05/12/2025
Puoi voler bene al tuo partner… e smettere comunque di toccarlo. È così che si passa da essere amanti a coinquilini.
Marta mi ha contattata perché non ce la faceva più.
“Lo amo, ma così non posso più andare avanti”.
Da tempo lei e Simone vivevano come coinquilini: affetto, rispetto, ma nessuna vita sessuale.
Lei si sentiva invisibile, a lui sembra non gliene importasse nulla.
Simone è un uomo preciso, responsabile, sempre con la testa piena di doveri.
Il lavoro, la casa, le scadenze.
Quando parlava di sé, usava spesso la parola dovere.
E quando il dovere prende tutto lo spazio, la leggerezza sparisce.
Marta, invece, aveva bisogno di sentirsi ancora viva, di essere toccata, desiderata, non solo capita.
Si era stancata di aspettare che “le cose migliorassero da sole”.
Era arrivata al punto di pensare di separarsi, pur continuando ad amarlo.
Nel percorso non siamo partiti dal sesso: sarebbe stato troppo presto.
Abbiamo iniziato da qualcosa di più semplice e più difficile allo stesso tempo: ricostruire il piacere di stare insieme.
Cose piccole, quotidiane: una passeggiata senza parlare di problemi, cucinare qualcosa insieme, condividere un momento della giornata senza fare i genitori o i colleghi.
Perché quando ci si ritrova lì— nelle cose minime — per il puro piacere di farle insieme la coppia inizia a risvegliare l’intimità.
Piano piano è cambiata l’atmosfera: qualche risata, qualche contatto spontaneo, meno tensione.
E quando la relazione ha ripreso a respirare, l’intimità fisica è tornata da sola, senza forzature.
Un giorno Marta mi ha detto:
“Non facciamo solo sesso. Abbiamo ricominciato a piacerci.”
E questo è il punto.
La complicità sessuale non nasce in camera da letto: nasce nelle piccole cose che tengono viva la curiosità, la leggerezza ed il piacere di stare insieme.