02/11/2025
🌙 Non è facile parlare di morte.
Spesso preferiamo spostare lo sguardo, come se nominarla potesse farla accadere.
Eppure, è proprio nello sguardo condiviso che il dolore trova un po’ di pace.
In psicologia sappiamo che il lutto non è un singolo momento, ma un processo di adattamento: la mente e il corpo imparano lentamente a vivere in un mondo dove chi amavamo non c’è più.
E in quel percorso, la morte — così come la perdita, la fine, il cambiamento — ci obbliga a fare i conti con la nostra vulnerabilità.
Questo è il periodo dell’anno in cui osservare la natura può insegnarci a lasciar andare con grazia ciò che è stato, come un albero che perde il suo manto di foglie.
Proprio come nel ciclo naturale delle cose, celebrare la morte non significa rassegnarsi, ma riconoscere la vita che continua, nonostante tutto.
La consapevolezza della fine ci ricorda che ogni istante può essere vissuto con maggiore presenza.
Il lutto non è un percorso lineare, né un “problema da risolvere”. È un viaggio che richiede tempo, ascolto e rispetto per ogni emozione — dalla nostalgia al sollievo, dalla rabbia alla gratitudine. Non esiste un modo sbagliato di sentirsi: se pure un’emozione positiva venisse a farti visita, per quanto possa sembrarti “scorretto”, prova ad accoglierla lasciando andare il senso di colpa e senza giudicarti per come “dovresti sentirti”. Fa tutto parte del processo.
🕯️ Oggi, se vuoi, prenditi un minuto per guardare ciò che resta: un oggetto, una voce, un gesto che ancora ti accompagna. È da lì che si ricomincia.
Concediti un rito personale: una lista di tutte le cose per le quali sei grato/a e che vorresti lasciar andare gentilmente, come una foglia secca nel vento. Oppure accendi una candela, scrivi una lettera o condividi un ricordo con una persona fidata. La scelta è tua.
🌙 Possiamo scegliere di ricordare senza restare fermə. Se senti che il dolore diventa troppo pesante o resta immobile, non esitare a chiedere supporto. 🫂