MD Ph.D Dott. Casciaro - Medico Chirurgo Psicoanalista

MD Ph.D Dott. Casciaro - Medico Chirurgo Psicoanalista Medico chirurgo, psicoanalista, psicosomatista, M.D. Ph. D. in scienze biomolecolari farmaceutiche e

05/09/2024

IL GIOCO D'AZZARDO 🎲

👉🏻 Le persone colpite sono convinte di poter ottenere grandi guadagni con scarso dispendio di energie. Pertanto una realtà di bisogno e/o di insoddisfazione, porta a ricorrere a soluzioni ardite come quella del "gioco d'azzardo" per trovare accoglienza nel limbo delle dipendenze.

🔹 Dalle lotterie al gioco del lotto, dal casinò al gioco delle scommesse sui cavalli: esistono enormi possibilità di "giocare pericolosamente". L'illusione della felicità legata al numero mancante, alla carta giusta, al biglietto vincente in cui il paziente si sente per un periodo limitato ancor prima vincente e gioioso di vivere finalmente quel sogno o raggiungimento di obiettivo, è seguita dalla contrapposta delusione e depressione conseguente alla sconfitta.

▶ Scatta, pertanto, il bisogno di riprovare nuovamente, con la convinzione che andrà meglio e soprattutto si ritorna ad essere illusoriamente felici ancora per attimi : ecco la dipendenza dettata dal bisogno di felicità. La cronaca è ricca di storie raccapriccianti di persone che hanno lapidato interi capitali importanti a causa di tale disturbo.

🙄 Vinco, perdo, sono due situazioni opposte che elicitano stati d'animo differenti e che mantengono vivo il desiderio di continuare a rischiare. Per di più personalità sadico-anali provano piacere anche a farsi del male con la perdita. Tale quadro compromette le attività professionali, lavorative e familiari. Tali soggetti mentono ai propri familiari e tendono a nascondere e negare il personale coinvolgimento nel gioco, finendo con l'incorrere nel penale quando hanno completamente esaurito la possibilità di poter continuare a giocare.

🩺 La terapia non è breve ed è combinata tra quella psicoterapeutica e psicofarmacologica.
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17/04/2022

𝐁𝐮𝐨𝐧𝐚 𝐏𝐚𝐬𝐪𝐮𝐚 🕊

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L'Uomo è animale matematico: possediamo neuroni rilevatori di numeri? 🤓Sino ad oggi rimangono ancora sconosciuti i circu...
26/07/2021

L'Uomo è animale matematico: possediamo neuroni rilevatori di numeri? 🤓

Sino ad oggi rimangono ancora sconosciuti i circuiti cerebrali atti all'elaborazione dei numeri (almeno in buona parte); tuttavia è possibile utilizzare delle simulazioni con reti neurali per supporre una loro possibile organicazione. I modelli delle reti neurali sono in realtà degli algoritmi che girano su un computer di tipo convenzionale e che simulano il tipo di computazioni che potrebbero avvenire nel cervello. Non scordiamo però, che le simulazioni da noi adottate (esempio i sistemi attualmente applicati dai nostri computer) sono sistemi molto semplificati rispetto all'enorme ed insuperabile complessità delle reali reti costituite dai nostri neuroni.

Si cerca di simulare l'attività sinaptica dei nostri neuroni non ricorrendo a neurotrasmettitori, ma a degli stimoli unicamente rivolti ad una base di calcolo. Non a caso, i neurotrasmettitori come l'AcetilColina sono molecole, quindi hanno natura biomolecolare e non fisica, rispetto ai nostri sistemi che ne possiedono esclusivamente una numerica, di calcolo e su base "reale". Non possiamo, pertanto, discostarci con i nostri sistemi dalle unità o basi di calcolo, nel mentre il sistema acetilcolinergico ha base molto più ampia perché come neurotrasmettitore è attivo anche come propulsore emotivo; d'altronde per noi esseri umani anche "il calcolo" ha base ed espressione emotiva.

