30/10/2025
Quando incontriamo il dolore, nostro o di un altro, la prima reazione spesso è quella di volerlo “aggiustare”.
Cerchiamo soluzioni, distrazioni, spiegazioni.
Ma il dolore non chiede di essere risolto: chiede di essere ascoltato e riconosciuto.
Non è un errore da correggere, ma un’esperienza umana da accogliere con rispetto.
È un messaggero che parla di bisogni profondi, di parti di noi che hanno smesso di sentirsi viste o amate.
Quando smettiamo di combatterlo e iniziamo ad ascoltarlo, il dolore si trasforma: non scompare, ma si ammorbidisce, trovando un posto nella nostra storia.
A volte, l’atto più terapeutico che possiamo compiere, per noi stessi o per l’altro, è semplicemente esserci, senza fretta di cambiare ciò che sentiamo.