Dott.ssa Stefania Rubechi, Psicologa

Dott.ssa Stefania Rubechi, Psicologa Psicologa e Psicoterapeuta in formazione ad orientamento Cognitivo Comportamentale

31/12/2024•A tutti i cuori forti & fragili.Grazie a chi mi ha affidato le proprie storie, i propri dolori e le proprie c...
31/12/2024

31/12/2024

•A tutti i cuori forti & fragili.

Grazie a chi mi ha affidato le proprie storie, i propri dolori e le proprie conquiste.

C'è chi la chiama stanza delle parole, per altri è un posto sicuro, altri ancora dentro quella stanza perdono il senso del tempo. Ognuno trova nella terapia quello di cui ha bisogno o quello che sta cercando non sapendo di averne bisogno. Io ci vedo anche un pezzo, più o meno lungo più o meno faticoso, di strada fatta insieme.

Sempre a piccoli passi.

Vi aspetto nel 2025.

15 Marzo, Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla.💜🎀
15/03/2023

15 Marzo, Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla.
💜🎀

26/10/2022

700 PREADOLESCENTI IN UNA CHAT DELL’ORRORE: LA DISTRUZIONE DELL'INFANZIA
Oggi da più parti, i media hanno condiviso notizie e particolari relativi all’operazione della Polizia Postale chiamata “Poison", che ha portato alla luce una “community” composta di circa 700 preadolescenti e giovanissimi che si scambiavano immagini di corpi mutilati, abusi sessuali su minori, cadaveri, Hi**er e Mussolini, oltre a video raccapriccianti con atti di crudeltà verso gli uomini e gli animali. Il tutto era spalmato in cinque gruppi Whatsapp e Instagram. Un movimento “tossico” di parole e immagini basato sullo scambio di oltre 85mila messaggi. L’operazione è partita dalla denuncia di una mamma, il cui figlio, all’interno di tali gruppi, aveva subito un’estorsione. Le chat dei ragazzi erano suddivise per filoni tematici: Zoofilo, Splat, Necrofilo, Pedopornografico e P***o. Se ripenso a me quando avevo 12, credo che probabilmente avrei ignorato il significato di almeno 3 di queste cinque parole. E invece 700 giovanissimi, intorno ad esse costruivano messaggi, immagini, video e si scambiavano commenti. Questo è l’ennesimo orrore che come adulti ci vede spettatori impotenti ed educatori incapaci di fornire regole, cornici educative e senso del limite a figli che, nell’età in cui dovrebbero sognare il primo bacio, socializzano condividendo scene di stupri e violenze inaudite. Oggi molti giornalisti mi chiedevano di commentare questa notizia. Perché accadono queste cose orribili? Di chi è la colpa? Perché i genitori non controllano la vita online dei loro figli? Queste domande – così piene di senso – non possono avere una risposta sensata. Perché la vita online messa in mano ad un minore di 10, 11 o 12 anni è una vita che svuota di senso e significato le cose più importanti per cui siamo al mondo. Le relazioni umane diventano esperienze “social” in cui la fragilità narcisistica dei giovanissimi obbliga a presentarsi in una versione “filtrata” e spesso “spogliata” di sé, a caccia di like e validazione del proprio valore. La curiosità e l’esploratività nel territorio della sessualità viene nutrita e alimentata da una pornografia sempre più violenta e senza limiti in cui i corpi, per generare eccitazione e attenzione, devono essere portati alle situazioni più estreme fino alla violenza e alla mutilazione. Stare in una community o in una chat a 12 anni ti può portare all’obbligo di vedere e postare le cose più estreme, più orride, più disgustose in una sorta di gara finalizzata a capire “fin dove sei capace di resistere”. Perché accade tutto questo? Personalmente penso che la ragione sia dentro ad una cultura che non accetta più l’importanza di educare al senso del limite. Nella totale mancanza di percezione del limite, la chat di “Poison” ci dice che questi preadolescenti stanno urlando a gran voce: “Adulti, ma dove cavolo siete? Perché nessuno viene a dirci dove va messo il confine tra ciò che si può e ciò che non si può, tra ciò che è giusto e ciò che non lo è?”