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10/01/2021

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BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA06 - RACCOMANDAZIONIRaccomandazione 1L’elevata prevalenza della patologia cariosa nella po...
07/11/2020

BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA
06 - RACCOMANDAZIONI

Raccomandazione 1

L’elevata prevalenza della patologia cariosa nella popolazione infantile italiana (Campus et al., 2007) ci porta a valutare l’intera popolazione come potenzialmente a rischio di carie e come tale bisognosa di interventi preventivi di tipo estensivo (Tinanoff et al., 2002; Kallestal et al., 2003; De Grauwe et al., 2004).

Raccomandazione 2

La fluoroprofilassi deve essere consigliata per tutti i soggetti in età evolutiva che vivono in aree con acqua a basso contenuto di fluoro (< 0,6 ppm).
La fluoroprofilassi può iniziare dal terzo mese di gravidanza con la
somministrazione alla madre di 1 mg/die.
La fluoroprofilassi raggiunge la massima efficacia dopo l’eruzione dei denti.
La costante presenza di adeguate concentrazioni di fluoro nel cavo orale riduce significativamente il rischio di carie (Leroy et al., 2003; Levy, 2003; Marinho et al., 2003; Twetman et al., 2003; Weintraub, 2003; Douglass et al., 2004; Marinho et al., 2004a; 2004b; Peterson et al., 2004; Twetman et al., 2004; Jones et al., 2005; Yeung et al., 2005; Adair, 2006; Hiri et al., 2006).

I principali meccanismi d’azione del fluoro sono:

a) rinforzare la struttura cristallina dello smalto con formazione di fluoroapatite (Leroy et al., 2003; Yeung et al., 2005; Jones et al., 2005; Adair, 2006).

b) favorire la remineralizzazione dello smalto demineralizzato (Leroy et al., 2003; Levy, 2003; Lewis e Milgrom, 2003; Jones et al., 2005);

c) effetto antimicrobico, soprattutto su Streptococcus mutans, diminuendone la capacità di adesione ai tessuti orali e i tempi di moltiplicazione (Jenkins et al., 1993).

Raccomandazione 3

La somministrazione di fluoro per via topica attraverso l’uso di paste dentifricie a basso contenuto di fluoro (500 ppm) è raccomandata dai 3 ai 6 anni, due volte al giorno.

Dopo i 6 anni, l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro due volte al giorno è di fondamentale importanza nella prevenzione della carie e può costituire l’unica forma di
somministrazione.

La quantità raccomandata di dentifricio per i bambini sotto i 6 anni deve essere minima. Perché il corretto dosaggio sia rispettato è indispensabile la supervisione di un adulto; in nessun caso il dentifricio dovrà essere lasciato all’uso autonomo del bambino.
Seguendo queste indicazioni, il rischio di fluorosi è decisamente raro, in ogni caso, nullo dopo gli 8 anni (Levy, 2003).

E’, comunque, importante sottolineare che all’età di 5 anni, per sviluppare fluorosi, è necessario ingerire per lunghi intervalli di tempo il 50% del contenuto di un tubetto di dentifricio per bambini (Rock e Sabieha, 1997).

Raccomandazione 4

Le sigillature sono indicate per tutti i bambini.
La loro efficacia nel prevenire la carie è massima se vengono applicate nei 2 anni successivi all’eruzione e la loro integrità va
controllata ogni 6-12 mesi.

La sigillatura è particolarmente indicata per i primi molari permanenti. Questi elementi dentari, infatti, occupano una posizione piuttosto arretrata nel cavo orale del bambino e non risultano facilmente raggiungibili dalle setole dello spazzolino nei soggetti di 6-7 anni.

Raccomandazione 5

L’uso del succhiotto edulcorato e l’uso non nutrizionale del biberon contenente bevande zuccherine devono essere assolutamente evitati.

La carie rapidamente destruente (detta anche carie rampante, baby bottle o carie precoce) è una forma della patologia particolarmente severa.

Le principali manifestazioni cliniche della carie rapidamente destruente sono il dolore, la presenza di ascessi e fistole, cui si associa una frequente compromissione dello stato sistemico e possibile conseguente malnutrizione (Tinanoff et al., 2002).

