16/10/2025
“Difendere Basaglia oggi”
Contro il ritorno silenzioso delle istituzioni, per la libertà e la dignità di chi vive la fragilità
Cooperativa Sociale La Piramide
Viviamo un tempo in cui tutto sembra potersi comprare, anche il dolore.
Un tempo in cui la fragilità non è più accolta, ma gestita.
Dove la parola “cura” viene sostituita da “sicurezza”, e la “persona” torna a essere “caso”, “utente”, “posto letto”.
Stiamo assistendo — nel silenzio di molti — a un ritorno mascherato dell’istituzione.
Non più i muri dei manicomi, ma quelli invisibili di un sistema che guarda alla sofferenza psichica come un investimento, un’occasione economica, un affare da amministrare.
Dietro parole come “potenziamento delle strutture”, “incremento dei posti letto”, “riorganizzazione dei servizi” si nasconde la vecchia tentazione di rinchiudere ciò che non si vuole vedere.
Ma noi lo vediamo, ogni giorno.
Nelle vite delle persone che seguiamo.
Nelle loro mani tremanti che ritrovano forza, nel primo sorriso dopo mesi, in un caffè condiviso, in un laboratorio dove si crea, si parla, si ricomincia.
Noi sappiamo cosa significa cura: è tempo, relazione, fiducia, libertà.
E sappiamo anche quanto tutto questo sia fragile davanti a una politica che, in nome dell’ordine, sembra voler tornare al controllo.
Basaglia ci aveva avvertiti:
“La libertà è terapeutica. Ma costa fatica, perché obbliga a guardare l’altro negli occhi.”
Oggi quella fatica non si vuole più sostenere.
È più semplice rinchiudere che accompagnare, sedare che ascoltare, contare le presenze che misurare i progressi.
Così, poco a poco, la malattia mentale torna a essere merce pubblica, la sofferenza una risorsa economica, la diversità un problema da gestire.
Noi diciamo no.
No a una politica che monetizza la fragilità.
No a chi vuole cancellare la rivoluzione umana di Basaglia.
No a chi scambia la libertà con la sicurezza, la persona con la diagnosi, la comunità con l’istituzione.
La Cooperativa La Piramide nasce dalla parte di chi non ha voce.
Da sempre lavora per restituire dignità, non per toglierla.
Per costruire possibilità, non per creare dipendenza.
Per noi, la salute mentale non è un investimento: è un diritto umano.
Per questo oggi alziamo la voce.
Per dire che nessuna legge potrà mai rendere giusto ciò che è disumano.
E che chi serve la comunità, chi cura, chi crede nelle persone, non può restare in silenzio.
“Chi cura davvero non chiude le porte, le apre.”