24/07/2023
La mia memoria mi riporta ad uno strano ,triste,e comunque significativo racconto.
Ero una ragazzina quando un mio zio si vantava di aver risolto un problema che gli procurava il suo cane da caccia .
Il cane in questione era un pochino scapestrato,non rispondeva al richiamo quando mio zio li richiamava,aveva i suoi tempi,perciò dopo il richiamo,ci metteva qualche minuto per potere ritornare e completare i suoi compiti.Ma comunque tornava,sapeva .
Mio zio non accettava questa cosa ,la prendeva sul personale,lui doveva obbedire.
Quindi un giorno parti ‘col cane in auto percorse un po’ di strada poi si fermò,apri’lo sportellò
e fece scendere il cane ,poi riparti ‘.
Dallo specchietto osservo’ fiero la reazione del cane che si mise a correre per raggiungere l’auto con il suo padrone.
Poi si fermò e fece risalire il cane.
La lezione fu presto imparata,in cane che aveva provato l’abbandono,non esitò più a rispondere al richiamo e fu un seguace sincero tutta la vita .
Questo breve racconto serve per spiegare che anche l’essere umano funziona alla stessa maniera,ci sono bimbi che sono stati privati nella loro infanzia dell’affetto di un genitore o di entrambi,da adulti vivono costantemente un senso di mancanza ,di abbandono.
Spesso questo fa vivere loro relazioni squilibrate,creando un senso di dipendenza nella relazione affettiva.
Se l’altro non c’è non sono completo,e rivivo costantemente quel senso di vuoto e mancanza .
Così si crea la dipendenza affettiva.
Ma come sarebbe andata se il cane dello zio fosse stato lasciato libero,dandogli solamente la certezza della presenza e dell’amore?
Senza usare tecniche manipolative e abbandono?
Bene,sicuramente si sarebbe instaurato il senso di appartenenza e amore disinteressato,lasciando a lui la libertà e assicurando al cane la sua presenza.
Questo è amore sano .
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