Dr. Andrea Testa - studio Testapsicologia

Dr. Andrea Testa - studio Testapsicologia Psicologia del Benessere, psicoterapia, ipnosi clinica, terapia della famiglia, terapia forestale, psicodramma.

Esperto psicologia sistemico-relazionale
Master in ipnositerapia e psicoterapia eriksoniana - Società Italiana di Ipnosi
Master in ipnositerapia - Centro CIICS di Torino
Conduttore Terapia Forestale
Conduttore psicodramma analitico

Ricevimento: Dogliani (cn) - vicolo Pizzorno, 1
Consulenze On-Line

Capita a tutti, prima o poi, di pensare che il nostro modo di vedere le cose sia quello giusto. È umano: ci dà sicurezza...
21/12/2025

Capita a tutti, prima o poi, di pensare che il nostro modo di vedere le cose sia quello giusto. È umano: ci dà sicurezza, ordine, un senso di orientamento.
Ma quando iniziamo a credere che la nostra realtà sia l’unica possibile, il rischio è quello di non lasciare spazio a quella degli altri.

Storicamente, questa convinzione ha avuto anche una funzione: ha aiutato a costruire regole condivise, istituzioni, norme di convivenza. Per molto tempo, l’autorità religiosa e culturale ha fornito un fondamento “solido” a ciò che era giusto o sbagliato, lecito o illecito.

Oggi però siamo chiamati a una prova diversa, forse più matura: riconoscere che molte delle nostre leggi e dei nostri valori sono convenzioni necessarie, non verità assolute. Vanno rispettate perché rendono possibile la convivenza, ma proprio per questo dovrebbero anche tutelare la pluralità dei punti di vista, non soffocarla.

In psicologia incontriamo spesso questo passaggio: riuscire a tenere insieme il rispetto delle regole e il riconoscimento delle differenze. Non è semplice, ma è uno spazio di crescita importante, individuale e collettiva, uno spazio democratico.

Chi di noi pensa di non poter stare senza caffè… alzi la mano! ☕✋Per molte di noi è un piccolo rito quotidiano: il profu...
20/12/2025

Chi di noi pensa di non poter stare senza caffè… alzi la mano! ☕✋
Per molte di noi è un piccolo rito quotidiano: il profumo, la pausa, due chiacchiere o un momento tutto per sé.

È vero però che la caffeina non è sempre “neutra”: in alcune situazioni (cuore, stomaco, ansia, insonnia…) i medici possono consigliarne una riduzione, o addirittura di evitarla. Fin qui, nulla di nuovo.

Ma sul piano del benessere del cervello, le cose sono un po’ meno chiare. Da anni la ricerca si divide: c’è chi ipotizza effetti negativi sul sistema nervoso e chi, al contrario, suggerisce possibili benefici di un consumo regolare.

Per fare un po’ di ordine, un gruppo di ricercatori cinesi ha passato in rassegna decenni di studi scientifici (dal 1966 al 2016), riassumendoli in una grande metanalisi pubblicata su Nutrition.

www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26944757

Il risultato? Il consumo abituale di caffè non sembra aumentare il rischio di declino cognitivo o di demenza. Anzi, nelle persone che ne consumano di più, il rischio di sviluppare la demenza di Alzheimer risulterebbe ridotto di circa il 27%.

Attenzione però:
– questo dato riguarda solo l’Alzheimer, non altre forme di demenza
– non è chiaro quale quantità di caffè sia necessaria
– non sappiamo se l’effetto sia legato alla caffeina o ad altre sostanze presenti nel caffè (come alcuni polifenoli)
– e non è detto che valga anche per tè, energy drink o cioccolato fondente

Insomma, la tazzina resta un piccolo mistero.
In attesa che la scienza ci dia risposte più definitive, forse vale la solita regola del buon senso: godersi ciò che ci piace, senza eccessi né sensi di colpa, e ascoltando il proprio corpo (e il proprio medico, quando serve).

19/12/2025

Nella formazione continua di uno psicologo, la lettura resta uno strumento prezioso. 📚In questi giorni mi sono dedicato ...
19/12/2025

Nella formazione continua di uno psicologo, la lettura resta uno strumento prezioso. 📚
In questi giorni mi sono dedicato a "Il processo ipnotico" di Michael D. Yapko, uno sguardo ampio e integrato sull’ipnosi, intesa non come tecnica rigida ma come processo relazionale e comunicativo.

Un approccio che stimola a riflettere su come orientare l’attenzione, ampliare le possibilità di esperienza e favorire il cambiamento, dentro e fuori dal setting terapeutico.

Studiare, aggiornarsi e mettersi in discussione è parte essenziale del lavoro clinico: ogni nuova lettura è un’occasione per affinare lo sguardo e arricchire la pratica quotidiana. 🌱

😄
18/12/2025

😄

L’uomo giusto al posto giustoC’è un vecchio aneddoto cinese che mi piace spesso raccontare, perché parla di saggezza… e ...
17/12/2025

L’uomo giusto al posto giusto

C’è un vecchio aneddoto cinese che mi piace spesso raccontare, perché parla di saggezza… e di concretezza.

