20/09/2025
L’incontro di consulenza psicologica è contenuto dentro ad uno spazio e ad un tempo ben definiti: un’ora di inizio e di fine, un giorno ed una frequenza il più stabili possibile, le pareti di uno studio e la (com)presenza di noi e dei nostri corpi*.
Questo “contenitore fisico” in linguaggio tecnico si chiama “setting”, ed è fondamentale.
Oltre allo spazio e al tempo del colloquio, però, c’è un’intera dimensione, dentro di noi psicologi, molto più aperta e fluida in cui le persone che incontriamo nel nostro lavoro sono presenti a noi in modi diversi: riempiono i nostri appunti, che supportano la nostra memoria nel fissare alcuni punti importanti; ci tornano in mente mentre studiamo e ci formiamo, ma anche mentre in radio passa una canzone di cui abbiamo parlato durante i nostri incontri; sono con noi quando siamo in supervisione dai nostri colleghi più esperti e affrontiamo insieme le difficoltà del nostro lavoro, ma sono anche e spesso uno stimolo per affrontare a nostra volta alcune importanti questioni all’interno della nostra psicoterapia personale.
Questo si riassume, per me, nella frase: ti tengo in mente. Ti ho nei pensieri.
Che significa: ho cura di te, sempre. 🤍
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*anche il colloquio online, in videochiamata, segue delle regole di setting, naturalmente con delle differenze dovute alla distanza fisica: i tempi sono sempre precisi, predefiniti e rispettati, e il luogo in cui ognuno di noi (paziente e psicologo) si trova deve rispettare l’esigenza di mantenere il colloquio privato e, il più possibile, indisturbato.