28/11/2025
𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗲̀ 𝗱𝗶𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗹𝗲: 𝗹𝗮 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗔𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗲 𝗔𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 (𝗖𝗔𝗔) 𝗻𝗲𝗹 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗼𝗻𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼.
Nel percorso oncologico, la comunicazione può diventare una delle parti più delicate della cura.
Ci sono momenti in cui il paziente non ha la forza di parlare, in cui la voce si affievolisce temporaneamente, o in cui ciò che vuole dire non riesce ad arrivare con chiarezza agli operatori e alla famiglia.
Sempre più ospedali italiani stanno adottando strategie di supporto alla cura che mettono al centro l’umanizzazione — come progetti di pet therapy — proprio perché nei momenti di maggiore vulnerabilità il bisogno di relazione si fa ancora più forte.
Per gli infermieri, questo significa interpretare segnali minimi, intuire bisogni e gestire il dolore con pochissime informazioni disponibili. Ed è proprio in queste situazioni che la 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗔𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗲 𝗔𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 (𝗖𝗔𝗔) diventa parte integrante della sicurezza assistenziale: offre al paziente un modo per esprimere bisogni, preferenze ed emozioni anche quando la voce non può farlo temporaneamente.
Riduce fraintendimenti, diminuisce lo stress emotivo degli operatori, sostiene la famiglia e rafforza l’umanizzazione della relazione di cura.
È una protezione clinica e un modo per non lasciare indietro nessuno.
Nell’ultimo congresso di tenutosi dall’11 al 12 Novembre a Bologna, un messaggio è emerso con forza: nei momenti più complessi, è la comunicazione a fare davvero la differenza.
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