La terapia di questa forma di carie è spesso rappresentata dall’estrazione di molti o di tutti gli elementi decidui, sia per la gravità delle lesioni, sia per la giovane età dei soggetti colpiti, che
non consente di sottoporli ad una terapia conservativa lunga, complessa e con prognosi dubbia.

La causa principale della carie rapidamente destruente va ricercata nel prolungato uso del biberon contenente sostanze zuccherate o latte anche non addizionato di zucchero, specialmente assunte nelle ore notturne, quando il flusso salivare è fortemente ridotto.

Può risultare utile suggerire al genitore di continuare, almeno per un certo periodo di tempo, la somministrazione del biberon nelle ore notturne, se questo è di aiuto al sonno, ma con il solo
contenuto di acqua.

Raccomandazione 6

L’assunzione di bevande e cibi contenenti carboidrati semplici è sconsigliata fuori dai pasti.

Gli zuccheri ingeriti con la dieta (intesi come carboidrati fermentabili) svolgono un ruolo fondamentale nei meccanismi eziopatogenetici della carie.

La frequente assunzione di carboidrati fermentabili durante l’arco della giornata produce ripetuti abbassamenti del valore del pH orale, che favoriscono la demineralizzazione dei tessuti duri dentari, dando il via alla formazione della lesione cariosa.

La relazione tra consumo di “zuccheri” e malattia cariosa nei paesi industrializzati per lungo tempo è stata ritenuta virtualmente lineare: più una popolazione consumava “zuccheri”, più elevata era la prevalenza della patologia cariosa.
La relazione sembra assumere una tendenza non più lineare per il ruolo protettivo del fluoro, che è in grado di ridurre il
rischio di carie, anche in presenza di elevati e crescenti consumi di zuccheri. L’assunzione di zuccheri aggiunti può arrivare a 15 kg/pro capite/anno [45 g/die] in presenza di un adeguato apporto di fluoro (Moynihan e Petersen, 2002).

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BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA05 - DEFINIZIONE RISCHIO DI CARIERISCHIO DI CARIE BASSO/MEDIOSotto i 6 anni● Nessuna lesio...
01/11/2020

BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA
05 - DEFINIZIONE RISCHIO DI CARIE

RISCHIO DI CARIE BASSO/MEDIO

Sotto i 6 anni
● Nessuna lesione clinicamente evidente o carie secondaria, assenza di fattori di rischio o presenza di un solo fattore che possa aumentare la probabilità che il soggetto manifesti nel futuro prossimo una o più lesioni cariose (Grado dell’evidenza I).

Oltre i 6 anni
● Una lesione clinicamente evidente o carie secondaria negli ultimi 3 anni (Grado dell’evidenza I).

RISCHIO DI CARIE ELEVATO

Sotto i 6 anni (almeno uno dei punti seguenti)
● Presenza di almeno una lesione clinicamente evidente o carie secondaria negli ultimi 3 anni (Grado dell’evidenza I).
● Presenza di più fattori di rischio che possano aumentare la probabilità di carie (Grado dell’evidenza II).
● Basso status socio economico (Grado dell’evidenza III).
● Esposizione al fluoro non sufficiente (Grado dell’evidenza I).
● Xerostomia (Grado dell’evidenza III).

Oltre i 6 anni (almeno uno dei punti seguenti)
● Più di due lesioni clinicamente evidenti o carie secondarie negli ultimi 3 anni (Grado dell’evidenza I).
● Presenza di più fattori di rischio che possano aumentare la probabilità di carie (Grado dell’evidenza II).
● Esposizione al fluoro non sufficiente (Grado dell’evidenza I).
● Xerostomia (Grado dell’evidenza III).

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BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA04 - LA CARIE - OSPITELe variabili relative all’ospite riguardano essenzialmente la saliva...
25/10/2020

BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA
04 - LA CARIE - OSPITE

Le variabili relative all’ospite riguardano essenzialmente la saliva.
La saliva esercita un’importante azione protettiva, grazie ai sistemi tampone che agiscono innalzando il valore del pH, quando questo scende sotto la soglia di rischio per la demineralizzazione.

