo studio della danza per dedicarmi agli studi, così mi iscrivo al liceo linguistico dove, con la letteratura e la filosofia, riprendo a coltivare l’interesse per la poesia a cui mi dedicavo fin da bambina.

Le grandi domande filosofiche che da sempre mi accompagnavano, mi portano ad appassionarmi alla lettura dei poeti tra Ottocento e Novecento (Baudelaire, Rimbaud, D’Annunzio, Leopardi, Montale, Calvino, etc) e alla composizione poetica che ancora oggi mi accompagna e mi alimenta nei momenti più salienti della mia vita. Durante il liceo inizio ad appassionarmi alle letture di Pascal, Schopenauer, Kant, Kierkegaard, Cartesio e ai presocratici, cercando risposta alle mie domande esistenziali e sulla natura della mia esperienza come essere umano.

Nel 2005 mi iscrivo al corso di studi in Filosofia presso l’Università di Bologna laureandomi nel 2011 in Estetica con una tesi su “La danza: forma significativa del sentire” un approfondimento alle teorie di S. Langer.

Delusa dall’ambiente universitario che non sembrava accogliere e far fiorire i quesiti filosofici che restavano invece relegati all’ambito testuale, decido di non proseguire la magistrale (che concluderò solo successivamente) e di approfondire lo studio attraverso il corpo, cercando nell’arte quelle risposte che non trovavo nella sola speculazione filosofico-accademica. Seguo stage di danza contemporanea, arti marziali, contact improvisation. Mi appassiono ai linguaggi del teatro fisico e di strada e prendo parte a progetti teatrali (Living Theatre Europa) e a residenze creative di teatro danza (Biennale di Venezia 2012 e 2013 con Peeping tom e Arkradi Zaides).