17/01/2022
Abbiamo ricevuto questa lettera e riteniamo doveroso pubblicarla.
"Dopo aver sottaciuto per alcuni mesi questa mia testimonianza, ritengo sia giusto renderla nota.
Nel mese di agosto 2021 mi sono recato con alcuni amici presso il Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Copertino e insieme a loro ho donato il sangue, cosa che faccio da diversi anni. Dopo alcuni giorni dalla donazione mi convoca il medico responsabile del Centro Trasfusionale per una comunicazione importante. Arrivato in ospedale mi fa accomodare nel suo studio e, dopo avermi messo a mio agio, mi dice, carte alla mano, che dalle analisi del sangue, più volte ripetute anche dal Centro Trasfusionale dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, risulto positivo all’HIV. Resto sorpreso e incredulo; anche perché dalle precedenti donazioni di sangue non mi è mai stato riscontrato niente del genere. Mi cadono le braccia e perdo quasi la parola. Lui mi tranquillizza, mi dà le opportune informazioni e mi fa rispondere ad una serie di domande presenti in un questionario.... In aggiunta a tutte le risposte date, dalle quali si evince che non ho avuto episodi e/o comportamenti tali da poter contrarre l’HIV …, aggiungo che ho fatto due dosi di vaccino ASTRAZENECA contro il Covid-19, una a marzo e l’altra a maggio. Prima di andar via, chiedo quali precauzioni dovrei assumere, visto che sono un insegnante e a settembre comincia la scuola. Mi consiglia di contattare un virologo. Nel frattempo, dopo averne parlato con mia moglie, telefono ad un amico, il Primario di Oncoematologia dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo, per un confronto di opinioni. Mi conforta come può e mi consiglia di fare un particolare esame, quello delle sottopopolazioni linfocitarie. Mi reco dal mio medico di famiglia che, sorpreso per quanto gli riferisco, mi procura il recapito telefonico di un bravo virologo e mi prescrive l’esame da me richiesto. Dopo un giro di telefonate, andate a vuoto, ad ospedali e cliniche private, finalmente riesco ad avere, a distanza ravvicinata, un appuntamento dal laboratorio di Patologia Clinica dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.
Nel frattempo, mi sottopongo ad un altro prelievo di sangue presso il Centro Trasfusionale di Copertino per un’ulteriore verifica. L’esito è sempre lo stesso: positivo all’HIV. Ma, da un esame ancora più specifico eseguito dal Servizio di Medicina Trasfusionale del “Vito Fazzi”, finalmente emerge un risultato che mi dà sollievo, SIEROLOGIA VIRALE: NEGATIVO. Quindi falsa
positività all’HIV. Queste le testuali parole ricevute in anteprima con messaggio whatsapp: “Siamo riusciti con un pretrattamento specifico ad allontanare gli interferenti presenti sul suo campione e il blotting è venuto negativo! menomale! si tratta quindi di una falsa reattività probabilmente ascrivibile al vaccino! Buona serata!”. Più in là, arriva il referto rilasciato dall’U.O. di Patologia Clinica del “Vito Fazzi”: il valore di tutte le tipologie di linfociti esaminati è nella norma. Ed anche il virologo da me contattato mi dice che posso stare tranquillo.
Passano alcuni giorni e la cosa mi incuriosisce. Faccio un’indagine su internet e da fonti giornalistiche autorevoli vengo a sapere che nel dicembre 2020 la società australiana biotecnologica CSL ha annunciato, d’intesa con il Governo e le autorità sanitarie di Canberra, la sospensione della sperimentazione del vaccino anti Covid che stava sviluppando congiuntamente all’Università del Queensland perché si erano verificati nei volontari casi di falsa positività al virus dell’AIDS, con gli anticorpi generati in questo processo che avevano interferito con la diagnosi di HIV, producendo falsi positivi. A questo punto, dopo aver premesso che ero e resto favorevole ai vaccini, perché credo costituiscano, al momento, l’unica arma disponibile per fermare la pandemia da COVID -19, mi chiedo: - È veramente possibile che sia stato il vaccino AstraZeneca a provocarmi la falsa positività all’HIV? O potrebbero esserci altre cause a me sconosciute? - Dov’è finito il vaccino AstraZeneca? Perché non lo vuole più nessuno? - Quante persone vaccinate con Astrazeneca, pur non avendo avuto comportamenti a rischio, si sono sottoposte all’esame HIV? Probabilmente nessuna. - Ci sono donatori di sangue a cui è stato inoculato il vaccino AstraZeneca, ai quali, oltre a me, è stata diagnosticata la falsa positività all’Hiv? L’esame dell’HIV viene fatto sempre, di regola, a tutti coloro che donano il sangue. Per concludere, una cosa mi è certa: se non avessi donato il sangue, non sarei venuto a conoscenza di tutto questo. Chi dona sangue tiene sotto controllo il proprio stato di salute, può salvare la vita degli altri e talvolta anche la propria. Meno male che dopo tanto spavento, per me c’è stato solo un falso allarme."
C.D.A.
