20/07/2021
Grazie Massimo per queste riflessioni 🙏❤
DI PSICHE, DI CLIMA E DI SCELTE
Nell’oceano di variabili, che riempiono di ragionevoli dubbi tutte le opzioni relative alla questione vaccini e alla pandemia in generale, occorre inserire anche la variabile “P”.
In ambito PNEI la “P” sta per “PSICHE” e il peso di questa variabile è piuttosto rilevante nelle questioni che riguardano l’immunologia.
I temi scottanti di questi tempi non chiamano in causa solo scienze quali l’epidemiologia e la virologia (sovraesposte in questo periodo) ma anche l’immunologia e la psicologia (un tantino in secondo piano nel palcoscenico mediatico quotidiano).
Eppure gli effetti della psiche sul sistema immunitario sono noti fin dal secolo scorso e stanno ricevendo un sostegno scientifico sempre maggiore man mano che gli studi in questo ambito si susseguono.
La psiche sembra essere un elemento in grado di far pendere l’ago della bilancia verso il successo o l’insuccesso di svariate terapie, verso l’esposizione o meno a fattori di contagio, verso lo sviluppo o meno di reazioni avverse o verso la produzione o meno di anticorpi..
Se ormai è chiaro che l’intestino è il terreno in cui si radica il nostro sistema immunitario, sembra proprio che la psiche rappresenti il “clima” che ne condiziona la funzionalità.
Sarebbe opportuno prestare molta più attenzione al clima psicologico che si sta creando attorno a questioni delicate come la vaccinazione, un clima che oggi é decisamente sfavorevole e che rischia di diventare un’aggravante pericolosa, indipendentemente da quale sia la scelta individuale.
E noi osteopati?
DI base noi osteopati cerchiamo di creare le condizioni migliori affinché il potenziale del nostro paziente si possa sviluppare..
Credo quindi sia il caso di riflettere su quanto le nostre opinioni e le nostre esternazioni possano condizionare i nostri pazienti, sui quali il nostro ascendente è forte, influenzando la loro psiche ed esponendoli al rischio di non avere un “clima interiore” adatto a sostenere le loro scelte, qualsiasi esse siano..
Nel bene come nel male il nostro atteggiamento può avere serie ripercussioni sulla salute dei nostri pazienti tanto quanto il nostro trattamento.
Per esempio, se un paziente ha deciso di vaccinarsi ma apprende che siamo contrari si troverà in conflitto..
Viceversa, se un paziente è contrario alla vaccinazione e apprende che noi siamo vaccinati entrerà in una condizione psicologica delicata e potenzialmente destabilizzante..
Questo fenomeno si amplifica soprattutto se la nostra opinione è espressa con toni di intolleranza nei confronti di chi la pensa diversamente da noi.
E questo non aiuta il nostro paziente..
Certo, è normale che le persone ci chiedano consigli anche in merito a questioni che non ci competono o semplicemente che, sbirciando sui nostri profili social, cerchino di carpire la nostra posizione in riferimento a temi nei quali non riescono a scegliere con serenità.
La nostra responsabilità é enorme e il rischio di creare nel paziente un conflitto è alto: se la pensa come noi si sentirà più tranquillo ma se la pensa diversamente entrerà in crisi.
Per questo motivo credo che chi fa il nostro lavoro debba essere molto attento a come si esprime, direttamente o indirettamente, privatamente o pubblicamente, nel rispetto del ruolo terapeutico che ricopre, un ruolo che richiede delle neutralità difficili da raggiungere ma fondamentali per il benessere dei nostri pazienti.