10/01/2020
Anahata chakra
Anahata chakra letteralmente significa “non colpito” (an-non, ahat-colpito).
Tutti i suoni nell’universo manifesto sono prodotti dall’urto di oggetti e questo crea vibrazioni o onde sonore.
Ma quel suono che nasce al di là di questo mondo materiale, il suono primordiale, è la sorgente di tutti i suoni ed è anahata nada (suono).
Il centro del cuore è il centro in cui questo suono si manifesta.
Può essere percepito dallo yogi come una vibrazione interna, mai nata, immortale, il pulsare dell’universo.
Anahata chakra è simboleggiato da un loto blu scuro con 12 petali sui quali sono scritte le lettere: kam, kham, gam, gham, nam, cham, chham, jam, jham, nam, tam, tham.
Nel centro del loto vi è un esagramma formato da due triangoli intrecciati (come la stella di David) ed il bija mantra yam posto su di una veloce antilope nera, simbolo dell’elemento aria.
Le divinità che vi presiedono sono Isha, il signore che tutto pervade e la dea Kakini, regolatrice dell’elemento grasso.
Anahata è associato sul piano fisico al cuore, ai polmoni ed ai sistemi circolatorio e respiratorio.
I sofferenti di malattie come anemia, ipertensione, palpitazioni, tubercolosi, asma e bronchiti dovrebbero praticare la concentrazione su anahata chakra, preferibilmente mentre praticano le asana o altre tecniche di yoga.
Si può meditare su anahata chakra immaginando una stanza o una grotta buia e vuota nella regione del torace.
Questo è chiamato lo spazio del cuore (hridayakasha) ed è riempito con l’espansione e la contrazione del procedimento del respiro e con il ritmo del battito del cuore.
Si dovrebbe cercare di visualizzare la piccola fiamma di una lampada accesa.
Immaginatela ferma e senza alcun tremolio come una fiamma in un posto senza vento.
È il simbolo dell’anima individuale (jivatma), lo spirito che risiede in tutti gli esseri indisturbato dai venti del mondo.