. Forse, davvero noi adulti non siamo più capaci di usare la nostra competenza e autorevolezza adulta per dire ai nostri figli i “no che aiutano a crescere”. Mettiamo nelle loro mani, quando hanno 8 anni (a volte anche prima) strumenti complessissimi che richiedono competenze di utilizzo che a volte noi stessi genitori non abbiamo. Continuiamo ad affermare – e magari anche a credere - che le tecnologie portatili, (gli smartphone in particolare), siano strumenti di cui basta educare il corretto uso per evitare che accadano cose come quelle che oggi i media ci hanno raccontato. Invece gli smartphone non sono strumenti, ma sono “ambienti”, anzi sono “universi” in cui chi entra rischia di perdersi e di farsi molto male. Sono gestiti con criteri paradossali che non tengono in alcuna considerazione i bisogni di crescita dei nostri figli. I siti pornografici sono vietati ai minori di 18 anni ma, attraverso la logica dell’algoritmo, fanno di tutto per richiamare al loro interno la maldestra curiosità eccitata e inesperta, diseducata e ignorante (ovvero che ignora) di bambini e preadolescenti. L’esito di questo mix di ingredienti scapestrati è la normalizzazione dell’orrido, la glamourizzazione del “terrifico”, la scomparsa delle categorie di “bene” e “male”, di “giusto” e “sbagliato”. Perché queste categorie possono esistere solo dentro ad una consapevolezza etica che sa definire regole, limiti e confini. E che lo fa in modo molto chiaro soprattutto per chi questa consapevolezza ancora non la possiede, perché la deve formare grazie alle relazioni educative in cui si trova immerso. I genitori sembrano inconsapevoli di ciò che i loro figli possono vivere nell’online e quindi permettono ai figli di entrarci sempre prima. Addirittura molti esperti sollecitano i genitori a far usare gli strumenti sempre prima, educando a farne buon uso, trascurando di dire che “anche quando educhi al buon uso” poi ti ritrovi ingabbiato in dinamiche dipendentigene, dopaminergiche, manipolatorie che controllano e annullano tutti gli sforzi cognitivi che provi a mettere in gioco, trovandoti così a diventare – nel mondo online – ciò che non avevi intenzione di essere. Del resto, l’online è governato da regole (progettate e attuate dal mondo adulto) che obbligano i nostri figli a fare le peggiori cose che un soggetto in età evolutiva non dovrebbe fare mai. 700 minori dentro ad una chat degli orrori: 700, non 3, non 10, non 30. Bensì 700. Ovvero una scuola secondaria di medie dimensioni. E questi 700 sono stati intercettati perché una mamma ha fatto la denuncia. Ora, per favore, non ditemi più che lo smartphone è uno strumento. Basta semplicemente imparare a usarlo bene. Il problema è immensamente più vasto. E io, oggi più che mai, penso davvero che bisognerebbe vietare l’uso dello smartphone ai minori di 14 anni. Il dibattito è aperto. Condividete con altri genitori e commentate. Qui c’è davvero da imparare ad usare la rete per fare l’unica rete che serve: quella dell’alleanza educativa.

