Casalnuovo AUT

Casalnuovo AUT Aut in latino è: oppure. Qualcuno si sta chiedendo cos’è Casalnuovo AUT, che cosa fa e dove và. Ebbene Casalnuovo AUT è un agorà.

Non è la pronuncia della parola inglese out, fuori, ma l'opposizione dell'oppure, di un'alternativa alla politica falsa e corrotta di questo paese, alla cultura provinciale e omologata di Casalnuovo di Napoli E se và da qualche parte non cammina in linea retta ma procede sempre agoràzein, cioè a zig zag. E se si ferma resta agoràzonta, resta immobile ma con l’orecchio teso, attento a sentire quello che si dice intorno. Questo è Casalnuovo AUT, se capite cosa vogliamo dire. Qualcuno sentiva e sente solo un bisogno di gridare nel silenzio delle vostre parole, di rompere i ragionamenti che da sempre attraversano questo paese, di riportare all’originale la frase che a Casalnuovo suona come: da ognuno secondo le proprie possibilità economiche, ad ognuno secondo i proprio interessi. Detto questo adesso non cercate una categoria tra quelle che vi suggerisce la vostra cultura omologata e provinciale, ne un etichetta da affibbiarci: sono i soliti casinisti, filosofi del cazzo, ragazzacci senza voglia di fare niente. Abbiamo solo voglia di gridare e di farvi gridare. E lo possiamo fare solo in una piazza, appunto. Se qualcuno ha voglia di gridare può collaborare, intervenire, criticare, insomma disturbare liberamente. La correttezza e l'educazione che in questo paese servono solo ad approfittarsi degli altri non sono ben accette in questa piazza di scugnizzi.

Casalnuovo senza treni.Niente Vesuviana ,niente Ferrovie.Un disastro totale.
14/11/2025

Casalnuovo senza treni.
Niente Vesuviana ,niente Ferrovie.
Un disastro totale.

Trenitalia: al fine di garantire la continuità del servizio e limitare l’impatto dei lavori sul territorio sono previste corse con bus

 Un campo da   pieno di vetri rotti e di bottiglie frantumate!!! Questa è la situazione che chiunque oggi poteva vedere ...
09/11/2025


Un campo da pieno di vetri rotti e di bottiglie frantumate!!!
Questa è la situazione che chiunque oggi poteva vedere nel parco .
Una vera vergogna che mette davvero a rischio l'incolumità dei bambini.
L'amministrazione veda di darsi una mossa!!!
Capisco la ma almeno il controllo quotidiano del territorio, fatelo!!!

Mario Visone

08/11/2025

Buonasera, sono un abitante di via Casamanna, da settimane siamo terrorizzati per i numerosi furti in appartamento che avvengono nella zona nelle prime ore serali.
Ieri sera i carabinieri erano in zona per il ritrovamento di auto rubata, ma neanche questo ha spaventato i malviventi. Sono stranieri, hanno minacciato con palo di ferro il proprietario di casa che rientrava.
Settimana scorsa altri episodi con le stesse modalità...
Chiediamo che le autorità facciano qualcosa quanto prima.

Cittadini di Via Casamanna

08/11/2025

Salve vi scrivo in quanto sto vivendo una situazione assurda nel comune di casalnuovo di napoli, hanno assegnato un posto riservato a veicoli elettrici che viene sempre impegnato da veicoli termici, ad ogni mia chiamata alla polizia locale mi viene detto che non c'è la colonnina e quindi dv spiegare ogni volta io cittadino la differenza a posti riservati a veicolo elettrici in ricarica e a veicoli elettrici e stop! Come i posti rosa. Non è mai venuta una volante e inoltre un poliziotto mi ha detto che non possono intervenire perche non sanno come comportarsi... vi allego video e foto sperando di risolvere la questione e non perdere questi posti riservati a persone come me che hanno veicoli elettrici per incompetenza comunale!
Vi allego Video e foto codice della strada ( lo troverete nel primo commento)

Valerio Perna

03/11/2025

📌 A ...
Ritardi e silenzi sulle spalle di bambini e famiglie.

