24/01/2023
La storia del neonato morto in ospedale soffocato dalla mamma che si è addormentata mentre lo allattava mi ha straziato il cuore, in primis in quanto mamma di due figli piccoli e poi anche in quanto professionista che crede fermamente che la salute psicologica sia preziosa tanto quanto quella fisica in qualunque caso, ma in modo particolare quando si parla di maternità.
L'aspetto a mio avviso più devastante di questa tragedia è che questa donna vivrà a vita con un senso di colpa straziante per aver semplicemente messo in atto un bisogno che ogni essere umano avrebbe dopo un evento così devastante come il parto: dormire.
Questa mamma potevo essere io, potevano essere tutte le donne che hanno partorito in questi anni in solitudine e che sono state lasciate sole ad occuparsi di un neonato per 3 giorni di fila, di giorno, di notte, senza il papà o altre persone vicino e soprattutto senza considerare minimamente il bisogno di riposo e recupero che il corpo ha dopo un evento così duro come il travaglio e il parto.
Questa povera mamma è la vittima di un sistema che ci vuole perfette e pronte sin da subito, che vuole che ci alziamo dopo il parto come se nulla fosse accaduto al nostro corpo, che vuole che allattiamo immediatamente al seno e a richiesta, che sappiamo occuparci di un esserino appena nato come se fosse la cosa più naturale del mondo.
No, non è naturale sapersi occupare immediatamente di un neonato, non è naturale non poter avere il papà vicino nelle prime ore e nei primi giorni dopo il parto, non è naturale contare le ore che mancano alle dimissioni per poter finalmente avere lo straccio di un aiuto vero, per tutto il tempo di cui si ha bisogno e non per quei 5 minuti che l'ostetrica di turno si degna di dedicarti.
Basta con queste assurdità, basta con queste mamme lasciate sole a vivere un momento così profondamente delicato e irripetibile come la nascita di un figlio.
Esistono mille forme di maternità, mille modi di reagire alla nascita di un figlio, ma l'unica cosa su cui non c'è alcun dubbio è che nessuna mamma dovrebbe essere lasciata sola, men che meno nei primissimi giorni in ospedale.
Quello che è accaduto segnerà per sempre la vita di questi poveri genitori, ma forse, se c'è un minimo barlume in questa storia straziante, è la solidarietà che sta arrivando in queste ore a questa mamma, che ci fa ancora pensare che l'empatia e la solidarietà esistono, a volte sepolte da una società che ci vorrebbe marionette sempre performanti e senza cedimenti, ma esistono ancora e sono in grado di risvegliarsi di fronte a storie come questa. E allora a questa mamma l'abbraccio più forte di questo mondo e l'augurio che possa arrivarle il calore di chiunque si è immedesimato in lei e sta piangendo insieme a lei.
Non sei sola! 💖