16/08/2022

A CHI CRESCE SERVONO ADULTI STABILI
Per un adolescente, gli adulti rappresentano l’esempio vivente di ciò che lui diventerà. Per questo noi adulti abbiamo il compito (e anche la responsabilità educativa) di testimoniare la bellezza e la pienezza dell’adultità. Non vuol dire fingere di avere vite perfette. Bensì, l’esatto contrario. Significa essere consapevoli che la vita va rispettata, celebrata, abitata sapendo che spesso “accade” nel modo più imprevisto e faticoso. Ma ciò nonostante, che rappresenta la più grande occasione che abbiamo per evolverci e dare senso a ciò che siamo. Oggi l’adultità viene da molti vissuta come un tempo di eterna adolescenza. Si celebra il “ricominciamento” come un valore assoluto raccontandolo spesso come un mandare all’aria tutto ciò che c’era e c’è stato prima, per inventare un nuovo “se stesso” più soddisfacente e appagante. I social, in questo senso, diventano palcoscenici mai spenti su cui si mette in scena il proprio “giorno nuovo”. Fa bene questo a chi sta crescendo? Probabilmente no. Da sempre l’adultità è un tempo di “sana stabilità” in cui tutte quelle incertezze sperimentate da adolescente (non so chi sono né chi diventerò, ce la farò?, la vita ha un posto per me?) trovano il loro “posto nel mondo” in una versione stabile e consapevole di se stessi. Ora so chi sono, so cosa ci sto a fare nella mia vita: questo è essere adulti. Non vuol dire produrre una versione rigida di sé. Vuol dire semplicemente sapere chi si è, lavorando affinchè la propria identità adulta coincida il più possibile con l’idea di chi si sarebbe voluti diventare. Più queste due dimensioni sono vicine e contigue tra loro, meno c’è bisogno di ricominciamenti. Oggi, troppe persone raccontano che nella loro adultità sono diventate diverse dalle persone che avrebbero voluto essere. Così smontano l’adulto che sono per inventarne un altro. E poi un altro ancora. E magari un altro ancora. La società liquida di cui parlava Baumann è fluida e senza certezze. E’ tutta un ricominciamento. Nessuno però afferma l’enorme valore della stabilità, che troppi oggi raccontano come grigiore, noia, routine. La persona stabile invece è spesso una persona consapevole e molto responsabile. Sa chi è. E ama stare lì, in quel posto esatto in cui ha imparato a collocarsi. Perché è lì che è riuscita a diventare esattamente la persona che voleva essere. Per cui non ha alcun bisogno di ricominciamento. Gli adolescenti oggi soffrono anche perché gli adulti sono troppo instabili. Sono così incerti su ciò che vorrebbero essere e desiderano, da non divenire più riferimenti stabili per chi cresce. Nessuno parla di quanto male faccia l’instabilità adulta a chi sta crescendo. Tutti celebrano il ricominciamento. A chi cresce non servono adulti ricomincianti. Servono adulti stabili. Se pensi che possa essere utile, condividi questo messaggio con altri adulti. Riflettere sul bisogno di stabilità del mondo adulto può essere molto utile a chi appartiene alla comunità educante.

16/02/2022

Quando ti viene quel vago sospetto...

L'amore è passione.L'amore è quotidianità.L'amore è legame.L'amore è crescita.L'amore è condivisione.L'amore è confronto...
14/02/2022

L'amore è passione.

L'amore è quotidianità.

L'amore è legame.

L'amore è crescita.

L'amore è condivisione.

L'amore è confronto.

L'amore è ritrovarsi.

L'amore è andare avanti comunque vada, ma insieme.

L'amore nel tempo è cosa da supereroi, proprio come in questo film.

Con se stessi o con un altra persona questo è l'amore per me e questo è l'augurio perché lo sia ogni giorno.❤️

04/02/2022

Le parole che scaldano, accolgono e sostengono.
Da leggere e rileggere.

"Non voglio ammorbarvi a quest’ora con parole sulla fluidità, sull'integrazione, sulla diversità. Diversità non mi piace perché ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che proprio non mi convince. Quando la verbalizzo sento sempre di tradire qualcosa che penso o sento. Le parole sono come le amanti quando non si amano più vanno cambiate subito.
Un termine in sostituzione potrebbe essere unicità, perché tutti noi siamo capaci di coglierla nell’altro e pensiamo di esserlo. Per niente, perché per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti. Di cose belle: le ambizioni, i valori, le convinzioni, i talenti. Ma talenti e convinzioni devono essere curati. Non è facile entrare in contatto con la propria unicità ma un modo lo avrei: si prendono per mano tutte le cose che ci abitano e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, nella purezza dell’aria, in un grande abbraccio innamorato e gridiamo: “che bellezza tutte queste cose sono io”.
Sarà una ficata pazzesca e sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità e a quel punto io credo che sarà più probabile aprirsi e uscire da questo stato di conflitto che ci allontana.
Sono una persona molto fortunata a essere qui ma vi chiederei un altro regalo: date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo il vero atto rivoluzionario, che è l’ascolto, di se stessi e degli altri.
Promettetemi che ci doneremo agli altri, che accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni. Facciamo scorrere i pensieri in libertà e senza pregiudizio e senza vergogna. Facciamo scorrere i sentimenti con libertà e liberiamoci dalla prigionia dell'immobilità. Immaginate se il mondo non ruotasse e fisso stesse, se tutto il buio fosse nero pesto".

