Sarahbracci

Sarahbracci Percorsi di Consapevolezza

19/11/2025

noi sottoscritti, Giuristi e Avvocati per la Palestina (GAP), professionisti del diritto impegnati nella tutela dei diritti fondamentali del popolo palestinese, ci rivolgiamo a Lei nella Sua qualità di Capo dello Stato, garante della Costituzione e della fedeltà della Repubblica agli obblighi inte...

19/11/2025

Le famiglie sono al gelo, gli studenti faticano, i residenti vengono lasciati fuori, mentre gli investitori si arricchiscono sempre di più. Unisciti a migliaia di persone che chiedono di avere case per la gente, non per i profitti.

18/11/2025

Sono il papà di Lorenzo: qualche tempo fa ho scritto qui su "la situazione è grammatica" una storia che voleva far sorridere e, alla fine, quasi 30.000 persone si sono fatte una risata (e alcuni commenti erano persino più comici della storia stessa).

Qualcuno ha anche detto: "Queste cose sono impossibili!".
Sì, certo. Come Fantozzi che prende la corriera saltando dal balcone: impossibile, ma fa ridere lo stesso.

Ci riprovo: questa storia è ispirata (solo ispirata, per ca**tà) a un fatto reale.
Assolutamente reale.
E, come la precedente, voglio raccontarla con la speranza di strapparvi almeno un sorriso.

Beh, il mio Lorenzo ha una sorellina: Sofia.
Ieri sono andato al colloquio con la professoressa di italiano di Sofia (frequenta la seconda media).

Ero preparato. Avevo letto il registro elettronico. Sofia aveva preso un 5 nel tema. Volevo capire il perché.
Ero tranquillo. Ero un genitore responsabile. Ero pronto, vestito con lo stesso sorriso stampato da supereroe che avevo indossato per il compito di Lorenzo.

"Gliene dico quattro."
Avevo ripetuto questa frase come un karma per tutto il pomeriggio.

Prima di entrare mi sono guardato allo specchio del bagno.
"Sei un ingegnere. Hai una laurea. Hai costruito palazzi. Puoi affrontare una professoressa di italiano."
Mi sono dato una pacca sulla spalla, sorriso "supersmile". Sono entrato.

La professoressa B. è seduta alla cattedra. Sessantacinque anni, occhiali spessi, capelli raccolti.
Mi guarda con un mirino laser al posto degli occhi.
Non sorride, anzi: sembra una statua di cera (incazzata per giunta).
Attorno a lei, silenzio e penombra: una scena degna di un film dell'orrore.

Il mio sorriso da “pubblicità del dentifricio”, in un millisecondo, diventa quello di Shrek quando scopre che deve incontrare i genitori di Fiona.

"Prego, si sieda."
Non mi saluta: obbedisco immediatamente. Mi siedo.

"Allora, professoressa, volevo capire questo 5 nel tema di Sofia. Mi sembra una bambina che si impegna..."
Lei alza una mano: sembra uno di quei monaci tibetani dei cartoni animati.
Mi zittisce.

"Signor M., prima di parlare di sua figlia vorrei farle una domanda."
"Certo, mi dica."
"Lei ha letto il tema?"
"Sì, l'ho letto."
"E cosa ne pensa?"
"Beh... forse c'è qualche errore di grammatica, ma nel complesso mi sembra carino..."
"Carino..." ripete con tono tagliente. "Carino..."

In quel momento ho l'impressione che sul suo viso compaia qualcosa di simile a un sorriso, ma non sono sicuro: sembra più un ghigno.
Pausa. Mi fissa.

"Signor M., mi sa dire che tipo di errore è questo?"
Tira fuori il tema di Sofia. Cerchia qualcosa con la penna rossa. Me lo mostra.

"Scusi?"
Comincio a sentire caldo. Siamo a novembre, ma inizio a sudare.
Non un sudore normale: un sudore denso, vischioso, da interrogazione delle superiori.
Quello che ti cola lungo la schiena e ti fa sembrare che ti sei fatto la doccia vestito.

Mi avvicino: "Mi faccia vedere..."

