Carmen Laddomada Consulente del benessere psicologico

Carmen Laddomada Consulente del benessere psicologico CONSULENTE DEL BENESSERE
psicologico/emotivo/spirituale/familiare
MENTAL COACH
ins.yoga in formazione

10/11/2025
✅ Ogni sogno nasce da una traccia del passato, da un’emozione rimasta sospesa.Questo sarà il tema del prossimo incontro ...
10/11/2025

✅ Ogni sogno nasce da una traccia del passato, da un’emozione rimasta sospesa.
Questo sarà il tema del prossimo incontro del Salotto della Salute dell'Università della Terza Età di Crispiano a cura della dott.ssa Carmen Laddomada, consulente del benessere psicologico e mental coach.
In questo particolare spazio di approfondimento attraverso l'esplorazione e la riscoperta del benessere creativo, capiremo come i ricordi possano generare nuovi e più affascinanti immaginari.
Un’attività che fonde autobiografia e visione, per riscoprire il potere trasformativo della memoria.
Vi aspettiamo giovedì 13 novembre nella nostra sede in via Benedetto Croce 8 a Crispiano. Non mancate!

10/11/2025

Stare bene significa diventare segreti, custodire dentro di sé ciò che si vive senza doverlo continuamente raccontare. Quando smettiamo di parlare dei dolori, dei torti, degli amori finiti, e iniziamo semplicemente a sentire ciò che proviamo, qualcosa dentro di noi riprende a fluire. La parola “segreto” deriva da secretum, che significa “secrezione”: l’anima, come il corpo, ha bisogno di lasciar scorrere le sue secrezioni interiori, ma si blocca quando parliamo troppo di noi, quando cerchiamo approvazione o consolazione fuori. Il benessere nasce dal silenzio, dal restare con il proprio disagio senza fuggirlo, accogliendolo come un visitatore misterioso che può condurci altrove. Chi parla troppo del proprio passato resta prigioniero di esso, mentre chi sa tacere e custodire il proprio segreto lascia che l’anima ritrovi la sua forza e la sua profondità.

Raffaele Morelli

Quanta bellezza d'animo ❤️Grazie maestro
09/11/2025

Quanta bellezza d'animo ❤️
Grazie maestro

Dio ❤️
09/11/2025

Dio ❤️

08/11/2025

Non devi
elemosina nulla 🤍
Carmen

07/11/2025

Quando ti ami sei sempre nel posto giusto 🤍
Carmen

06/11/2025

La motivazione più grande la vedo sempre negli umili di cuore,si,in quegli uomini e in quelle donne che non si piegano alla corruzione e che realizzano la propria vita senza dover dire grazie a nessuno,se non a se stessi e a Dio.❤️
Carmen

06/11/2025

È quando avete deciso di accontentarvi che avete iniziato a essere "infelici" 🤍
Carmen

05/11/2025

Ho spiegato con questa storia la legge Basaglia ai miei alunni, e credo che la ricorderanno tutta la vita.
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️Quando Franco Basaglia varcò per la prima volta la soglia di un manicomio, ebbe la sensazione di entrare in un luogo fuori dal mondo.
L’aria sapeva di disinfettante e di resa.
Le finestre erano sbarrate, le voci spente, gli sguardi assenti.
Dietro le grate, centinaia di uomini e donne sedevano immobili, sedati, dimenticati.
Non c’era cura. C’era solo custodia.

Era l’Italia degli anni Cinquanta, un Paese che nascondeva la follia come una vergogna.
Nei manicomi finivano i malati mentali, ma anche i poveri, le donne ribelli, gli alcolisti, chi non aveva famiglia o voce.
Entrare era facile.
Uscire, quasi impossibile.

Basaglia, giovane psichiatra veneziano, formato alla rigida scuola della medicina, capì subito che nulla di ciò che aveva studiato serviva lì dentro.
«Non si può curare chi è privato della libertà», disse.
Da quel giorno iniziò la sua battaglia.
Una battaglia contro le catene, ma soprattutto contro l’indifferenza.

Nel 1961, quando fu nominato direttore del manicomio di Gorizia, trovò un inferno istituzionale: uomini legati ai letti, donne rinchiuse in stanze vuote, corpi trattati come oggetti.
E fece ciò che nessuno aveva mai osato fare: aprì le porte.
Tolse i lucchetti. Abolì le camicie di forza.
Eliminò le punizioni.
Fece togliere i numeri dalle celle e li sostituì con i nomi.
Permise ai pazienti di parlare, di votare, di scegliere.
Non erano più “internati”: tornavano a essere persone.

Molti lo considerarono un visionario pericoloso.
La stampa lo derise, i colleghi lo isolarono.
Ma lentamente, Gorizia cambiò volto.
I malati ricominciarono a ridere, a lavorare, a riconoscersi.
Il manicomio diventò una comunità aperta, un esperimento che cominciava a somigliare alla libertà.

Poi arrivò Trieste.
Nel vecchio ospedale psichiatrico di San Giovanni, Basaglia portò la sua rivoluzione alle estreme conseguenze.
Le sbarre sparirono, nacquero laboratori, teatri, caffè.
Gli ex internati diventavano cittadini attivi, lavoravano, dipingevano, cucinavano, suonavano.
Era la prova che la malattia mentale non distruggeva la dignità, ma solo la solitudine la rendeva insopportabile.

Da quell’esperienza nacque la Legge 180 del 1978, la Legge Basaglia, che chiuse per sempre i manicomi e istituì i servizi di salute mentale pubblici.
Un atto di civiltà senza precedenti: l’Italia fu il primo Paese al mondo a riconoscere che la malattia non annulla i diritti.

Basaglia non lavorava da solo: accanto a lui c’erano medici, psicologi, infermieri, artisti, filosofi.
Ma fu lui a tenere accesa la fiamma, a ricordare che curare non significa solo guarire, ma restituire umanità.

Morì nel 1980, a soli 56 anni.
Poco dopo che la sua legge divenne realtà.
Non vide i frutti della sua rivoluzione, ma ciò che lasciò continua ancora oggi in ogni centro di salute mentale, in ogni casa-famiglia, in ogni medico che sceglie di ascoltare prima di giudicare.

Basaglia ripeteva una frase semplice, disarmante, che racchiudeva tutta la sua visione:

“La libertà è terapeutica.”

Non era uno slogan. Era una diagnosi.
Perché nulla guarisce più della fiducia, e nulla distrugge più dell’abbandono.

Da un uomo che osò guardare dentro la follia senza paura, l’Italia imparò a guardare dentro se stessa.
E a capire che la vera malattia non è nella mente di chi soffre,
ma nel cuore di una società che preferisce rinchiudere invece di comprendere.

𝗩𝗶𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮

04/11/2025

Oggi ho ricevuto in studio una bellissima e giovane donna,era la seconda volta che ci vedevamo. A un certo punto della nostra chiacchierata le ho chiesto a cosa attribuirebbe la calma; e lei senza esitare mi ha risposto...qui.
Ed è stato in quel preciso istante che ho compreso ancora una volta che la vita mi ha donato la più grande delle possibilità : aiutare chi vive nel dolore e nella confusione.Per sempre grata.❤️
Carmen

Indirizzo

CORSO UMBERTO 153 CRISPIANO TUTTA LA SETTIMANA, IL MARTEDI E GIOVEDI MATTINA PRESSO Piazza XX SETTEMBRE MARTINA FRANCA
Crispiano

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Mercoledì 10:00 - 13:00
16:00 - 20:00
Giovedì 10:00 - 20:00
Venerdì 10:00 - 16:00
Sabato 10:00 - 13:00

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