Drusilla Foer

Seguire i propri valori per raggiungere i propri obiettivi. Un passo alla volta.Undici anni fa ufficializzavo la mia sto...
26/11/2021

Seguire i propri valori per raggiungere i propri obiettivi.
Un passo alla volta.

Undici anni fa ufficializzavo la mia storia di amore e di passione iniziata da molto prima con la Psicologia, le emozioni, le relazioni e le storie di vita.
26.11.2010❤️

❤️⬇️🌈
30/10/2021

❤️⬇️🌈

NOI GENITORI, ALLENATORI DI AQUILONI

Sei tu quell’aquilone così bello,
che mentre vola ad ammirarlo me ne sto.
Ma ogni tanto afferro ancora il filo
E accanto a me ti tengo per un po'.
(Da Io gomitolo, tu filo di A.Pellai, De Agostini ed.).

Noi genitori siamo allenatori di aquiloni. Li prepariamo con cura perché si alzino in volo. Poi li vediamo volteggiare nel cielo della vita. Si alzano piano piano, a volte galleggiano in aria, a volte ricadono. Partono e tornano: lo fanno spesso all’inizio, sempre meno poi.
Tenere quel filo: questo è essere genitori. Sapendo che noi siamo il gomitolo da cui quel filo è nato. E sapendo anche che un giorno quel filo non sarà più nel nostro gomitolo. Ma sarà esso stesso gomitolo. Cresciamo i nostri figli, avvolgendoli nell’amore, ben sapendo che quell’amore servirà a farli volare lontano da noi. Proviamo emozioni contrastanti, nel farlo: bellezza e tristezza, tenerezza e orgoglio. Ma quel filo di cui siamo gomitolo disegna il ricamo più bello delle nostre tele genitoriali. Dà senso a tutto.
Se vuoi e puoi, condividi questo messaggio con altri “allenatori di aquiloni”.
Io gomitolo, tu filo di A.Pellai, De Agostini ed. (De Agostini - Libri per Ragazzi)
Illustrazioni di Ilaria Zanellato

"L'affidarsi, strumento imprescindibile per ogni storia e ogni paziente, è stato per G. la via attraverso la quale si è ...
22/10/2021

"L'affidarsi, strumento imprescindibile per ogni storia e ogni paziente, è stato per G. la via attraverso la quale si è permessa passo dopo passo di "spogliarsi" del proprio disturbo alimentare e vestirsi delle proprie risorse."

Dott.ssa Stefania Rubechi

Elimina il superfluo.A volte occupiamo tempo ed energie in pensieri che non sono per noi più utili ma che ci costringono...
25/08/2021

Elimina il superfluo.

A volte occupiamo tempo ed energie in pensieri che non sono per noi più utili ma che ci costringono incastrati in rumiginii malsani.

^Domandati: mi serve ancora? E se si a che cosa?

Fare pulizia permette alla nostra mente di fare spazio e al nostro corpo di avere più energie per la nostra salute.

Dott.ssa Stefania Rubechi

¶La gentilezza può significare cose diverse per persone diverse. Il significato sta nel modo in cui si sceglie di mostra...
04/08/2021

¶La gentilezza può significare cose diverse per persone diverse.
Il significato sta nel modo in cui si sceglie di mostrarlo.
È possibile farlo attraverso l’empatia , l’accettazione, i gesti gentili, la premura.

È bene sapere che la GENTILEZZA rende più felici, rallenta l'invecchiamento e migliora le relazioni interpersonali.

Indirizzo

Via Giuseppe Di Vittorio 2/b
Città Di Castello
06012

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