28/08/2022
UN AFFETTUOSO SALUTO AI MIEI ASSISTITI ...❤️❤️❤️
Carissimi assistiti
Il destino mi ha portato a Misterbianco ed un caro amico – il dottore Gaetano Puglisi, persona splendida, a cui sarò eternamente riconoscente - mi ha portato a Belsito.
Era il 1984, avevo 31 anni ed avevo ricevuto l’incarico da pochi giorni. Un giorno Gaetano venne a casa e mi disse: ….”Adesso ti porto in una frazione dove non c’è nessuno studio medico e c’è tanta gente che ha di bisogno di un medico di famiglia. Vedrai ti troverai bene; è tutta brava gente”.
Mi presentò la famiglia Gulà, la signora Montebello e la famiglia Cavallaro di Via Dei Papaveri presso la cui abitazione aprii il mio primo studio e così cominciai la mia attività di Medicina Generale “primo medico a Belsito”. Gli anni sono passati e nel tempo gli studi sono cambiati cercando posizioni più facili da raggiungere: Via Delle Rose, Via Delle Viole, Via Del Pino e infine Via Dei Lillà. Così facendo ho un po’ accontentato tutti; mi allontanavo da alcuni e mi avvicinavo ad altri.
Giunto al traguardo dei 70 anni, con 43 anni di laurea, una specializzazione alle spalle e 39 anni di Medicina Generale a Belsito è arrivato per me il momento di dedicarmi ad altro e lasciare il posto a una Collega più giovane, carica di energie giovanili, fresca di studi e piena di entusiasmo per la nostra nobile Professione, che richiede animo sereno e concentrazione verso il paziente che si sente ammalato.
Molti dei pazienti sono giunti già alla terza generazione: i genitori mi hanno affidato i loro figli che oggi sono diventati padri di famiglia e che, a loro volta, oggi mi affidano la cura anche dei loro figli. Non nascondo che questo gratifica il mio cuore e mi ha sempre caricato di maggiori responsabilità.
Ho vissuto le gioie, le sofferenze, le ansie e i lutti di tanti pazienti e delle loro famiglie. Ho visto vivere e morire centinaia di persone: di ognuno di loro conservo vivida la parabola della loro malattia ed il percorso finale che li ha condotti alla inesorabile conclusione: la morte. Ho sempre vissuto questo momento con disagio e come senso di sconfitta, di cui si stenta a darsi pace. Fortunatamente sono stati in numero maggiore i tanti momenti di gratificazione professionale per i casi risolti con successo o il raggiungimento di una diagnosi certa.
Di tutti e di tutto serbo un vivo ricordo nel mio animo, che nessuno cancellerà. Ricordi che mi hanno arricchito e fatto crescere come uomo e come professionista. Ringrazio tutti, perché da tutti ho imparato sempre qualcosa.
Sono passati 39 anni, si è vero ma gli ultimi tre, gli anni del COVID, vanno moltiplicati per tre. Dalla mattina al risveglio sino a notte fonda “appiccicato” allo schermo del computer per assistere tutti i malati Covid e i non Covid. Ancora più difficile dover compiere diagnosi attraverso il telefono o tramite una fotografia. I malati COVID hanno avuto sempre la mia quotidiana assistenza sino alla risoluzione della patologia. Ad essi non ho mai fatto mancare la certezza che tutto si sarebbe risolto per il meglio. Per il COVID ho perso un solo paziente e considerati i numeri dei decessi della pandemia posso affermare che per la comunità dei miei pazienti è andata abbastanza bene.
Questi ultimi anni sono stati particolarmente “pesanti” e adesso desidero vivere qualche anno serenamente, senza lo stress dell’impegno giornaliero, dedicando più tempo a me stesso, ai miei familiari e alla “mia amata fotografia”.
Per quanto diversi e apparentemente lontani, il medico e il fotografo sono di fatto assolutamente simili. Tutti e due cercano di arginare la corruttibilità dell’essere. Sono, al tempo stesso, il segno del nostro inarrestabile desiderio di esistere e della nostra angoscia di non poter rimanere; con la fotografia potrò rendere immortale ciò che è destinato, senza di essa, a finire nel mare del nulla.
Lascio con dispiacere i miei assistiti, ma con animo sereno di aver fatto a pieno e con dedizione il mio dovere. Medico comunque lo resterò per tutto il tempo che mi rimane da vivere e, da medico, cercherò sempre di rendermi utile a chi avrà bisogno di un mio parere o di un mio consiglio o di un semplice conforto.
Un ringraziamento speciale va indirizzato alla mia collaboratrice di studio, Antonella Miceli, che con serietà e professionalità mi ha supportato per 32 lunghi anni. Per me è stato un aiuto valido e indispensabile senza la quale, nelle ore di studio, non avrei potuto dedicarvi tutto il tempo di cui avevate bisogno. Per voi è stata una persona fidata e sicura a cui chiedere non solo “la ricetta” ma a volte confidare le vostre angosce: “Grazie Antonella con tutto il cuore”.
Alla collega, Federica Sciatà, che di buon grado ha accettato di subentrare nello studio e prendere l’eredità dei miei pazienti, auguro ogni successo umano e professionale. Sono sicuro che anche con lei riuscirete ad instaurare serenamente quel rapporto di fiducia che è indispensabile tra medico e paziente.
Ad ognuno di voi auguro ogni bene, materiale e spirituale ed una vita serena, fatta di affetti semplici ma genuini e sinceri.
Il vostro medico di famiglia Giacomo Adamo