"Qui: 'Gli ho detto'. Sua figlia ha scritto 'gli ho detto' riferendosi alla nonna. È corretto?"
"Ehm... no, dovrebbe essere 'le ho detto'..."
"Esatto. Perché?"
"Perché... perché si riferisce a una donna?"
(Penso: dai, questa era facile, ho una laurea in ingegneria... posso farcela.)

Lei annuisce. Scrive qualcosa sul registro.

"Continuiamo. Qui: 'A me mi piace'. Cosa c'è di sbagliato?"
"Vabbè, non si scrive, è sbagliato, si sa..."
Faccio un sorriso, cerco di conquistarla con la simpatia, ma lei rimane impassibile, fredda come un ghiacciolo.
Pausa.
"Il termine tecnico è 'pleonasmo'. Lo sapeva?"
"No, io..."
(Mi ha preso in castagna, questa non la sapevo proprio.)

Cerco di fare il simpatico: "Posso chiedere l'aiuto da casa?"
Rido. Rido solo io.
Lei mi guarda come se stesse pianificando il mio funerale morale.

"Sette meno. Procediamo."
Gira pagina.
"Qui sua figlia ha usato il passato remoto in modo scorretto. Mi sa dire perché?"

A quel punto mi rendo conto che sta parlando con me come se fossi Sofia.
Devo interrompere la cosa.
Mi schiarisco la voce, attivo la modalità Ingegnere-ON e dico:

"Professoressa, io sono venuto per parlare di mia figlia, non per..."
"Signor M., lei pretende che io dia un voto migliore a sua figlia, ma lei stesso non conosce la grammatica italiana. Come può valutare il mio operato?"

Mer... mi ha spiazzato.
Rimango in silenzio, sprofondo nella sedia di legno.
Lei continua:

"Ora le faccio una domanda. Quando si usa il congiuntivo imperfetto?"
"Scusi?"
"Il congiuntivo imperfetto. Quando si usa?"

Questa non mi ci voleva... eccheccazzo...
Parlo e scrivo correttamente, ma non è che faccio l'analisi grammaticale, logica e del periodo ogni volta che qualcuno apre bocca...

Mi faccio coraggio:
"Io... non lo so con precisione..."
"Sei meno. Avanti. Mi dica la differenza tra complemento di specificazione e complemento di denominazione."

Adesso è troppo!
Mi alzo:
"Professoressa, io sono un ingegnere, non..."
"Cinque. Insufficienza grave!"

Scrive tutto su un foglio, poi mi guarda:
"Signor M., le ho appena dato tre voti: sette meno, sei meno, cinque.
La media è 6. Scarso."

Mi guarda.
Io non so cosa dire.
Mi siedo di nuovo e le dico (non gli, mi raccomando):

"Senta, prof…."
"Professoressa, grazie. Ora le faccio un'ultima domanda. Molto semplice. Mi dica: cos'è un anacoluto?"
"Un... cosa?"
"Ana-co-lu-to."

"Ma... io... conosco l'analcolico: l'analcolico biondo che fa impazzire il mond..."
Niente.
Speravo di strapparle un sorriso con una citazione da boomer, ma lei prende la penna, scrive sul foglio, poi mi guarda:

"Quattro."

"Signor M., lei oggi ha preso una media del 5,5. Insufficiente. E pretende che io dia un voto più alto a sua figlia che — almeno lei — sa cos'è un anacoluto?"

"Ma veramente io... non sono preparato su certe cose..."
"Signor M., le consiglio di studiare. Magari potrebbe chiedere a sua figlia di aiutarla.
Sofia conosce la grammatica. Lei no, a quanto pare."

"Professoressa, ma questo è assurdo..."
Riprendo il mio ruolo di genitore e la dignità di ingegnere.

Lei mi guarda ancora con gli occhi che sembrano di vetro (forse è solo suggestione ma sono certo di scorgere piccole scintille rosse e arancioni nelle sue pupille), poi con voce greve:

"Assurdo? Le sembra assurdo che un genitore venga a sindacare il mio lavoro senza conoscere la materia?
Sa quanti genitori come lei vedo ogni settimana?
Genitori che non sanno neanche cos'è un participio passato ma vengono qui a dirmi come devo valutare?"