Tutto è incredibile e — ovviamente — tutto accade nel silenzio.
Sì, proprio quel silenzio che si sente nelle stanze dei Comuni italiani quando qualcuno prova a fare una domanda che contenga la parola responsabilità.
Un tipo di silenzio che non è assenza di suono, ma presenza costante di indifferenza.

📌 Procediamo con ordine (dicevo sempre così anche alle prove di analisi logica, prima di scoprire che l’ordine, in Italia, è una specie di leggenda urbana).
A la mensa scolastica parte il 6 novembre, che per un bambino di sei anni equivale più o meno a dire “tra qualche era geologica”, e — incredibile ma vero — la notizia è stata presentata come un piccolo trionfo amministrativo.
Tipo: “Ce l’abbiamo fatta! Parte la mensa!”
E nessuno che aggiunge la postilla invisibile: “...solo con due mesi e mezzo di ritardo, ma che vuoi che sia, in fondo è autunno, fa fresco, si può ancora resistere con il panino da casa.”

📌 Il fatto che ci sia stato un , e che il ricorso possa essere o meno “legittimo”, non cambia la sostanza.
Perché se il bando fosse stato pubblicato per tempo — e qui sento già il coro dei “eh ma le procedure!” — tutto questo casino non ci sarebbe stato.
È la burocrazia applicata all’infanzia: un gigantesco esperimento di resilienza condotto su bambini affamati, con genitori che cercano di non perdere la pazienza davanti a una chat di classe diventata campo di battaglia.

📌 Intanto, le voci corrono, scivolano, inciampano.
Pare che l’azienda vincitrice abbia ottenuto l’appalto con un del 22%, il che suona già male — perché un ribasso del 22% sulla mensa scolastica è tipo dire: “Sì, ti porto la carbonara, ma senza uova.”
E nel frattempo, si mormora che i per le famiglie raddoppino.
Cioè, meno soldi pubblici + più spese private = successo amministrativo.
Un algoritmo tutto nostro, meravigliosamente italiano.

❓Le (quelle vere, non da conferenza stampa versione Meloni intervistata da Vespa)

C'è un elenco aggiornato degli alunni che usufruiscono del servizio mensa per l’anno in corso, scuola per scuola, indirizzo per indirizzo?
Quale percentuale rappresentano rispetto al totale?
Ci sarà un aumento delle tariffe rispetto all’anno scorso? Se sì, chi lo ha deciso e perché (non “per adeguamento dei costi di gestione”, perché davvero non si può sentire!!!)?
Quali criteri vengono applicati per l’esenzione o la riduzione del ticket?
Quante famiglie hanno presentato domanda e quante sono state accolte?
Quanto ci vuole per avere una risposta?
E quando sarà attivata la famosa app per i pagamenti, quella promessa da mesi, con toni da startup pubblica del futuro?
Chi la gestirà? Con quali garanzie?

❓Poi ci sono i , la parte invisibile (che è sempre la più importante)

Chi controlla la qualità del cibo servito?
Con che frequenza? Chi firma i verbali?
Ci sono controlli “a sorpresa” (e soprattutto: lo sono davvero, o lo sanno anche i piccioni del cortile prima che arrivi l’ispettore)?
Esiste un comitato mensa, una commissione genitori che si riunisce con l’amministrazione?
Se sì, quante volte nell’ultimo anno e con che risultati? (Non “conclusioni”, risultati).
È previsto un piano nutrizionale — porzioni, stagionalità, prodotti biologici, alternative per chi ha intolleranze?
Il Comune raccoglie report annuali su allergie e intolleranze? Quante segnalazioni ci sono state e come sono state gestite?

Tutte domande apparentemente banali.
Eppure nessuno risponde.
Come se chiedere fosse un gesto di cattivo gusto, un eccesso di zelo.

E poi, il quadro più ampio (cioè la parte che fa più male)

❓Quali economiche sono state stanziate per la manutenzione straordinaria e la delle scuole comunali?
Esistono cifre, capitoli di bilancio, destinazioni d’uso visibili?
O siamo ancora nel regno dei “provvedimenti in corso di definizione”, quella formula magica con cui si nasconde tutto e non si risolve niente?

