01/12/2025
Il silenzio dei vigliacchi
Chiamiamolo pure ghosting…
ma io credo che in italiano suoni meglio così: fuga vigliacca.
Perché è di questo che si tratta.
Non di un “non sentirsela”, non di un “momento di confusione”,
ma di una vera e propria fuga emotiva.
Una sparizione codarda travestita da distacco.
Un silenzio che pretende di cancellare tutto —
come se le emozioni, le parole, i gesti, i legami,
potessero dissolversi solo perché uno dei due decide di non rispondere più.
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Chi fa ghosting non è forte.
Non è lucido.
Non è superiore.
È una persona che non sa gestire il proprio mondo interiore.
Che non ha imparato a restare quando l’intimità si fa reale,
quando le maschere cadono e bisogna mostrarsi per come si è davvero.
Serve più coraggio a restare e dire la verità,
che a sparire e lasciare l’altro pieno di domande.
Serve più forza a sostenere un confronto,
che a bloccare, silenziare, cancellare.
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Il ghosting è infantilismo emotivo.
È un disagio adolescenziale che si traveste da freddezza adulta.
È la paura di affrontare la colpa, la vergogna, la responsabilità.
È l’incapacità di reggere l’emozione che nasce da un legame vero.
Chi ghosta non scompare per ferirti,
scompare per non guardarsi dentro.
Perché nel momento in cui dovrebbe mostrarsi,
crolla dietro al proprio silenzio.
E il silenzio…
non è mai neutro.
Il silenzio fa rumore.
Ti rimbomba dentro.
Ti lascia nel dubbio, nell’attesa, nel vuoto.
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E così, chi resta… soffre.
Si colpevolizza.
Si riempie la mente di domande:
“Cosa ho detto di sbagliato?”
“Perché mi ha ignorata così?”
“Forse ho spinto troppo?”
“Forse non sono abbastanza?”
Ma la verità è che non sei tu il problema.
Te lo ripeto come un mantra di guarigione:
💔 non sei tu il problema.
È lui — o lei —
che non ha il coraggio di essere adulto.
Che non ha la forza di gestire la vulnerabilità.
Che non conosce la parola “responsabilità emotiva.”
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Non inseguire chi fugge.
Non cercare spiegazioni da chi non sa nemmeno spiegare sé stesso.
Non scusare ciò che non ha scuse.
Perché il ghosting, in realtà, è una confessione silenziosa.
Ti sta dicendo chi hai davanti.
E anche se all’inizio fa male,
col tempo capirai che quel silenzio ti ha salvata.
Perché dietro quel silenzio,
dietro quella sparizione,
c’era solo confusione, paura, e un potenziale disastro emotivo.
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Sì, ci starai male.
Ti mancherà.
Ti sveglierai chiedendoti se tornerà,
se almeno ti pensa,
se un giorno avrai le risposte che ti meriti.
Ma arriverà il momento in cui capirai.
Capirai che non vuoi più chiudere gli occhi per essere amata.
Che non vuoi più lottare per ricevere ciò che dovrebbe essere spontaneo.
Che non vuoi più costruire ponti verso chi ama distruggere strade.
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✨ E allora, in quel momento,
il ghosting smetterà di essere una ferita
e diventerà una lezione di valore.
Perché affrontare il dolore con presenza e dignità
vale più di qualsiasi messaggio mai arrivato.
Vale più di qualsiasi “mi manchi” sussurrato troppo tardi.
Ricorda:
il silenzio degli altri non dice chi sei.
Dice chi non sono loro.
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Ti è mai successo?
Hai mai provato quel vuoto, quella confusione, quel silenzio che fa rumore?
Raccontamelo nei commenti.
Perché metterlo in parole è il primo passo per liberarsene.
E se questa esperienza ti ha lasciato ricordi dolorosi,
se senti che una parte di te è ancora legata a quel vuoto,
scrivimi in privato.
Nel mio metodo di Rinascita Emozionale
ti aiuterò a trasformare quel silenzio in forza.