A quel punto si alza.
Non si alza normalmente: si alza come Darth Vader quando toglie la maschera a Luke.
La stanza sembra oscurarsi ulteriormente.
Giuro di aver sentito un tuono in lontananza.

"Il colloquio è finito. Arrivederci, Sig. M. e si ricordi: studi!
Altrimenti la prossima volta la interrogo davvero."

Mi sento come Fantozzi davanti al Megadirettore Galattico.
Mi guardo attorno cercando scampoli di dignità.

Esco dall'aula.
Sono le 17:05.
Sono stato dentro sette minuti.
Mi sembrano sette ore: sudato, rosso e affranto.

Nel corridoio incontro un altro genitore.
Mi guarda come si guarda un reduce di guerra.

"Com'è andata?" Sussurra, come se temesse di essere sentito.
È visibilmente preoccupato.

Lo guardo:
"Oggi interroga."
"Cooosaaaa? Noooo... non so niente! Però dai... non l'aveva detto..."
"Mi ha interrogato. E ho preso 5,5."

Lui ride, ma negli occhi gli leggo il terrore puro.

Un'altra mamma, davanti a me, telefona al figlio:
"Mamma torna a casa, ha un malore improvviso. Facciamo ve**re papà...
No, aspetta, facciamo ve**re la nonna.
Papà viene solo se proprio non c'è nessun altro."

Esco dalla scuola distrutto moralmente.
Quando torno a casa, Sofia mi viene incontro:

"Papà, com'è andata a scuola?"
"....Bene."
"Cosa ti ha detto?"
"....Niente."
"Ma non ha parlato del mio tema???"
"Sì. Ha detto che... che devi continuare così."
"Davvero?"
"Sì. E ha detto che... che devo studiare."
"Tu?"
"Sì. Io."

Sofia ride.
"Papà, la prof ti ha interrogato?"
La guardo. Lei sorride.
"Sì."
"E quanto hai preso?"
"5,5."

Sofia scoppia a ridere.
Poi mi guarda seria, con l’aria da tutor universitario che valuta uno studente fuori corso da sette anni: "Papà, vuoi che ti aiuti a studiare?"
Annuisco piano, come nei film quando il protagonista capisce che non ha più via d’uscita.
"Sì. Penso di sì."

Quella sera Sofia mi ha spiegato cos'è un anacoluto.
Io ho preso appunti.
Con l'evidenziatore, il foglio protocollo e la postura da scolaretto in punizione.
A un certo punto mi ha pure detto:
"Papà, ma puoi stare attento?”

Quando ha finito la lezione ha chiuso il quaderno e, con la sicurezza di un generale che ha appena addestrato un nuovo soldato, ha detto:
"Bravo. Domani ripassiamo i complementi."

Il giorno dopo, in ufficio, un collega mi chiede:
"Tutto bene? Sei pallido."
"Sono stato interrogato."
"Dal capo?"
"Peggio. Dalla professoressa di mia figlia."
Silenzio.
"Quanto hai preso?"
"io….5,5."

Fa una smorfia, come se mi avesse visto aprire un contenitore di yogurt del 2018 poi si avvicina e mi sussurra…. "Mi dispiace… anche io… 5,5"

Dislcaimer: Nessun ingegnere è stato maltrattato durante la stesura di questo testo.

F.M.