📌 La verità (ed è br**ta da dire, ma tanto vale) è che non si tratta di una polemica.
Non è il solito “contro”.
È solo la constatazione che la qualità dei servizi scolastici — e sì, anche della mensa, soprattutto della mensa — è il metro con cui si misura il grado di civiltà di una città.
E Casalnuovo, in questo momento, non ne esce benissimo.

📌 Il Sindaco facente funzioni e l’amministrazione decaduta devono dare risposte chiare, documentate, verificabili.
Perché le famiglie di Casalnuovo meritano chiarezza, rispetto e un servizio degno dei loro figli.
Basta con i ritardi, con i comunicati autoassolutori, con la retorica del “stiamo lavorando per voi”.

Perché sì, forse è vero che i bambini sono il futuro.
Ma il futuro, qui, arriva sempre tardi.

Mario Visone

30/10/2025
28/10/2025

Buongiorno
Questa mattina mi sono recato al cimitero, per far porre sulla tomba dei miei cari defunti le lampade votive, ho scelto il tipo di lampade che volevo ,le ho indicate all'addetto,ed ho pagato, e a questo punto ho notato una anomalia, secondo me.
In quanto l' importo era maggiorato di euro 1,50 che dicono sia per il servizio, e fin qui tutto bene, chiedo di pagare con carta e mi dicono non e' possibile, allora pago in contanti, ma mi danno la ricevuta solo con l' importo delle lampade senza il servizio.
Adesso mi chiedo l'importo del servizio e' pagato a nero? Chi paghiamo?
Dove finiscono questi soldi, visto che 1,50 per ogni defunto alla fine diventano parecchi sodini? Quindi questo pagamento non e' tracciabile?
Ma e' legale questo sistema?

Pasquale Maglione

28/10/2025

Casalnuovo, altra ordinanza per Francesco Rea. I carabinieri notificano le misure ai suoi affiliati con l'accusa di associazione a delinquere, armi e tentate estorsioni

22/10/2025

700 Mila laureati dal 2022 hanno lasciato l' Italia per cercare e costruirsi un futuro migliore all' Estero.
Dal Sud la maggioranza di questo esodo bibblico.
Di questo dovrebbe occuparsi la politica, invece parla di altro,anzi parla solo ad interessi precisi e che fanno guadagnare.
Si confrontino su questo tema i candidati Regionali di Casalnuovo, in pubblico,vediamo chi ha argomenti e chi invece sfugge sempre il confronto.
Pelliccia,Visone e D' Alisa se ci siete battete un colpo.

21/10/2025

A Casalnuovo, stamattina alle sei, mio padre è stato aggredito davanti al bancomat dell’UniCredit su corso Umberto, proprio all’inizio di via Benevento.
Due uomini adulti su un motorino lo hanno assalito mentre prelevava 40 o 50 euro — pochi spiccioli, ma fondamentali per lui, che vive di una pensione umile.

Per quaranta euro lo hanno spinto, strattonato, ferito.
È dovuto andare in ospedale e poi dalla polizia per denunciare l’accaduto.
Ma mi chiedo con rabbia e amarezza: servirà a qualcosa?

Dov’è la sicurezza in questo Paese?
Dov’è lo Stato che dovrebbe proteggere i suoi cittadini più fragili?
E soprattutto, il sindaco cosa fa? Dov’è chi dovrebbe garantire almeno un minimo di ordine in una città dove ogni giorno c’è una nuova aggressione, un nuovo furto, una nuova paura?

Scrivo tutto questo da lontano, dall’estero, con la rabbia di un figlio che ha lasciato una terra meravigliosa ma incivile, dove l’onestà viene calpestata e la violenza sembra ormai la normalità.

Mio padre non meritava questo. Nessuno lo merita.
E finché non ci sarà giustizia e sicurezza vera, nessuno potrà sentirsi libero o al sicuro.
Una città è un’istituzione che non proteggono i suoi cittadini ha già perso tutto.

