05/11/2025
Ho guardato questo film e lo consiglio a tutti gli educatori e genitori di adolescenti e agli adolescenti stessi perchè spiega molto bene la manipolazione affettiva, il revenge p**n e i danni che causano sulla mente dei ragazzi e poi, dei loro genitori, spaesati di fronte ai cambiamenti e disagi dei figli, con tutta l’impotenza che si puó provare nell’aiutare un ragazzo/a in via di definizione.
Un film che arriva come una pugnalata al cuore e che fa riflettere, soprattutto sull’importanza della prevenzione coi ragazzi, di educazione affettiva, di cosa non puó essere “amore”, perchè… Quando qualcuno ti ama veramente, la sua più grande paura non è perderti, ma la paura di ferirti.
Quando qualcuno ama solo il modo in cui lo fai sentire, la sua più grande paura sarà di perderti e di non poter più disporre di te.
Impara a riconoscere la differenza tra l’amore vero e quello narcisistico.
Greta Gasbarri aveva 15 anni durante le riprese: la coincidenza che ha reso il film Mia (in tendenza su Netflix) così autentico
Sai quella sensazione quando guardi un film su un'adolescente e pensi "questa ha almeno 28 anni e finge di non sapere cosa sia TikTok"? Ecco, con Mia puoi stare tranquillo: quella sensazione non la proverai. E c'è un motivo molto semplice.
Il dettaglio
Greta Gasbarri, la protagonista del film che sta macinando visualizzazioni su Netflix in questi giorni, aveva esattamente 15 anni quando hanno girato. Quindici veri, con tanto di carta d'identità alla mano. La stessa età di Mia, la ragazza che interpreta nel film di Ivano De Matteo.
E no, non è il suo quinto film dopo anni di provini e scuole di recitazione. È il suo primo in assoluto. Mai recitato prima. Mai fatto un ciak. Niente di niente. Praticamente le hanno detto "ciao, benvenuta nel cinema italiano, ecco un ruolo su manipolazione affettiva e revenge p**n, auguri".
Quando il casting diventa una scommessa
Ora, io non so voi, ma a me viene l'ansia solo a pensarci. Perché le riprese sono partite tra gennaio e febbraio 2022, quindi Greta aveva davvero quell'età lì. Non è che l'hanno truccata per sembrare più giovane o hanno fatto magie con il CGI. Era proprio una quindicenne vera che doveva interpretare una quindicenne in una delle storie più pesanti che il cinema italiano abbia raccontato negli ultimi anni.
Il regista De Matteo, però, voleva esattamente questo: qualcuno che avesse ancora addosso quella fragilità adolescenziale autentica, quella luce negli occhi di chi non ha ancora capito bene come girano le cose nel mondo. E quando l'ha trovata, ha fatto centro.
La sceneggiatura scritta con gli adolescenti veri
Ma aspetta, perché la faccenda si fa ancora più interessante. De Matteo e la sua compagna Valentina Ferlan hanno scritto la sceneggiatura in un modo particolare. Siccome hanno una figlia di 16 anni e un figlio di 21, li hanno coinvolti nel processo di scrittura.
Il regista l'ha detto chiaramente: "c'è stata una fase di riunione con i nostri figli". Servivano loro per il linguaggio, per le espressioni, per capire come parla davvero un quindicenne. Perché se scrivi "sottona" o "m'ha pisciato" senza aver mai sentito un adolescente parlare, rischi di fare una figura barbina. E loro volevano che suonasse vero, maledettamente vero.
Anche i veterani hanno sofferto
Se pensi che recitare in questo film sia stato duro solo per Greta, ti sbagli di grosso. Edoardo Leo, che di film ne ha fatti una carriola e sa il fatto suo, ha definito l'esperienza "psicologicamente devastante". Ha raccontato di tornare a casa la sera completamente svuotato, distrutto.
Immagina: un attore esperto che ammette di aver fatto una fatica terribile. E accanto a lui c'era una ragazzina al suo primo giorno sul set, che doveva reggere scene pesantissime. Diciamo che il coraggio non le mancava.
I premi sono arrivati, eccome
La cosa bella è che il lavoro è stato riconosciuto. Greta ha vinto il Premio Fondazione Nobis ai Nastri d'Argento 2023, oltre ad altri riconoscimenti in vari festival. Il film ha portato a casa due Globi d'oro (sceneggiatura e miglior attore per Leo) e il Ciak d'oro come miglior film.
Non male per un esordio, se me lo chiedi. Soprattutto considerando che il film è stato girato con la macchina a mano in soli due mesi, con l'idea di "entrare nella scena e non assistervi", come ha spiegato il regista. Roba da far ve**re il mal di mare solo a pensarci.
L'esplosione su Netflix
Il film è uscito al cinema nell'aprile 2023, è passato in tv su Rai, e adesso sta letteralmente spaccando su Netflix. A fine ottobre 2025 era al secondo posto nella Top 10 italiana. E non credo sia un caso.
La storia racconta cose che succedono davvero: ragazzi manipolatori, genitori che non sanno come interve**re, la violenza che si nasconde dietro relazioni apparentemente normali. E quando a interpretare tutto questo c'è qualcuno che ha davvero l'età giusta, con tutta la vulnerabilità e la confusione che comporta, beh, il risultato ti entra dentro diversamente.
Il gioco di parole del titolo
C'è un dettaglio che mi ha fatto ve**re i brividi: il titolo gioca su un doppio senso. "Mia" è il nome della protagonista, ma è anche l'aggettivo possessivo. "Non è più tua, è mia", dice il ragazzo violento al padre della ragazza. Un modo agghiacciante di raccontare il possesso, il controllo, la manipolazione.
Perché funziona così bene
Quindi sì, la faccenda dell'età di Greta non è solo un dettaglio carino da mettere nelle interviste promozionali. È il motivo per cui questo film funziona, per cui ti entra dentro e non ti molla per giorni. Perché quando vedi una quindicenne interpretata da una quindicenne vera, con tutta la fragilità di quell'età, capisci che non stai solo guardando un film ben recitato. Stai guardando un pezzo di realtà che qualcuno ha avuto le p***e di mettere su schermo, senza filtri o trucchetti.
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