17/09/2025
La vita di un bambino e di una bambina non è sempre un lungo e calmo mare. Spesso si manifestano in maniera del tutto fisiologica sentimenti ambivalenti verso i genitori, fratelli e sorelle, insegnanti, compagni ecc., umiliazioni, paure, angosce, senso di vergogna, tristezza e inquietudine.
La psicomotricità aiuta il bambin* a esprimersi attraverso la via non verbale, la via corporea, rivestendo magari ruoli illusori come metafore, espressioni dell’inconscio, dell’immaginario d’azione. Ci si può trasformare in aggressore e vittima mantenendo una distanza rassicurante. Uscire da questi ruoli rende più sicur* di sé, più consapevole delle sfide emotive per affrontare e vivere le situazioni del quotidiano talvolta complesse.
E allora ci si può chiedere “beh, basta che giocano in maniera spontanea in ogni contesto?”
La risposta è no. Il gioco spontaneo va sempre sollecitato ma il contesto psicomotorio è un contesto che ha un particolare setting pensato per esprimere tutto questo e soprattutto il tutto mediato, accolto, rispecchiato, empatizzato dalla psicomotricista che proprio grazie alle sue attitudini facilita questo manifestarsi.
Ma la psicomotricità anche per i bambin* della primaria?
Sì certo, più che mai nell’età degli apprendimenti scolastici, il bambino e la bambina hanno bisogno di vivere lo straordinario, “di sognare per mantenere una vita interiore fantasmatica che appartiene solo a lei/lui, un immaginario che per tutta la vita darà flessibilità, leggerezza, creatività per poter sdrammatizzare gli eventi della vita”.
A tutto questo ho aggiunto anche lo yoga per aiutare ancora di più in questo processo di consapevolezza corporea e costruzione della propria identità.