14/03/2017
Gli attacchi di panico sono mostri che paralizzano e spaventano; ma sono anche un messaggio potente che il nostro corpo e la nostra mente, uniti, ci inviano.
Il racconto, intimo e profondo, di S.B.
"Uscire dalla "comfort zone", anteporre la motivazione alla paura, vivere facendo uno "sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare" sono state per me delle linee valoriali imperanti da quando il primo barlume di ragione si è acceso nella mia mente: questa era chiaramente per me la ricetta del "successo".
Un bel giorno di 4 anni e una manciata di mesi fa qualcosa mi ha brutalmente costretta a rivedere questa impostazione e a, letteralmente, cambiare marcia: un forte attacco di panico mi ha colta alla guida. Sarebbe stata la prima di una serie di volte, in cui la formula "lottare contro la propria paura" sembrava non solo non funzionare ma peggiorare la situazione: insistere nel cammino, nonostante il chiaro grido di aiuto della mia mente, ha cronicizzato per non poco tempo il problema.
Gradualmente si è insinuato in me il sospetto che la linea tra il coraggio e il rifiuto di accettare i propri limiti potesse essere molto sottile, che altrettanto complesso di sforzarsi per raggiungere un traguardo potesse essere lo stare immobili accettando di non avere le risorse per raggiungerlo.
Forte di questa consapevolezza, ho scoperto una ricetta nuova, in cui "successo" fa rima con "equilibrio", equilibrio tra lo sforzo di spingersi oltre qualcosa che spaventa e l'umiltà di fermarsi quando corpo e mente si uniscono nel raccontarci un disagio. Successo rima ora anche con "pazienza", quella necessaria per accettare la natura graduale del raggiungimento di un obiettivo, quella che mi ha insegnato a dirmi "brava!" non solo al superamento della scritta "traguardo", ma ad ogni tappa intermedia, celebrando come vittoria ogni significativo sforzo compiuto.
Tornare a tutti gli effetti alla guida non solo rappresenta uno dei più grandi successi che ricorderò, ma, è il caso di dirlo, è uno di quei traguardi il cui percorso si è rivelato più importante del raggiungimento della destinazione. Oltre a fornirmi delle nuove intuizioni ha confermato una forte certezza: la nostra mente è una grandissima alleata, se ci costringe a bloccarci è per suggerirci che qualcosa sta ostacolando il nostro cammino e che prendendocene cura non potremmo che procedere più sereni e.. esplorare paesaggi ancora più meravigliosi, magari cantando a squarciagola le canzoni di qualche ritrovato vecchio CD.. !"