Quindi, l'analogia con la situazione reale è rozza, ma mantiene una proprietà essenziale: un gran numero di computazioni semplici che hanno luogo in una molteplicità di neuroni distribuiti in svariati circuiti. La maggior parte dei Colleghi ricercatori ritiene che questa elaborazione "massicciamente parallela" rappresenti la proprietà chiave che permette al nostro cervello di eseguire computazioni complicate in tempi brevi nonostante sia dotato di un hardware biologico relativamente lento (ecco su cui trova anche base l'elaborato fantastico: possibilità di eseguire immaginariamente proiezioni fattuali ed immaginarie che nel tempo non hanno avuto ancora espressione; distacco, dunque, dalla dipendenza legata al fatto evoluto da cui trarre memoria d'esperienza piacevole o traumatica. Piano di sviluppo che è proprio per tutti gli atri esseri viventi).

Occorre dunque accumulare esperienza per tutti i viventi ma non è strettamente necessario per l'umano che in base ai suoi principi di calcolo può ipotizzare evento o reazione che fisicamente non trova ancora realtà, ma che addirittura, il suo sviluppo o meno, offre conferma della verità od attendibilità del calcolo e del suo sistema.
Non a caso il sistema animale (eccetto l'Essere Umano) è più semplice come evidenziato da Jean-Pierre Changeux e Stanislas Deheane, secondo cui per ratti e colombi (esempio) la dotazione di input sulla retina cui appaiono oggetti di diversa taglia, colori...e sulla coclea, cui convergono suoni di varia frequenza: da qui una rete di neuroni è in grado di calcolare il numero totale di oggetti visivi e sonori. Il sistema è bidimensionale: vista, udito e memoria. Quest' ultima è conseguente alle due fasi del sistema predetto. Un basic in cui la vista può essere intesa come la fase "0" e l'udito la fase "1". Il nostro SNC è assolutamente molto più articolato, complicato e multisitemico; infatti la computazione è partita col sistema "basic".

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PSICHE E CANCRO 🧠“Ciò che accade nella mente dell’Uomo è sempre riflesso nelle malattie del corpo…”; tale era il pensier...
28/06/2021

PSICHE E CANCRO 🧠

“Ciò che accade nella mente dell’Uomo è sempre riflesso nelle malattie del corpo…”; tale era il pensiero di Renè Bubos.
Una risposta chiara al collegamento tra il complesso ed articolato piano eziologico delle malattie e la psiche. La possibilità che esista una correlazione fra agenti stressanti e cancro è stata ipotizzata da moltissimi anni, come anche da secoli o forse da sempre, già da prima della conoscenza del fenomeno “tumorale”, per cui su usava dire “mens sana in corpore sano”. Il verificarsi di condizioni e/o situazioni comporterebbe in egual misura una serie di modificazioni reattive dell’organismo animale.

Ogni tipo di stress è in grado di produrre un effetto specifico per ogni soggetto; l’organismo risponde allo stress medesimo in maniera specifica, ma tale risposta è differente da soggetto a soggetto. Se un organismo non è in grado di far fronte a situazione e/o condizione stressogena, perché incontra resistenza notevole come anche per mancato adattamento delle proprie difese allora si “produce malattia”: si creano le condizioni ambientali favorevoli per lo sviluppo della medesima. Ovviamente l’entità del processo può variare in rapporto alla reattività individuale.
Tale processo è ovviamente valido anche per il cancro ed inoltre l’esposizione a fattori stressanti può oltre che causare neoplasie anche aggravare un cancro o simil condizioni già in essere. Il problema sostanziale assume perciò dimensioni più complesse.

Un altro importante elemento considera il trauma emozionale quale momento di impatto esistenziale e di frattura del delicato, armonico equilibrio psicobiologico. Taluni conflitti emozionali possono rappresentare certamente , se non la causa, almeno fattori che favoriscono lo sviluppo della malattia. La mancata estrinsecazione di stati d’animo, la repressione dell’aggressività, l’incapacità di arrabbiarsi rappresentano i tratti psichici più frequentemente riscontrati nella fase premorbosa.

Un elemento chiave, quale fattore scatenante il cancro è lo “stress da perdita o privazione”, che rientra nel più ampio spettro dei legami sociali. Anche il divorzio, la separazione, la conflittualità coniugale come anche una grossa perdita affettiva, cosituiscono elementi che favoriscono o innescano le neoplasie.
Tramite parametri psicodinamici e bioumorali si è riscontrato un’elevata incidenza di leucemie in soggetti che presentavano stimmate psichiche costituite proprio e soprattutto, dall’incapacità di esteriorizzare le proprie emozioni.

