29/11/2025
VUOI ESSERE TECNO-PSICOLOGO?
«Sappiate che, nelle profondità dello Stato, oscure officine lavorano alacremente alla messa a punto di un prototipo ancora segreto, destinato a mettere progressivamente da parte gli psichiatri di un tempo: lo psichiatra che, in nome della sua autonomia professionale, resiste alla sua gerarchia; e lo psicanalista geniale, che deve la sua clientela solo al passaparola; e lo psicanalista liberale, che deve rendere conto solo al suo analizzante.
Gli psicanalisti buttateli al secchio! Spazio al techno-psicologo!
Il techno-psicologo non avrà il compito di accogliere ciascuno nella singolarità del suo desiderio: che perdita di tempo! Che pessimo rapporto costi-benefici! E poi, guarire con le parole è stregoneria! No, il techno-psicologo non ascolta, conta, calibra, confronta. Osserva i comportamenti, valuta i disturbi, individua i deficit. Autonomia zero: obbedisce ai protocolli, fa quello che gli viene detto, raccoglie dati, li consegna ai gruppi di ricerca. Gli apparati dello Stato sono presenti fin dai primi passi della sua formazione ( Università ) e lui rimarrà loro sottomesso nel corso del tempo attraverso valutazioni periodiche. La verità è che il tecnico-psicologo non è uno psicologo: è un agente di controllo sociale totale, a sua volta sotto costante sorveglianza. Lo so: sembra fantascienza. Nemmeno Stalin ha osato tanto. Ancora più forte della Stasi: quella metteva microfoni, qui ti collegano direttamente un tecnico al cervello. »
Jacques-Alain Miller
(Polemica: morte agli psichiatri? Le Point, n. 1868, 3 luglio 2008)
CENTRO PSICOANALISI APPLICATA