Hyakujo, un maestro zen, voleva inviare un monaco ad aprire un nuovo monastero. Per scegliere la persona giusta, pose ai suoi allievi una domanda: "Chi può dire che cos’è questo vaso senza pronunciarne il nome?"

L’abate rispose con un’arguta definizione: "Nessuno potrebbe definirlo un sandalo di legno".
Isan, il cuoco, invece, fece qualcosa di completamente diverso: diede un calcio al vaso e uscì.

Hyakujo sorrise: "L’abate perde". E così Isan divenne il maestro del nuovo monastero.

Se lo leggiamo con attenzione, questo koan – quei paradossi zen che sembrano assurdi ma servono a farci pensare in modo diverso – ci racconta qualcosa di semplice e profondo. L’abate sapeva usare le parole, il ragionamento, la teoria… ma Isan sapeva fare. Sapeva agire, risolvere problemi, affrontare la realtà concreta.

Quando si tratta di fondare un monastero, forse non serve il filosofo perfetto, ma chi sa mettersi all’opera. Chi sa trasformare le idee in azioni.

Un grande ringraziamento ai miei nuovi fan più attivi! 💎 Piero Sarotto, Luciano Prestifilippo, Alessandro Sampo, Maddale...
17/12/2025

Un grande ringraziamento ai miei nuovi fan più attivi! 💎 Piero Sarotto, Luciano Prestifilippo, Alessandro Sampo, Maddalena Carozzo, Silvio Racca, Irma Adamo, Marianna Gallico, Vincenza Verdicchio

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Un grande ringraziamento ai miei nuovi follower! Sono felice di avervi tra noi! Elda Niki, Giuseppe Avignone
16/12/2025

Un grande ringraziamento ai miei nuovi follower! Sono felice di avervi tra noi! Elda Niki, Giuseppe Avignone

Erich Fromm (Francoforte sul Meno, 1900 – Locarno, 1980)Ecco perché qualche volta è così difficile l'impresa di "amare",...
16/12/2025

Erich Fromm (Francoforte sul Meno, 1900 – Locarno, 1980)

Ecco perché qualche volta è così difficile l'impresa di "amare", occorre molto coraggio per sapersi sentire uniti mentre si è divisi.

̀emotiva

A volte pensiamo che vincere significhi arrivare primi, non sbagliare mai, non fermarsi.Questa frase ci ricorda invece q...
16/12/2025

A volte pensiamo che vincere significhi arrivare primi, non sbagliare mai, non fermarsi.
Questa frase ci ricorda invece qualcosa di più umano: continuare a sognare, anche quando la strada è stata lunga, faticosa, piena di pause e ripartenze.

Nel lavoro psicologico lo vedo spesso: non è la perfezione a fare la differenza, ma la capacità di non rinunciare a ciò che per noi ha senso, anche cambiando ritmo, aspettative, direzione.

l'ansia di essere sconfitti, o di trovarci in difficoltà, ci fa immaginare di essere vittime della malevolenza altrui o ...
15/12/2025

l'ansia di essere sconfitti, o di trovarci in difficoltà, ci fa immaginare di essere vittime della malevolenza altrui o di subirne gli infidi macchinamenti.
Molte volte, semplicemente gli altri fanno solo il loro gioco e siamo noi che fatichiamo a cavarcela.

🌱 Piacere a tutti? Capita, nella vita, di dover constatare che le cose non vanno come avremmo sperato. In quei momenti l...
14/12/2025

🌱 Piacere a tutti? Capita, nella vita, di dover constatare che le cose non vanno come avremmo sperato. In quei momenti la frustrazione prende il sopravvento e reagiamo in modi diversi, a seconda delle circostanze ma anche del nostro carattere.

Alcune delusioni, però, fanno più male di altre: non ottenere il lavoro desiderato, vedere qualcun altro ricevere la promozione che sognavamo, scoprire che la persona di cui ci siamo innamorati non ricambia i nostri sentimenti.

Perché soffriamo così tanto? Spesso perché interpretiamo questi insuccessi come una prova del nostro “scarso valore”. Pensiamo che gli altri siano migliori, più capaci, più simpatici o semplicemente più fortunati. E così rischiamo di convincerci che resteremo sempre indietro, vittime di un destino immutabile.

👉 In realtà ciò che accade è una caduta della nostra autostima. Questo ci espone al rischio di diventare rinunciatari o rancorosi, perdendo la serenità e la determinazione necessarie per riprovarci in futuro.

La sfida, allora, è imparare a leggere le delusioni non come una condanna, ma come un passaggio inevitabile della vita. Non definiscono il nostro valore, ma ci invitano a rimettere a fuoco le nostre risorse e a prepararci per nuove occasioni.

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