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05/11/2025

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07/09/2025


S. Vegetti Finzi, La Psicoanalisi n. 41, p 261, Astrolabio

04/09/2025

16/08/2025

Vedete quest’uomo? L’uomo che vedete in questa foto non è un povero, né un mendicante o un senzatetto. Quest'uomo è Lev Tolstoj: uno dei giganti della letteratura russa, tutti conoscono il suo nome, pochi sanno la storia straordinaria dietro questa fotografia.

Quando aveva cinquant’anni Tolstoj cadde in depressione. Di giorno in giorno la sua tristezza aumentava, senza motivo. Tolstoj era un conte, era uno degli uomini più ricchi del suo paese, era famoso in tutto il mondo. Eppure era infelice. «Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. Anche la salute non aveva un gran peso; c’erano malati pieni di voglia di vivere e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza.»

Un giorno vide un orfano lungo il vicolo Afanas’evskij, e mosso a compassione, lo portò a casa con sé . E per la prima volta dopo tanto tempo si sentì di nuovo bene. Si dimenticò di se stesso, dei suoi problemi, della sua tristezza. Da quel momento Tolstoj rinunciò agli abiti da signore, al lusso, ai suoi privilegi, incominciò a condurre una vita semplice, regalando ciò che possedeva a chi ne aveva bisogno.

«Non parlatemi di religione, di ca**tà, di amore,» era solito dire, «ma fatemi vedere la religione nelle vostre azioni.» Tolstoj fu anche il primo teorico della non-violenza, predicò la fratellanza tra i popoli e le sue idee ispirarono un’altra grande figura del ventesimo secolo, Mahatma Gandhi. Fino al giorno della sua morte continuò ad aiutare gli altri, ecco perché molti dissero che era pazzo. In un mondo dove conta soltanto l’avere, il possedere le cose e perfino le persone, dove tutti vogliono prendere ma nessuno sa dare, Tolstoj sembrava pazzo.

Un giorno un suo vecchio amico, che al contrario di Tolstoj viveva negli agi e nel lusso, gli disse: «a che scopo fai tutti questo? Che ti importa degli altri? Dovresti pensare a te stesso». Al che Tolstoj gli rispose: «se senti dolore, sei vivo, ma se senti il dolore degli altri, sei umano.»

Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X ➡️ Tratto da «Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera». Potete leggerne un estratto gratuito qui: https://www.amazon.it/innamorarsi-Karenina-leggere-classici-lezioni/dp/8807174359

16/08/2025

PER TANTO TEMPO, LA PERSONA TOSSICA... ERO IO
Sì, lo riconosco.
La mia vita era impregnata di negatività, circondata da poche possibilità — non solo in casa, ma anche tra amici che erano più velenosi che sinceri.
Sì, ero io quella tossica.
Perché ero sempre la prima a cercare, la prima a esserci.
Perché mi lasciavo mettere all’ultimo posto nelle priorità degli altri, mentre facevo per loro ciò che nessuno avrebbe mai fatto per me.
Perché davo fiducia a chi non la meritava e mi illudevo con conti che erano solo fallimenti.

Sì, quella persona ero io…
Finché un giorno ho deciso di cambiare.
Ho scelto di diventare "cattiva" — cioè, di pensare a me stessa.
E da quel momento sono diventata una delusione per chi si era abituato a vedermi sempre disponibile.

Ho smesso di correre ad aiutare.
Ho imparato a dire di no.
Ho dato a ciascuno lo stesso spazio che mi davano nella loro vita.
E ho aperto gli occhi: non ho mai contato per loro quanto loro contavano per me.

Ho imparato a darmi valore, e ho lasciato andare tutte le persone inutili e vuote che riempivano la mia vita.
Prova anche tu a liberarti di ciò che ti sporca l’anima: fa un bene incredibile.

Vale per amori tossici, familiari difficili, vicini invadenti e false amicizie.
Metti te stesso al primo posto… e vedrai come cambierà la tua storia.
Magari per gli altri sarai il “cattivo”, ma finalmente sarai libero.

— Jamie Lee Curtis

14/08/2025
14/08/2025
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09/08/2025

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04/08/2025

🔎 È vero che la lingua italiana nasce in Sicilia?

Sì, è storicamente vero che la Scuola Poetica Siciliana fu il primo movimento letterario a usare un volgare italiano come lingua scritta e artistica, anticipando di circa mezzo secolo i toscani. Anche Dante, nel De Vulgari Eloquentia, lo afferma chiaramente.

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✨ Palermo, culla nascosta della lingua italiana ✨

📍 Introduzione
Quando pensiamo alla nascita dell’italiano, ci viene in mente Dante a Firenze. Eppure, la vera scintilla del nostro volgare si accese a Palermo, nella corte di Federico II, tra il 1230 e il 1250.

Lì nacque la Scuola Poetica Siciliana, il primo gruppo di poeti che trasformò il dialetto in lingua letteraria.

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📜 La rivoluzione linguistica del Sud

Federico II, imperatore colto e visionario, creò una corte multiculturale, dove si parlavano latino, greco, arabo, francese e siciliano. Proprio da questo crocevia di culture nacque una lingua nuova, mediterranea, colta e popolare insieme.

I poeti siciliani, come Giacomo da Lentini (a cui si attribuisce persino l’invenzione del sonetto), usarono un volgare siculo per esprimere amore, onore e desiderio, con parole come amuri, onuri, curaggiu.

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📚 Dante lo conferma

Nel suo trattato De Vulgari Eloquentia, Dante Alighieri scrive:

> 🖋️ “Il più illustre volgare d’Italia si trovava nella corte del re di Sicilia.”

Un omaggio diretto alla scuola poetica di Federico II, che pose le basi dell’italiano letterario prima ancora dei toscani.

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🧠 Curiosità

I testi della Scuola Siciliana furono poi “tradotti” in toscano per la loro diffusione.

Su oltre 300 poesie, molte andarono perdute, ma le rimanenti mostrano una lingua ricca, elegante e innovativa.

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📌 Conclusione

La lingua italiana non nasce nei salotti fiorentini, ma tra i castelli e le piazze di Palermo, grazie a una cultura mista e aperta, che sapeva accogliere e reinventare.

📍 La Sicilia non fu solo un’isola, ma un faro linguistico e culturale per tutta l’Italia.

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04/08/2025


J.-A. Miller, La Psicoanalisi n. 42, p 23, Astrolabio

Indirizzo

Corso Delle Provincie, 12
Catania
95100

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