05/11/2025
MEGLIO FAR PARTE DI UN GRUPPO DISFUNZIONALE PIUTTOSTO CHE IL NULLA
È di questi giorni la notizia di una baby gang costituita da 3 adolescenti di 14, 15 e 16 anni che ha torturato e umiliato per ore un coetaneo sottoponendolo a violenze come isolamento e segregazione in un appartamento per quasi 24 ore, taglio delle sopracciglia, lesioni fisiche, deprivazione del cellulare con blocco delle chiamate, una sigaretta spenta sulla caviglia e infine l’essere costretto a nuotare in un fiume gelato.
Sevizie che si fa fatica a commentare per la crudeltà che le caratterizza.
Sevizie che però vanno viste e ricordate come espressione di un disagio di fronte al quale è necessario non commettere l’errore di voltarsi dall’altra parte.
Sevizie che riflettono una assenza di regole e insieme di educazione all’affettività, alla relazione sana.
Quella dove la presenza di una carezza va insieme alla fermezza di saper mettere i limiti, quella in cui lo stare con i figli non si riduce allo svolgimento di un dovere fatto di fretta ma alla condivisione reale, alla ricerca di un dialogo e alla capacità del genitore stesso di dire “scusa, ho sbagliato”, quando questo avviene.
L’assenza genera abbandono emotivo e isolamento, l’abbandono emotivo e l’isolamento generano rabbia, la rabbia incontrollata violenza, la violenza distruzione psichica.
E pur di compensare l’abbandono che ci si porta dietro si è disposti a cercare la propria famiglia in un gruppo, anche disfunzionale.
Un gruppo dove si esercita violenza, l’importante è farne parte.