Sono stati compiuti numerosi studi su come il paziente “viva” la sua malattia e come reagisca ad essa. Molti neurotrasmettitori cerebrali sono coinvolti nella vita emotivo-affettiva e nella diversa “tonalità di colore” con cui ogni paziente vive il suo dolore.
Facile affaticamento, tristezza, lamentosità, debolezza muscolare, anoressia, continua necessità di richiesta di aiuto ed insicurezza costituiscono i sintomi che più frequentemente sono presenti nella fase che precede l’insorgenza della malattia.
La malinconia, la depressione psichica e la tristezza, senza che vi sia una causa oggettiva, rappresentano i sintomi più costanti nella fase premorbosa.

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✅  Si è svolta oggi la manifestazione per tutti coloro che si sono impegnati all’emergenza Covid .✅ Grandi soddisfazioni...
27/06/2021

✅ Si è svolta oggi la manifestazione per tutti coloro che si sono impegnati all’emergenza Covid .

✅ Grandi soddisfazioni

✅ Promotore dell’evento : Professore medico chirurgo : Francesco Casciaro

✅ Vivissimi Ringranziamenti ai partecipanti

STRESS E FATICA CRONICA 😖 parte 2Il senso di stanchezza, la scarsa volontà nell’assolvere agli impegni quotidiani, lo sc...
17/05/2021

STRESS E FATICA CRONICA 😖 parte 2

Il senso di stanchezza, la scarsa volontà nell’assolvere agli impegni quotidiani, lo scarso interesse per ciò che ci circonda, la debolezza fisica corrispondono all’affaticamento e con la perdita o caduta della motivazione. Di norma un individuo in equilibrio è motivato ad alzarsi la mattina per lavorare, per trovare nuove soluzioni e strategie che migliorino la risposta a stimoli esterni ed interni.
L’origine può essere fisica come psichica; in ultimo caso l’astenia fisica rappresenta la conseguenza di quella psichica; una eco amplificata sul sistema somatico. Non a caso il soggetto che non trae stimoli dall’ambente relazionale come da quello spazio-temporale, non presenta voglia, entusiasmo anche per le semplici ma vere realtà di cui la vita è caratterizzata: è quasi sempre un individuo affetto da depressone del tono dell’umore. Tale condizione può a sua volta divenire una vera e propria sindrome ansioso depressiva maggiore (MDD).
Tale condizione si accompagna spesso a quadri di fatica, astenia e debolezza muscolare. Tale quadro può anche dettare delle condizioni sul sistema immunitario.

👉🏻 La fatica cronica è tipico esempio di condizione che nasce dalla mente; attualmente spesso presente in donne tra i venti ed i quarant’anni appartenenti ai gruppi socio-economici di vario livello. La frequenza nei bambini al di sotto dei dodici anni si abbassa drasticamente. Tale condizione è ultimamente studiata perché riscontrata nella definita Sindrome Post covid-19; condizione dettata da una convalescenza molto lunga, superato il quadro clinico della manifestazione pandemica oggi non ancora pienamente conosciuta e nota come nhv-covid-19.

🔹 E’ una realtà evolutiva che può persistere per molti anni anche asintomaticamente o in modo paucisintomatico; il suo persistere determina, però, un “grigiore esistenziale” con riflessi relazionali e comportamentali. Gli stati tradizionalmente già conosciuti della fatica cronica sono rintracciabili in: ipotiroidismo, apnea notturna, narcolessia, epatite B e C non risolte, abuso di alcool o di altre sostanze, obesità severa, condizione iatrogena (effetti collaterali ai farmaci), lupus eritematosus sistemicus, sclerosi multipla e cancro, disturbi depressivi maggiori, anoressia nervosa, bulimia nervosa, schizofrenia, disordini psichici, demenza, malattia di Lyme…

😫 I segni e sintomi di questo disturbo sono rappresentati dall’ astenia, dai dolori muscolari, da quelli articolari, da vaghi disturbi della memoria, da labilità emozionale, instabilità del tono dell’umore, turbe del sonno (con reale alterazione del fisiologico ciclo sonno-veglia) ed algie cefaliche.
A tali sintomi si possono associare linfoadenopatie e febbricola (quindi stato febbrile centrale). Tale patologia così ricca di sintomi pone la necessità di formulare una diagnosi differenziale prevalentemente con patologie oncologiche, autoimmunitarie, da miceti (funginee), malattie cronico infiammatorie, sclerosi multipla, miastenia grave e disturbi endocrini.
Si rimarca l’attenzione sulla depressione del sistema immunitario e sul disordine dei rapporti esistenti tra le sottopopolazioni linfocitarie e la presenza di elevati livelli di immunocomplessi circolanti.

