17/01/2023
Quasi per caso, alla ricerca di podcast interessanti da ascoltare in viaggio, mi sono imbattuta nella seconda stagione di “Proprio a me” di Selvaggia Lucarelli. Per quanto la apprezzi molto come giornalista, la prima stagione non mi aveva coinvolta particolarmente ma ho deciso comunque di provare con questa.
A differenza della prima stagione, dove si parlava di storie di dipendenza affettiva, in questa il tema centrale è la storia familiare degli intervistati. Ci troviamo catapultati in storie difficili, a tratti tragiche, che hanno tutte in comune un aspetto: il tentativo di riparazione di ciò che è andato storto nell’infanzia dei protagonisti da parte degli stessi. Genitori violenti, manipolatori, distanzianti e maltrattanti, famiglie allargate dove non esistono confini, con esiti di sofferenza importante per i figli.
L’ultima puntata in particolare mi è rimasta dentro. La protagonista riesce a comprendere, indagando la storia di vita della madre, i motivi per i quali quella donna si era comportata così male nei suoi confronti, causandole tanta sofferenza. E riuscendo a comprendere, riesce a provare compassione per la donna e per la sua terribile storia e inizia a guarire davvero.
Noto come spesso questo sia un passo importante in terapia: la comprensione di ciò che nella propria famiglia è successo e perché, andando a riscoprire quei nodi che si sono formati nelle generazioni precedenti e ancora restano lì, da sciogliere, per iniziare ad imboccare la via della guarigione emotiva.