09/02/2022
Il primo passo. Con i muscoli che si allungano, la falcata incerta, le protezioni a cui aggrapparsi per acquistare fiducia. «Guardi, io ci speravo davvero. Anzi, ci credevo. Sapevo che ci sarei riuscito. Ma quando ho mosso le gambe per la prima volta è stato pazzesco: neanche riuscivo a parlare dall’emozione. Sono rimasto lì, muto, a guardare i medici e la gente che avevo attorno. Ero tornato a muovermi. Dopo tre anni finalmente di nuovo camminavo...».
Ecco la seconda vita di Michel Roccati inizia il 5 di agosto di due anni fa. Ospedale di Losanna. Michel entra in sala operatoria. I medici gli impiantano nel midollo spinale alcuni elettrodi che sono collegati via cavo, a una specie di centralina sistemata sull’addome. Da fuori non si vede nulla. La pelle copre tutto. Ma quei chip, quei cavi, quegli stimolatori sono la sua seconda chance. Li hanno messi a punto al Politecnico di Losanna.
Questa è la storia di Michel Roccati. Trent’anni, una laurea in tasca da dottore commercialista, una casa sulla collina di Torino, a Montaldo, e uno studio aperto con il fratello. Michel è il primo italiano che è tornato a camminare dopo anni di vita su una sedia a rotelle. Ci era finito per un incidente stradale nel 2017, un animale gli aveva tagliato la strada. Adesso è uno dei tre uomini al mondo che, grazie una serie di elettrodi impiantati nel midollo, può di nuovo muovere le gambe. Anzi, di più: può camminare e nuotare: «E un giorno, chissà, anche andare in moto».
La sua storia raccontata da Lodovico Poletto è su La Stampa