Un dato rilevante è rappresentato dalla frequente comparsa di anticorpi circolanti anticitomegalovirus ed anticorpi antivirus di Estein-Barr ed il ritorno a situazioni di normalità dei parametri immunologici funzionali quando il paziente incomincia a star meglio soggettivamente e clionicamente.
I pazienti trattati con farmaci anti-MAO rispondono brillantemente a tale terapia e si assiste ad una risoluzione a lungo termine della sensazione di fatica cronica e di marcata debolezza.

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STRESS E FATICA CRONICA 😖L’allungamento della vita media umana, la riduzione della mortalità infantile, il netto calo de...
16/04/2021

STRESS E FATICA CRONICA 😖

L’allungamento della vita media umana, la riduzione della mortalità infantile, il netto calo delle malattie infettive, l’amento della cultura media (non del nozionismo), lo sviluppo di malattie da protratto uso di “farci da banco”, l’effetto indotto da stimolazioni esterne marcate e protratte, configurano il quadro tipico da stress.

Lungamente l’essere umano è stato curato come se fosse privo della mente, orientando il punto di vista clinico esclusivamente o quasi sull’aspetto somatico, trascurando che il soggetto in cura rappresenta un individuo con una propria mente. Tale protocollo operativo è stato adoperato dai sistemi economico-politici dei paesi industrializzati, in particolar modo quelli occidentali, relegando quest’ultimo aspetto unicamente alla volontà della figura curante, spesso soffocata dai termini esecutivi del “protocollo esecutivo” medesimo. Di contro l’Uomo possiede un cervello ed una mente da cui possono dipendere le “malattie del corpo” possono essere scatenate/o modulate.

Pertanto la risposta dell’organismo ad ogni richiesta di “modificazione” effettuata su se stesso dall’ambiente esterno, rappresenta lo “stress”.
Tale risposta si può manifestare sia a livello fisiologico che comportamentale ed è mediata da un’attivazione emotiva che viene indotta da una valutazione cognitiva del significato dello stimolo.
Lo stress rappresenta una reazione del tutto fisiologica, di adattamento per il superamento degli ostacoli che possono comunque assumere uno o più significati patologici se la reazione diventa protratta nel tempo e conseguentemente sbilanciata tra la causa che genera il “problema” e la capacità di reagire in modo risolutivo.

Ulteriore elemento di fondamentale importanza è l'enorme variabilità della risposta individuale allo stress: i dati attualmente considerati suggeriscono che modificazioni del corpo, viscerali ed endocrine osservabili come risposta allo stress sono senz'altro correlabili alle caratteristiche dello stresso (stimolo stressante).
La personalità del soggetto è fondamentale per la caratterizzazione della reazione emozionale: uno stesso stimolo stressante può elicitare risposte viscerali ed endocrine differenti che dipendono dal soggetto e dalla sua valutazione razionale.
Ad esempio una separazione può essere vissuta differentemente da due soggetti, perché per l'uno l'evento è di alto significato sociale ed emozionale, per il secondo rappresenta un accadimento poco coinvolgente.

Lo stress acuto presenta assai meno pericoli di incidenza di malattie fisiche e/o psichiche rispetto allo stress cronico, poiché il ripetersi continuo e costante di situazioni stressanti è in grado di alterare molto facilmente i sistemi omeostatici che garantiscono risposte equilibrate dell'organismo a stimolazioni esterne.
Lo stress cronico può facilmente indurre una immunodepressione, per cui i soggetti immunodepressi sono caratterizzati fortemente da una condizione depressiva endogena che non consente ai medesimi di esprimere le proprie emozioni.
Da questo si deduce linearmente come esiste importante correlazione ed interazione tra cervello, sistema immunitario, sistema neurovegetativo e sistema endocrino: PNEI.

