29/08/2025
🍀Sulla costruzione di "un problema". Come, a partire da una cosa piccola, diventa un problema insormontabile. Ma, allo stesso modo, posso destrutturarlo e farlo ridiventare piccolo, per poi lasciarlo andare.... 🍀
"[...]
Dov’è che si sbaglia? Eh? Colpa mia... colpa tua... no, io a quelle cose lì non ci credo. L’errore dev’essere prima [...].
Sì, un errore innocente impercettibile, che poi col tempo si è ripetuto moltiplicato ingigantito, fino a diventare gravissimo, irreparabile. Già, ma perché l’errore si ingigantisce? Dev’essere un po’ come quando a scuola, facevamo le equazioni algebriche. Cioè, tu fai uno sbaglietto una svista, un più o un meno, chi lo sa... E’ che poi te lo porti dietro, e nella riga sotto cominci già a vedere degli strani numeri. E dici, va bè tanto poi si semplifica. E poi numeri sempre più brutti più grossi, sgraziati anche. Addirittura enormi, incontenibili, schifosi.
E alla fine: X = 472.827.324 / √87.225.035 + C
E ora prova un po’ a semplificare.
Non c’è niente da fare. La matematica deve avere una sua estetica: X = 2. Bello, la semplicità.
Forse, per fare bene un’equazione é sufficiente avere delle buone basi. Ma per fare una storia d’amore vera e duratura, è necessario essere capaci di scrostare quella vernice indelebile, con cui abbiamo dipinto i nostri sentimenti"
"L'equazione", dallo spettacolo "E pensare che c'era il pensiero" a Ferrara (1996)