12/11/2025
Per quanto il distacco da chi amiamo sia uno dei momenti più terribili dell’esistenza, c’è un tempo che lo precede, altrettanto doloroso e spesso dimenticato: il tempo che passa dalla diagnosi all’addio.
È il tempo delle lacrime soffocate, per non farsi sentire.
È il tempo del fare, della forza e della resistenza, dove le emozioni vanno messe da parte per affrontare l’imprevedibilità di ogni giorno.
È il tempo del fiato sospeso, delle false speranze e delle ricadute.
È il tempo di quegli abbracci, di quei baci e carezze che sanno di ultimi.
È il tempo di guardarsi negli occhi e dirsi tutto.
È il tempo in cui non c’è spazio per altro, perché il prendersi cura è tutto ciò che è importante.
In questo tempo può fare la differenza dare a sè stessi lo spazio per ascoltarsi ed essere ascoltati. Il sostegno psicologico, che ricordiamolo in questa fase non è terapia, ma supporto, può essere un modo per trovare, nella tempesta della vita che si sta attraversando, risorse importanti per andare avanti, e offrire a chi sta male la cura migliore.
Eppure a volte il tempo che intercorre tra la diagnosi e l'addio è troppo poco, così poco che il tempo per ricevere sostegno per sè non è nenache pensabile. Tutto è rinviato e sospeso, eppure il corpo e la mente continuano a vivere e a memorizzare tutto, ogni songolo dettaglio.
E così dopo l'inevitabile addio, arriva il tempo delle memorie.
Il tempo in cui ciò che non si è potuto elaborare urla per farsi sentire, riportando alla luce il dolore, la nostalgia e l’amore che rimangono dentro di noi.
È un tempo che squarcia letteralmente il cuore, ma è anche il tempo in cui possiamo provare a dare significato a ciò che ci era sembrato senza senso, sciogliere memorie congelate e alleggerire il peso del dolore.
Affrontare il dolore non lo annulla, e non deve. Il dolore resta, ma lascia spazio anche a ciò che vale la pena di ricordare: i gesti, le voci, le carezze, i legami.
Mentre affrontiamo, diamo significato, e mentre diamo significato ogni cosa, ogni emozione, ogni dettaglio prende il suo posto. Resta dentro di noi, ma non più come una scheggia impazzita che lacera il cuore ad ogni sussulto.
E in questo mettere ordine ed intagrare pezzi di vita, iniziamo ad allargare la prospettiva, a vedere cose che prima non si riusciva a scorgere.
Farcela non sempre è facile da soli,
la psicoterapia, e metodi specifici come l'EMDR, possono essere strumenti utili, opportunità, e facilitatori in questo percorso difficile, ma possibile.