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04/04/2021
LO SHOPPING COMPULSIVO 👗Disturbo caratterizzato dalla irrefrenabile necessità di acquistare oggetti anche inutili. L’ind...
10/03/2021

LO SHOPPING COMPULSIVO 👗

Disturbo caratterizzato dalla irrefrenabile necessità di acquistare oggetti anche inutili. L’individuo interessato da shopping-mania spesso è di sesso femminile, con età compressa che si aggira intorno ai quaranta anni.

Prima di effettuare l’acquisto, il soggetto prova una crescente tensione emotiva che si attenua solo nel momento dell’avvenuto pagamento (fase realizzativa dell’Io) e del conseguente possesso dell’oggetto desiderato; ritornando nuovamente e ripetutamente (fase ciclica) in un nuovo senso di vuoto e di colpa (fase di bisogno).

Lo shopping diventa un momento necessario, si trasforma in un quadro patologico e dipendenza che vincola l’attività mentale.
La compulsione è rappresentata da un comportamento ripetitivo, come contare, ripetere determinate parole, lavarsi le mani… Diviene un atto che deve essere compiuto per forza, la cui finalità non coincide con il raggiungimento di una gratificazione, ma con la riduzione dell’ansia e di un disagio non definibile.

La compulsione è spesso sostenuta dall’idea di doversi “tutelare, proteggere, rassicurare” da alcune paure, attraverso rituali che hanno scopo esorcizzante.
Il soggetto che cede a tali tentazioni, chi è proclive a soddisfarei bisogni di una società all’insegna del consumismo sfrenato ed irrazionale, è spesso un soggetto fragile, insicuro ed a volte depresso, bisognoso di conferme, che non nutre stima verso se stesso.

Si potrebbe sostenere che tutte le emozioni negative, nel soggetto affetto da shopping mania, siano convertite in forze incontrollabili ad effettuare acquisti. Anche la malinconia, la solitudine, la rabbia, il sentirsi non compresi aumentano fortemente la necessità di autoaffermazione.
Probabilmente un profondo disagio psichico ed una dolorosa insoddisfazione sono le stimmate che caratterizzano il disturbo in questione.
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Con il termine “controtransfert” si fa, attualmente, riferimento ai pensieri ed ai sentimenti esperiti dall’analista che...
12/02/2021

Con il termine “controtransfert” si fa, attualmente, riferimento ai pensieri ed ai sentimenti esperiti dall’analista che sono pertinenti al “mondo interno” del paziente e possono essere utilizzati al fine di comprendere il significato delle comunicazioni di questi.

Secondo l’articolo del 1950 di Paula Heimann i sentimenti, gli atteggiamenti e le associazioni dell’ analista sono di grande aiuto nella comprensione dei processi inconsci del paziente. Il “controtransfert” è presente nelle relazioni, ma nella situazione analitica è anche una creazione del paziente, una parte della sua personalità.

Racker nel 1968, smitizza l’ideale della obiettività e della normalità dell’ analista corrisponda all’ interazione tra due personalità che hanno proprie dipendenze dall’ interno e dall’esterno, proprie ansie e proprie patologiche difese. Ognuna è, anche, un bambino con i suoi genitori interni.
Oltre alle risposte analogiche, tra le due figure indicate esistono anche delle differenze, soprattutto quella della “obiettività”.
L’ obiettività dell’ analista è data principalmente dall’ atteggiamento che egli assume nei confronti delle sue soggettività e del “controtrasfert”.

La vera obiettività (secondo Racker) si basa su un tipo di divisione interna che consente all’analista di rendere se stesso oggetto di continua osservazione ed analisi.
Inoltre Racker fa un distinguo tra:
1.“Controtransfert complementare”: dato da emozioni che sorgono dal fatto che il paziente tratta l’ analista come l’ oggetto di una delle proprie relazioni precoci (identificazione proiettiva).
2.“Controtransfert concordante”: è una risposta empatica, basata sulla “risonanza” dell’ analista verso il paziente.

Stern (1985) estende la “sintonizzazione affettiva” tra madre e bambino a quella tra analista e paziente: un’interazione. Ciò implica la capacità dell’ analista nel leggere il comportamento del paziente e fornirgli una risposta complementare che possa essere letta correttamente dallo stesso.