Vittorio Dezio

violenza
17/10/2025

violenza

Sparati sette colpi d’arma da fuoco contro una veranda ed una fiat punto Casalnuovo di Napoli. Tre proiettili avrebbero centrato la veranda di un’abitazione in viale dei Pini e altri quattro colpi d’arma da fuoco sarebbero stati indirizzati ad una Fiat Punto parcheggiata in strada. E accaduto ...

14/10/2025

C’è questa immagine — l’ha scritta bene Mario Visone — di Massimo Pelliccia che si aggira sul palco di un evento comunale. Non partecipa, non assiste: si aggira. Come uno spettro di sé stesso, un’eco istituzionale che non ha ancora realizzato di essere svanita. E la cosa più surreale è che nessuno lo ferma, nessuno gli dice: «Scusi, ma lei qui cosa fa?». Perché in fondo Casalnuovo è anche questo: una città dove la realtà è elastica, dove puoi decadere da sindaco e continuare a comportarti come se non fosse successo niente, come se la fascia tricolore fosse solo un accessorio dimenticato nel guardaroba del potere.
E mentre sorride, stringe mani, saluta il pubblico, ringrazia per “la partecipazione straordinaria”, il pubblico applaude davvero — non per convinzione, ma per abitudine. Come quando applaudiamo l’aereo che atterra. L’ex sindaco che si muove da sindaco, che parla da sindaco, che registra reel da sindaco, ma non è più sindaco. È il miracolo di un decaduto: un paradosso vivente, un uomo che continua a interpretare la parte anche dopo che il film è finito, come se il palco comunale fosse casa sua e il microfono un diritto acquisito.
Pelliccia oggi non governa, ma interpreta. Pubblicizza eventi comunali su TikTok — Calici e contone, o cotone, o content, dipende dal giorno e dal filtro — racconta di “grande successo” e “partecipazione straordinaria”, invita i cittadini a condividere, commentare, brindare. Solo che lo fa da privato cittadino. O almeno dovrebbe. Ma nei video non c’è traccia di questa differenza: stesso tono istituzionale, stessa postura da autorità, stesso lessico da comunicato stampa comunale. Un Truman Show a basso budget, con la differenza che qui nessuno ha ancora avuto il coraggio di dirgli che lo spettacolo è finito.
E poi c’è l’altra faccia del suo TikTok — maledetto Visone, mi hai fatto entrare in un loop che sfiora la perversione — quella più performativa, più satirica, diciamo così. Pelliccia che fa il verso a Berlusconi, con la stessa inflessione sorridente e paternalistica, che parla di “libertà” come se fosse un marchio registrato, e che si scaglia contro i “poveri comunisti” che lo criticano, accusandoli — con quel tono finto bonario, a metà tra l’offeso e il compiaciuto — di essere illiberali, invidiosi, rancorosi. E intanto, mentre gioca a essere l’uomo libero contro il sistema, fa esattamente l’opposto: abusa del ruolo che non ha più, lo mima, lo consuma, lo svuota e lo ripropone come contenuto. Come gag politica da social, dove la distinzione tra realtà e parodia non esiste più. È un potere che sopravvive alla carica, ma solo nella sua versione caricaturale.
E così, mentre parla della Circumvesuviana come di una “vicenda indecorosa”, sembra sceso da Marte. Dieci anni di governo alle spalle, ma l’indignazione è quella fresca e furiosa di un consigliere d’opposizione. Chiede conto. A chi, però? A sé stesso? Al sé politico che è stato fino a ieri? All’alter ego che ancora si aggira nei video istituzionali del Comune, come un ologramma mal calibrato che non capisce di essere spento? O forse lo chiede al presidente di Regione? All’EAV? All’universo?
Ma la domanda vera è un’altra: dov’era quando la linea è stata chiusa? Perché quella chiusura — ricordiamolo — non è stata un lampo, ma una lenta agonia, un cartello “servizio sospeso” appeso per mesi come una diagnosi terminale, con i pendolari stipati negli autobus sostitutivi come sardine in un esperimento sociologico sul limite della dignità umana. E in quel tempo sospeso, dov’era il sindaco Pelliccia? Aveva tutte le leve, i contatti, il peso politico per aprire un fronte, anche solo simbolico, anche solo un tavolo tecnico con il presidente dell’EAV o un comunicato stampa degno di una città di 50.000 abitanti.
