14/05/2020
Sindrome di Stoccolma ... collettiva?
Ogni tanto ritorna di moda il riferimento alla sindome di Stoccolma, una sorta di "alleanza", dipendenza psicologica, condivisione empatica, con il proprio aguzzino o rapitore, a discapito di chi si sta adoperando per la sottrarci dalle sevizie e dalla prigionia.
Ora, mi viene in mente quello che stiamo vivendo come "popolo del COVID-19". Tralasciando i casi veramente infelici di "runner" additati come untori, degli inseguimenti alla "rambo" di persone solitarie che passeggiavano in spiaggia, osservando quello che capita ora, nel tempo del ritorno graduale alla nostra dimensione naturale di "animali sociali", la reazione sociale di disprezzo, stigmatizzazione, messa alla gogna sociale (con tanto di foto ... poi fatte da chi era lì, esattamente come gli altri "untori") sembra essere il risultato di una "Sindrome di Stoccolma Collettiva".
Mi pare che si stia insinuando una dipendenza psicologica dal nostro nemico (il Virus) a discapito della nostro bisogno fondamentale di socializzazione e soprattutto di libertà individuale, ovviamente nel sacrosanto rispetto delle regole che l'emergenza sanitaria richiede; ma l'emergenza sanitaria non può prescindere dalla nostra salute, nel suo significato più profondo di "Salute PSICOfisica", come definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, così frequentemente citata in questo periodo.