La saliva è, inoltre, fornita di sistemi antimicrobici (lisozima,
perossidasi) e immunitari (IgA secretorie) che agiscono sinergicamente nel controllo della flora cariogena (Tenovuo, 1998; Lenander-Lumikari et al., 2000; Hicks et al., 2003; Dodds et
al., 2005).

L’utilizzo di gomma da masticare (chewing-gum) stimola, durante i primi minuti di masticazione, la secrezione salivare e può, pertanto, incrementare transitoriamente i meccanismi di difesa nei confronti della carie, sempre che siano privi di zuccheri fermentabili
e contengano edulcoranti non cariogeni, come lo xilitolo (Lingstrom et al., 2003; Van Loveren, 2004; Burt, 2006).

L’uso del chewing gum non sostituisce in nessun caso le regolari
manovre di igiene orale, perché la sola masticazione non è in grado di rimuovere i depositi di placca batterica nei diversi siti del cavo orale, cosa che solo un corretto spazzolamento può ottenere.

Sull’utilizzo di chewing contenenti probiotici, non esistono ad oggi dati scientifici che consentano di consigliarne l’utilizzo.

Fattori di rischio aggiuntivi
Le condizioni socio-economiche ed ambientali giocano un
ruolo importante sullo sviluppo della patologia cariosa, influenzando anche le abitudini correlate alla salute orale, quali l’igiene orale personale e l’igiene alimentare.

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BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA03 - LA CARIE - CARBOIDRATILa fermentazione dei carboidrati da parte dei batteri cariogeni...
18/10/2020

BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA
03 - LA CARIE - CARBOIDRATI
La fermentazione dei carboidrati da parte dei batteri cariogeni comporta la formazione di metaboliti acidi responsabili della demineralizzazione della componente inorganica dello smalto e della dentina; la produzione di enzimi proteolitici (es. aminopeptidasi) è poi responsabile della disgregazione della componente organica dei tessuti sopra citati.
Le specie cariogene, avendo come habitat le superfici dure dentarie, possono colonizzare stabilmente il cavo orale del bambino solo dopo l’eruzione dei primi denti decidui.
E’ stato ampiamente dimostrato che tanto più massiva e
precoce è la colonizzazione del cavo orale del bambino da parte di questi microorganismi, tanto maggiori saranno le probabilità di sviluppo di lesioni cariose nella dentatura decidua (Johnson, 2004).
E’ nozione comune che, in Europa, durante e dopo la fine delle guerre mondiali, quando il consumo di zuccheri era forzatamente ridotto, la prevalenza e l’incidenza di carie erano estremamente basse; d’altro canto, numerosi studi clinico-epidemiologici hanno messo in relazione il consumo di zuccheri fermentabili con l’aumento della carie.
L’ordine decrescente di cariogenicità è il seguente: saccarosio, glucosio, maltosio, lattosio, fruttosio (Karjalainen, 2007).
La frequenza con cui i carboidrati vengono assunti, più che la dose complessivamente assunta, sembra essere l’elemento più importante nella genesi della patologia.
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BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA02 - LA CARIE - I BATTERI ed I GENITORINel cavo orale sono presenti centinaia di specie mi...
09/10/2020

BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA

02 - LA CARIE - I BATTERI ed I GENITORI

Nel cavo orale sono presenti centinaia di specie microbiche per lo più commensali.

Almeno 20 specie batteriche hanno la capacità di produrre acidi deboli (specie cariogene); il batterio più importante nell’eziopatogenesi (meccanismo di formazione) della carie è lo Streptococcus mutans, anche se nelle lesioni cariose si possono rinvenire altri germi cariogeni, tra cui altri streptococchi (S.
oralis, sanguis, mitis), lattobacilli e actinomiceti.

Le proprietà principali di questi microrganismi sono: adesività, fermentazione di alcuni carboidrati assunti con la dieta (soprattutto saccarosio, glucosio, fruttosio e lattosio), sintesi di polisaccaridi intra ed extracellulari e crescita in ambiente acido (Thenisch et al., 2006; Law et al., 2007).

