03/08/2025
Il mare è di tutti. Può sembrare una frase scontata, eppure ogni estate si accendono discussioni e polemiche tra bagnanti e gestori degli stabilimenti balneari. C’è chi prova a far pagare l’ingresso anche solo per raggiungere la battigia, chi storce il naso se entri con il tuo panino e chi addirittura mette dei cartelli con divieti che non trovano alcun fondamento nelle leggi italiane.
La verità è che la spiaggia è un bene pubblico, appartenente al Demanio, e anche quando un tratto di arenile è dato in concessione a un privato, resta il diritto di tutti ad accedere al mare e alla battigia gratuitamente.
L’articolo 11 della legge n. 217/2011 stabilisce chiaramente il “diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione”, mentre la legge n. 296/2006 impone ai concessionari di consentire il libero e gratuito transito per raggiungere la battigia antistante la loro area. In parole semplici: è un tuo diritto passare attraverso lo stabilimento per arrivare al mare e farti il bagno senza pagare nulla.
La legge garantisce l’accesso e la fruizione della battigia, ma non chiarisce se ci si possa stendere o piazzare un ombrellone. Questo significa che puoi camminare, fermarti, prendere il sole e anche – in linea di principio – stenderti con un asciugamano, purché non ostacoli il passaggio degli altri bagnanti. Diverso è il caso degli ombrelloni e delle sdraio, che possono essere considerati ingombranti.
Un altro mito da sfatare: nessuno può impedirti di portare cibo e bevande in spiaggia o persino all’interno di uno stabilimento balneare. Il gestore ha una concessione sull’uso dello spazio assegnatogli, ma non ha un monopolio sulla ristorazione. Questo significa che si può tranquillamente consumare il proprio pranzo o la merenda anche se si ha affittato un ombrellone, purché si rispetti il decoro e non si lasciano rifiuti in giro.
Ogni estate compaiono cartelli con divieti assurdi: “Vietato introdurre cibo all’interno dello stabilimento”, “Ingresso consentito solo ai clienti”, “Si paga per accedere alla spiaggia”. Spesso queste regole non hanno alcun valore legale. Gli stabilimenti balneari possono far pagare solo i servizi (ombrelloni, sdraio, cabine, docce, ecc.), ma non l’accesso al mare né la possibilità di mangiare il proprio cibo.
Il mare dovrebbe essere di tutti, ma in Italia la privatizzazione crescente delle spiagge (secondo Legambiente, in alcune regioni quasi il 70% è occupato da stabilimenti privati), la mancanza di regole chiare e un aumento generale dei prezzi sta rendendo sempre più difficile godere di un bene che dovrebbe essere pubblico. Per questo, ricorda: nessuno può impedirti di passare, fare il bagno o mangiare il tuo panino in spiaggia. La legge è dalla tua parte: esercita i tuoi diritti… e buon bagno.
Foto credit: Pascal Pochard/Getty Images