07/03/2025
Ricordo che ero una bambina, quando ho iniziato a coltivare questo sogno.
Non ricordo bene cosa mi spinse allora:
di sicuro, la mia insaziabile curiosità, la voglia di conoscere e di scoprire. Senz'altro, il mio essere "cerebrale" e il mio costante bisogno di capire e comprendere. Più di tutto, il mio senso di giustizia. O di ingiustizia. E il bisogno di sentirmi, anche solo in piccolissima parte, partecipe di quel cambiamento che avrei sempre desiderato - e ancora oggi desidererei - vedere nel mondo.
"Perché"? Era la domanda che più spesso mi ripetevo in testa, in particolare di fronte alle cose del mondo dei "grandi", che però nemmeno i grandi mi sapevano spiegare.
"Non è giusto", era l'unica risposta che alla fine riuscivo a darmi.
Ho sempre avuto questo sogno, ma per innumerevoli motivi l'ho sempre rimandato. Fino a pensare di averlo accantonato.
Mi sbagliavo.
È rimasto dentro me tutto questo tempo, nutrito e alimentato dalle storie, dal coraggio, i sogni e le rinascite vissute con i miei pazienti dentro al mio studio. Ascolto e faccio spazio dentro di me al dolore dei miei pazienti, entro dentro alle loro vite e negli angoli più intimi delle loro anime. Le loro storie entrano dentro di me, i nostri sentire si allineano e l'alleanza delle nostre parole e delle nostre menti dà vita a una danza nuova, fatta di conoscenza, coraggio e rinascita.
E questo, per me, è pienezza.
Ecco, nel trovare il coraggio di rispolverare questo sogno e provare a realizzarlo, c'è tanto di questo. C'è tanto delle persone che incontro ogni giorno nel mio studio, c'è tanto della loro sofferenza, delle loro paure, dei loro sogni, delle loro speranze e del loro coraggio.
Grazie anche a loro, a voi, con tutta la paura del caso, ho trovato la forza e il coraggio di fare questo regalo alla me bambina: di portarmi lì, dove sognavo di andare, dove speravo di poter capire, dove desideravo prendere parte a un movimento molto molto più grande di me. In cui anche io potessi sentire di stare dando il mio piccolissimo contributo.
Vi porto con me, come alleati, come coautori/coautrici di questo coraggio.
La me bambina ringrazia.