25/11/2025
Scusate, ma faccio fatica a restare dentro la retorica di una giornata che celebra ciò che dovrebbe essere trasformato ogni giorno... Proprio non ci vado d'accordo con l'ipocrisia delle giornate di ricorrenza.
Nel carosello trovate una minima percentuale delle testimonianze che accolgo e mi capirete.
La verità è che non basta ricordare una data sul calendario. Non serve ripetere che oggi è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne...bla!
Quello di cui abbiamo davvero bisogno è riconoscere e declinare le forme in cui la violenza e la prevaricazione si sono infiltrate nelle nostre persone, nei nostri corpi, nei nostri legami, nei nostri silenzi. La violenza non si manifesta solo nei gesti più eclatanti. Abita le parole che svalutano, gli sguardi che intimidiscono, le scelte imposte, le libertà che si restringono senza che nessuno se ne accorga.
La cultura dell’abuso, della violenza e della prevaricazione è antica. Si tramanda da generazioni e continua a riproporsi perché nessuno l’ha mai guardata fino in fondo. Merita di essere riscritta con parole nuove e con modalità nuove, perché senza questo cambiamento di sguardo ogni tentativo di intervento resta fragile.
E, attenzione, parlare di violenza non significa sminuire i maschi (Spoiler, siete vittime anche voi violenti o narcisi o fragili). Tutti coinvolti. Tutti cresciuti dentro una cultura che li ha educati a non restare in contatto con le emozioni, a non poter piangere, a considerare sbagliato provare paura, tristezza, angoscia. Una cultura che li ha spinti a mostrare forza anche quando avevano bisogno di comprensione, che li ha lasciati soli davanti alla vulnerabilità. Una cultura che, spesso, li ha resi più esposti all’uso dell’aggressività come unica lingua possibile.
L’unico modo per intervenire davvero è sradicare la cultura della violenza. Significa educare alla dignità, al limite sano, al rispetto reciproco e creare spazi in cui ogni persona possa sentirsi al sicuro nel proprio corpo, nella propria voce, nella propria storia. Solo così la violenza smette di essere un destino.