IL CONTROTRANSFERT  🔁👉🏻 Il “controtransfert” è una reazione dello psicoanalista al transfert del paziente.  L’opinione d...
14/01/2021

IL CONTROTRANSFERT 🔁

👉🏻 Il “controtransfert” è una reazione dello psicoanalista al transfert del paziente. L’opinione degli analisti sul “controtransfert” è andata nel corso del tempo modificandosi. La prima definizione fu formulata nel 1909 da Freud in una lettera inviata a Carl Gustav Jung, in cui lo stesso affermò : “insorge nel medico per influsso del paziente sui suoi sentimenti inconsci”. Nel 1910 il “controtransfert” viene considerato un ostacolo al trattamento analitico, suggerendo che lo psicoanalista lo risolva tramite l’ autoanalisi".
In seguito lo stesso autore si rende conto che l’ autoanalisi non può bastare ed avanza l’ idea di riprendere la propria analisi personale ogni cinque anni, richiamando l’analista ad essere “specchio che riflette”: nulla deve avere a che fare con il suo controtransfert, con i suoi sentimenti.

▶ Dapprima è stato considerato una difficoltà, poi il miglior strumento per comprendere il paziente e per rivivere assieme a lui le più importanti esperienze emotive. Nel 1947, fu Winnicot il primo a teorizzare l’“uso” del “controtransfert” nell’interpretazione, quale elemento che permette all’ inconscio dell’ analista di mettersi in rapporto con l’inconscio del paziente e di comprenderlo empaticamente.
🔹 Si comprende che il concetto di “controtransfert” si è andato enormemente ampliando, includendo l'insieme delle reazioni emotive che l’analista prova nel corso dell’analisi quale risposta specifica ad un dato paziente.

🔹 Solo un analista esperto è in grado di utilizzare efficacemente il controtransfert per il lavoro analitico. Una volta raggiunta questa capacità, il “controtransfert” si rivela uno strumento analitico prezioso per interpretare il “silenzio”, per comprendere ed analizzare più compiutamente il transfert e per cogliere e valutare le identificazioni proiettive del paziente sull’ analista.

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VANTAGGI DEGLI OMEGA 3 - in attività fisica ed allenamento 🏋🏻‍♂️👉🏻 Una strategia nutrizionale equilibrata in rapporto al...
07/12/2020

VANTAGGI DEGLI OMEGA 3 - in attività fisica ed allenamento 🏋🏻‍♂️

👉🏻 Una strategia nutrizionale equilibrata in rapporto alle esigenze cloriche degli atleti, un adeguato apporto energetico ed opportuni integratori (es. vitamine, minerali, omega-3), giocano un ruolo essenziale nelle attività sportive.
Bisogna sempre tener presente che ogni prestazione atletica è influenzata da innumerevoli fattori neuro-psicologici come ad esempio: capacità di mantenere elevata l’ attenzione, esecuzione e controllo dei gesti motori, reattività e rapidità dei movimenti. In tutto hanno un ruolo importante e fondamentale gli ormoni che fungono da trasmettitori di informazioni.

😣 Lo stress eccessivo è indubbiamente legato al rischio di infortuni. L’ eccesso di tale ormone, detto ormone dello stress, comporta spesso un peggioramento della performance.

🔹 Parallelamente abbiamo un’aumentata produzione di ormoni ad attività proinfiammatoria. Un intenso esercizio fisico fa si che il muscolo produca una grande quantità di citochine pro infiammatorie.
Considerando che il danno muscolare è correlato con i livelli di interleuchina-6, si è potuto verificare che la produzione di tali eicosanoidi proinfiammatori si ripete di due o tre volte al giorno, con tempi di recupero assai limitati tra un momento di “insulto” ed il successivo.
Nel contempo occorre considerare che le lesioni da allenamento intenso riducono la produzione di prostaglandine della serie 1, dotate di attività antiinfiammatoria. Segue che il tempo di recupero necessario, per un atleta, è condizionato dalla quantità prevalente di ormoni pro infiammatori od antiinfiammatori.

💯 L’ utilizzo di acidi grassi omega-3 a catena lunga consente la riduzione del rischio di infortuni soprattutto in chi compie allenamenti intensi e ripetuti.

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Casarano
73042

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Lunedì 09:00 - 17:00
Mercoledì 09:00 - 17:00
Venerdì 09:00 - 17:00

Telefono

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