19/06/2021
Da un colloquio con un uomo di 30a:
“mio padre mi soffocava, mi opprimeva
non potevo scegliere lo sport, lo studio, gli amici
mi faceva sentire sbagliato
al punto che ho cominciato a chiedermi “e se avesse ragione lui?”
così non ho scelto…non ho scelto lo sport, lo studio, gli amici
più cercavo di accontentarlo e più lo deludevo
più cercavo di entrare nel vestito che mi aveva cucito addosso più mi arrabbiavo con lui
ma non mi sono mai dato il permesso di essere me stesso…ci sono voluti gli attacchi di panico per avere la libertà di urlare NO! Di urlare BASTA!
Voglio capire chi sono, voglio capire cosa voglio, voglio non sentirmi sbagliato, voglio smettere di aver paura di tutto e di sentirmi giudicato
voglio accettare mio padre e non essere così arrabbiato con lui”
Nella relazione genitore-figli, come nella coppia, l’amore passa attraverso l’accettazione dell’altro come individuo diverso da me.
Questo riconoscimento permette al genitore di non considera il figlio lo strumento per soddisfare aspettative e desideri propri.
Essere genitori è davvero un lavoro difficile. A volte, come giardinieri, invece di assecondare la crescita rigogliosa e disordinata della pianta, vogliamo darle una forma potando drasticamente i rami e snaturandone l’essenza.
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