26/11/2025
🌲 La famiglia nel bosco, il sistema e la genealogia: cosa sta accadendo davvero?
Ogni volta che un bambino viene allontanato dalla sua famiglia, la prima cosa che si muove è il nostro cuore.
La seconda… è la nostra genealogia.
Perché questo non è solo un caso di cronaca.
È un campo sistemico enorme, che sta muovendo memorie, ferite collettive, archetipi antichi:
il bosco, la libertà, la madre, l’autorità, la paura, la legge, l’“essere fuori dal gregge”.
E ogni volta che accade qualcosa così potente, non sta parlando solo di loro.
Parla anche di noi.
1. Il BOSCO come archetipo
Il bosco, nella genealogia simbolica, è il luogo dell’origine, della natura, dell’istinto, della libertà.
È maternità primordiale.
È “torno dove sono nato”, anche se non lo diciamo a parole.
Per alcune famiglie, il bosco è nutrimento.
Per altre, è minaccia.
Per le istituzioni, a volte è “non controllo” — e quindi paura.
Questa frizione tra libertà e controllo non è nuova.
È vecchia quanto il mito di Cappuccetto Rosso.
2. L’AUTORITÀ che interviene
Quando lo Stato interviene in una famiglia “diversa”, si muove il grande archetipo del Padre.
Il Padre che protegge, o il Padre che punisce.
Dipende dalle storie che portiamo dentro.
Chi ha avuto un padre presente e buono vede un’azione di tutela.
Chi ha un padre assente, duro, violento o giudicante vede violenza, abuso, ingiustizia.
E non stiamo reagendo ai fatti.
Stiamo reagendo a memorie antiche.
3. I FIGLI allontanati: la ferita primaria
Quando un minore viene separato dal suo nucleo, per legge, dovrebbe essere l’ultima spiaggia.
Perché nella genealogia l’allontanamento è una delle ferite più profonde.
Il bambino percepisce:
“Ho sbagliato?”
“Mamma dove sei?”
“Cosa ho fatto?”
È una rottura del campo.
Anche se temporanea.
Anche se motivata.
E questo è il vero nodo emotivo che oggi sta scuotendo il Paese:
non l’educazione parentale, non il bosco, non l’autarchia.
Ma il dolore della separazione.
4. LA COLLETTIVITÀ in risonanza
I commenti, i giudizi, i forconi digitali, le difese appassionate…
non parlano della famiglia nel bosco.
Parlano del nostro bisogno collettivo di trovare un colpevole, un buono, un cattivo.
E mentre politici e media surfano sull’onda, io vedo un’altra cosa:
🔥 Un Paese che, per una volta, non si sta dividendo.
La maggior parte delle persone — da destra, da sinistra, dai boschi, dai condomìni —
vede la stessa cosa:
che togliere due bambini sereni alla loro madre è un trauma enorme.
Questa è la parte luminosa.
Il campo collettivo sta scegliendo il lato della vita, del cuore, della madre.
È raro.
Potente.
Inaspettato.
5. A livello sistemico… cosa racconta questa storia?
Racconta che siamo in un’epoca in cui la libertà individuale si sta scontrando con paure antiche.
Che la diversità di stile di vita mette ancora in crisi il sistema.
Che, genealogicamente, molte famiglie stanno guarendo la ferita dell’obbedienza cieca.
Che gli archetipi Madre–Padre, Natura–Legge, Libertà–Controllo stanno chiedendo un nuovo equilibrio.
E racconta anche un’altra cosa:
👉 che i bambini non mentono.
E quando vedi bambini che ridono, giocano, crescono sani…
la domanda non dovrebbe essere “sono normali?”,
ma:
“sono protetti, amati, nutriti e in sicurezza?”
Questo va valutato con cura, non con fretta.
Con ascolto, non con pregiudizio.
Con buon senso, non con automatismi.
Nessuno di noi conosce tutta la verità.
E nessuno può giudicare una famiglia da un video o da un titolo di giornale.
Ma una cosa è certa dal punto di vista sistemico:
💛 la libertà non è una colpa.
💛 la diversità non è una minaccia.
💛 la maternità non è negoziabile senza dolore.
E mentre l’Italia discute, io guardo i campi, i sistemi, i movimenti dell’Anima…
e vedo che qui si sta giocando qualcosa di molto più grande.
Forse questa vicenda non riguarda solo quei bambini.
Riguarda tutti noi.
La nostra infanzia.
I nostri padri.
Le nostre madri.
Il nostro modo di stare al mondo.
La nostra capacità di accogliere chi vive diversamente.
La nostra relazione con la libertà.
E forse — paradossalmente —
proprio questa storia così dolorosa
sta risvegliando una coscienza collettiva che non vedevamo da anni.
🌿
Tanya Amaduzzi
Facilitatrice Costellazioni AuroCromatiche – Rimini
(Quella che guarda i fatti ma ascolta le genealogie…
perché a volte lì si trova la verità che nessun tribunale sa vedere.)