08/09/2025
08/09/2025
08/09/2025
08/09/2025
08/09/2025
08/09/2025

Il leggendario street artist britannico Banksy ha realizzato una nuova opera sul muro laterale del Royal Courts of Justice di Londra. Il murale raffigura una persona che tiene in mano un cartello bianco mentre viene picchiata da un giudice che brandisce un martelletto. L'opera è stata realizzata subito dopo che la polizia metropolitana ha arrestato oltre 850 persone per aver violato le leggi antiterrorismo il 6 settembre durante una protesta contro la messa al bando dell'azione diretta non violenta Palestine Action.
Circa 1.500 persone hanno partecipato alla manifestazione, organizzata da Defend Our Juries (DOJ), in Parliament Square a Londra, rendendola uno dei più grandi atti di disobbedienza civile di massa nella storia britannica. Tra gli arrestati figuravano ex e attuali dipendenti del servizio sanitario nazionale, un sacerdote di 83 anni e un veterano disabile della RAF.
Un portavoce del DOJ ha dichiarato: "L'opera d'arte di Banksy sulle pareti della Royal Courts of Justice descrive in modo potente la brutalità scatenata da Yvette Cooper sui manifestanti con la messa al bando di Palestine Action.
"Quando la legge viene utilizzata come strumento per schiacciare le libertà civili, non estingue il dissenso, ma lo rafforza. Come dimostra l'opera d'arte di Banksy, lo Stato può cercare di privarci delle nostre libertà civili, ma siamo in troppi e la nostra determinazione a opporci all'ingiustizia non può essere sconfitta: il nostro movimento contro il divieto è inarrestabile e cresce ogni giorno.
Speriamo che tutti coloro che sono stati colpiti dall'opera d'arte ispiratrice di Banksy si uniscano alla nostra prossima azione, che sarà annunciata a breve".
Da quando la controversa messa al bando è entrata in vigore a luglio, più di 1.600 persone sono state arrestate in base alla legislazione antiterrorismo e oltre 70 sono state incriminate.
L'opera di Banksy può essere ammirata su una parete esterna del Queen's Building, parte del complesso del Royal Courts of Justice.

Novara Media, 8 settembre 2025

SIGN THE PETITION: SUSPEND THE EU-ISRAEL TRADE AGREEMENT. STOP THE GENOCIDE. Right now in Gaza, people are being bombed,...
18/08/2025

SIGN THE PETITION: SUSPEND THE EU-ISRAEL TRADE AGREEMENT. STOP THE GENOCIDE.

Right now in Gaza, people are being bombed, starved, and killed. Over 54,000 people have died — most of them civilians. Children are dying from hunger. Families are being shot while trying to get food. Hospitals are being destroyed.

And while this happens, the EU still has a trade deal with Israel — worth nearly 16 billion euros a year in exports. This deal is supposed to be based on respecting human rights. Clearly, human rights are being broken.

But there’s hope. The EU is reviewing if the human rights clause of the agreement is being respected right now. If enough of us raise our voices, we can help suspend the deal, stop supporting this violence and pressure Israel to stop the genocide.

Please sign the petition. Share it with others. We don’t have to stay silent.
👉 https://sign.myvoice-mychoice.org/forms/stop_gaza_genocide_eng

Let’s act together — and help stop the genocide.
https://share.myvoice-mychoice.org/s/cfKtXVwF

Right now in Gaza, people are being bombed, starved, and killed. Over 54,000 people have died — most of them civilians. Children are dying from hunger. Families are being shot while trying to get food. Hospitals are being destroyed. And while this happens, the EU still has a trade deal with Israel...

11/08/2025

La gioia è contagiosa, proprio come lo sono la sofferenza, l’ansia e la paura. Tutti i sentimenti sono contagiosi, vale a dire che influenzano e si propagano in coloro che ci circondano. Questa comprensione dovrebbe darci un senso di responsabilità molto maggiore riguardo ai nostri atteggiamenti interiori.

Così, per prendere esempi semplici, un sentimento, un desiderio benefico verso un’altra persona, se è abbastanza intenso crea una vera e propria entità che va presso la persona cui è inviato e cerca di farle del bene in ogni modo a lui possibile. E lo stesso purtroppo per i desideri e gli impulsi malevoli.
Questo ci fa comprendere quanto grande sia la nostra responsabilità per le forze che irradiamo continuamente.

Ancora più importante è il rilassamento emotivo. Questo è dato da un atteggiamento giocoso. Eliminare ogni tensione emotiva, sia le cosiddette positive che le cosiddette negative. La tensione emotiva “negativa” consiste nella paura, preoccupazione, mettere in discussione, e cose così; ma anche l’eccitazione emotiva “buona”, il desiderio di lavorare, l’attivismo, e così via. L’obiettivo è dunque l’equilibrio emotivo – la parola giusta è “equilibrio”. Ma dato che non possiamo smettere di avvertire un’emozione, dovremmo allora canalizzarla in un atteggiamento giocoso e gioioso. Una gioia tranquilla è consentita!

Roberto Assagioli
Emozioni e sentimenti

Indirizzo

Via Fiamminghini
Cassano D'Adda
20062

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