Poteva chiedere conto allora, non adesso che fa comodo indignarsi. Poteva pretendere un cronoprogramma, una data di riapertura, un servizio sostitutivo che non fosse un atto di umiliazione collettiva. Poteva sedersi al tavolo e dire: «Questa città non si ferma, se vi fermate voi». Poteva, in altre parole, fare politica.
E invece eccolo ora, pochi mesi dopo la sua decadenza, a scoprire la Circumvesuviana come se fosse un trauma fresco, un’injustice cosmica di cui nessuno lo aveva avvisato. C’è una parola tedesca — Nachträglichkeit — che indica il trauma che arriva dopo, quando ormai non serve più. Ecco, Pelliccia è l’incarnazione amministrativa di quella parola: l’indignazione postuma, la coscienza civile che si sveglia con un ritardo di un anno. Come una sveglia dimenticata in una stanza d’albergo.
E oggi chiede conto. Con tono grave, con lo sguardo di chi ha visto troppo. Ma la verità è che la linea, il servizio, la città stessa — tutto ciò di cui ora parla — erano già lì, chiusi, fermi, sospesi, mentre lui era ancora il sindaco. E quindi sì, la domanda resta: chiede conto a chi? Perché, a un certo punto, la responsabilità non è più un concetto politico. È solo una questione di memoria.
Pelliccia è riuscito in un’impresa teologica: essere contemporaneamente ex e attuale. È come se il tempo politico, a Casalnuovo, si fosse spezzato e lui fosse rimasto intrappolato in una fascia di realtà dove è ancora sindaco, ma solo per sé stesso. Parla del diritto al trasporto pubblico — e ha ragione. Però dimentica che nel diritto alla mobilità, quello che giustamente rivendica, c'è anche il diritto a non essere imbottigliato in un traffico che somiglia a un sequestro di persona. Il diritto a muoversi senza dover calcolare ogni spostamento come una spedizione punitiva. Il diritto a camminare nel proprio paese senza sentirsi un intruso. A stare in uno spazio collettivo che non sia solo la fila alla posta o la corsia del supermercato. Ma questi spazi, a Casalnuovo, non esistono. O meglio: esistono solo come concetto, come promessa elettorale ripetuta dieci anni di fila e poi dissolta nel nulla.
E allora l’immagine è questa: l’ex sindaco che cammina per la città che ha amministrato come se la vedesse per la prima volta. Che osserva la sua stessa opera con la meraviglia di chi non riconosce ciò che ha costruito. E a quel punto, prima di chiedere conto agli altri, forse potrebbe cominciare rispondendo alla propria domanda.
E quando, nei video e nei post, dice che “la famiglia è al centro di tutto”, sarebbe utile precisare quale famiglia. Non per malizia, ma per trasparenza semantica. Perché in una città come Casalnuovo la parola “famiglia” è un contenitore grande: ci sta dentro il nucleo affettivo, ma anche quello elettorale, economico, imprenditoriale. Forse, per evitare fraintendimenti, basterebbe aggiungere un asterisco.
Intanto la Ramoil è ancora lì. La Comasa pure. Le due ferite aperte, i due promemoria tossici che ci ricordano che sull’ambiente e sulla salute non è stato fatto niente di sostanziale. I fumi, le puzze, i terreni contaminati: restano. Così come restano il traffico ingestibile, le piazze spente, le strade dove non si cammina ma si sopravvive, l’assenza di qualsiasi forma di vita sociale dopo le otto di sera.
Forse, tra una diretta e un brindisi, Pelliccia potrebbe anche sedersi a parlare con l’attuale sindaco. O con quello precedente. Che, per una coincidenza da racconto borgesiano, porta lo stesso nome. E magari capire, una volta per tutte, che la vera indecenza è continuare a recitare la parte del sindaco quando il sipario è già calato e le luci in sala si sono accese da un pezzo.

Fabio D' Angelo

Indirizzo

Casalnuovo Di Napoli
80013

Sito Web

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