In particolare, si ribadisce che il batterio cariogeno più rilevante è Streptococcus mutans, la cui presenza nel cavo orale della madre, in qualità e quantità, condiziona il rischio di carie del
bambino.
Le gravide che presentano un’alta concentrazione di Streptococcus mutans sono quelle che trasmettono il maggior rischio al nascituro.

E’ noto da tempo che il cavo orale dei bambini alla nascita è sterile, e che successivamente acquisisce dall’ambiente il suo pattern di
microrganismi che lentamente dà luogo allo sviluppo e alla maturazione del sistema orale.

E’ stato dimostrato in base allo studio della mappa genetica e della produzione di peculiari batteriocine da parte di Streptococcus mutans, che i ceppi batterici rinvenuti nella saliva dei bambini sono gli stessi rinvenuti nella saliva delle loro madri.

Si è concluso, allora, che la principale fonte di infezione per Streptocooco Mutans nei bambini è la saliva materna.

Esiste, quindi, una correlazione tra le condizioni di igiene e di salute nelle madri e lo sviluppo di carie dentali nei figli, ed è anche dimostrato che è possibile controllare e prevenire tale trasmissione da madre a figlio riducendo la concentrazione salivare materna di Streptococcus mutans mediante la somministrazione combinata di fluoro e clorexidina (Brambilla et al, 1997).

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03/10/2020

BAMBINI E MALATTIE DELLA BOCCA.

tratto da "LINEE GUIDA NAZIONALI PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE ORALE E LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE ORALI IN ETA’ EVOLUTIVA"

Iniziamo una breve trattazione delle principali patologie orali in età evolutiva.

01 - LA CARIE - INTRODUZIONE

La patologia cariosa è una malattia:

- infettiva
- a carattere cronico-degenerativo
- trasmissibile
- ad eziologia multifattoriale

che interessa i tessuti duri dentali e che porta alla distruzione
degli stessi (Featherstone, 2003).

Rappresenta ancora oggi una delle patologie più diffuse nella popolazione generale (Tinanoff et al, 2002; Marthaer, 2004; Whelton, 2004; Hugoson et al., 2005; Nunn, 2006; Selwitz et al., 2007) e in età pediatrica (Campus et al., 2004; Senna et al., 2005; Cleaton-Jones et al., 2006; Campus et al, 2004; 2007).

Negli ultimi decenni i paesi industrializzati hanno registrato una riduzione della prevalenza della patologia, anche se recenti indagini epidemiologiche a carattere nazionale hanno evidenziato che il problema carie è ancora pressante nei bambini italiani: è emersa, infatti, una prevalenza di circa il 22% di patologia a 4 anni e di circa il 44% a 12 anni (Strohmenger et al., 2006; Campus et al., 2007).

In Italia, la quasi totale assenza sul territorio di Servizi Odontoiatrici di Comunità rende ancora più difficile l’attuazione di programmi di
prevenzione puntuali ed efficaci.

Secondo il diagramma proposto da Keyes nel 1962, ancora oggi ritenuto valido, sono necessari tre fattori di rischio fondamentali perché si realizzi la carie: flora batterica cariogena, dieta ricca di carboidrati fermentabili e ridotte difese dell’ospite.

Per fattore di rischio si intende “un fattore biologico, ambientale e comportamentale che nel tempo aumenta la probabilità del manifestarsi di una patologia; se rimosso o assente, ne riduce la probabilità.

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25/09/2020

L’allarme arriva dagli Usa, dove una serie di esperimenti condotti su cellule batteriche e nei topi dimostrano che il triclosan, l’antibatterico per antonomasia presente ovunque, dai dentifrici ai prodotti di pulizia per la casa, è in grado di interferire con il funzionamento di vari antibiotic...

Pubblichiamo protocollo della Regione Veneto per gestione bambini sintomatici a casa e scuola
14/09/2020

Pubblichiamo protocollo della Regione Veneto per gestione bambini sintomatici a casa e scuola

13/09/2020

LOS ANGELES, USA: grazie ai suoi notevoli vantaggi, tra cui l’essere minimamente invasiva, la chirurgia assistita da robot sta ottenendo un crescente riconoscimento in molti campi medici, compresa l’odontoiatria. Nel 2019 la Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha autorizzato il primo...

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