29/10/2021
29 ottobre 2021.
Il saluto del mio paziente più piccino, Alex 7 anni.
Oggi un altro piccolo grande capitolo della mia vita si chiude qui, in un paese con meno di 3000 anime, che ho raggiunto su e giù per circa 70 km al giorno, tutti i giorni, nebbia, sole, pioggia, per un anno.
- non ci posso credere - che colpo al cuore - mi dispiace troppo – grazie per tutto quello che ha fatto per me e per noi – mi dispiace come se fosse mia figlia – come farò senza di te – la migliore dottoressa che abbia mai avuto - ti auguro il meglio - grazie per la sua professionalità e umanità – grazie per la disponibilità e dolcezza nel trattare i miei genitori – le auguro tutto il bene possibile – grazie per quello che ha fatto per noi e per Jolanda - un grande in bocca al lupo – ti ringrazio per il periodo in cui sei stata il mio medico – ti auguro il meglio che tu possa avere – mi auguro che tu possa tornare in questo piccolo paese, io tornerò da te – dottoressa ma adesso come farà senza la nostra pastiera a tutte le feste? - con grande dispiacere ho appreso che non sarà più la mia dottoressa, sono felice di averla conosciuta, tutti la elogiano per la persona meravigliosa che è – le auguro che raggiunga i suoi obiettivi – siete sempre tanto gentile – mi dispiace moltissimo che lei vada via – ti auguro un cammino che possa essere ricco di soddisfazioni – dispiace tantissimo, per noi eri bravissima – ma dove la trovo io un’altra come te? – è proprio vero, le cose belle durano poco - lei arriverà lontano dottoressa -
Le vostre parole, tanti doni, infiniti messaggi.
Alcuni hanno pianto, molti si sono commossi.
E., con gli occhi lucidi, mi ha allungato la mano ma, malvagia pandemia, l’ha retratta subito dopo, non ci siamo stretti le mani, mi si è stretto il cuore.
R. dopo avermi salutato, ormai già sull’uscio: “Dottoressa, posso chiederle un ultimo desiderio? Potrebbe abbassare la mascherina? Vorrei vederla, almeno una volta.”
- Non proprio tutto sto belvedere. -
L., 80 anni, è entrata e uscita dall'ambulatorio un giorno a settimana, tutte le settimane, congedandosi ogni volta con l'augurio: "Dottoressa, la prossima volta però ci vediamo a una festa da ballo, anche se non so ballare". Mi ha salutata così anche oggi.
Abbiamo affrontato un anno, difficile per l'intera umanità, insieme. Ho ascoltato le paure, le lamentele e le ansie di tutti, quotidianamente, spesso nascondendo le mie. Certe giornate sono state davvero faticose. Tante diagnosi, alcune davvero brutte, alcune brutte ma scoperte in tempo, altre meno brutte ma fastidiose, alcune facilmente risolvibili ma comunque motivo di preoccupazione. Ho cercato di trovare una risposta a tutto, sicuramente non sempre in modo eccellente, ma ci ho provato.
Più di qualcuno, inizialmente scorbutico, si è rivelato volermi, alla fine, più bene di tutti. Quale grandissima vittoria.
Qualche nonno è venuto a mancare e non mi sono mai abituata a questo. Possano riposare in pace.
A volte mi sono arrabbiata, pure parecchio, a volte ho gioito, a volte ho ricevuto soddisfazione per i complimenti dei colleghi, a volte abbiamo riso e adesso, seppur il mio posto è altrove, una parte del mio cuore piange ad andar via.
Mi piacerebbe sapere se quell’esame, che aspettavi da tanto tempo, è poi servito o con la terapia abbiamo risolto uno o quell’altro problema, se potevo fare qualcos’altro o di più.
Mi mancheranno le perle di saggezza dei nonni.
Un anno di emozioni, belle e brutte. Un anno di crescita professionale e umana. Un anno totalizzante.
Per tutto questo, sono anche io che vi ringrazio Jolanda.
Grazie a voi, perché i miei anni di studi, sacrifici, impegno, umanità, passione, empatia sono stati compresi. Le vostre manifestazioni di fiducia nel mio lavoro, di stima e affetto per la mia persona ne sono stati la dimostrazione, rendono questo momento meno amaro, sono motivo per me di grande soddisfazione, mi riempiono di orgoglio e tanta energia positiva per il nuovo percorso.
E’ stato un onore per me essere qui, parte della vostra comunità.
Sono entrata nelle vostre case e nelle vostre vite in punta di piedi e sono stata accolta, non solo come medico di famiglia, ma come membro delle vostre famiglie. Vi porterò tutti nel cuore e mi auguro possiate sempre stare bene.
“𝗜𝗹 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗻𝗼𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮 𝗹’𝘂𝗼𝗺𝗼”, 𝗱𝗶𝘀𝘀𝗲 𝗖𝗵𝗮𝗿𝗹𝗲𝘀 𝗗𝗮𝗿𝘄𝗶𝗻.
“𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗹𝗼 𝗴𝗹𝗼𝗿𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮”, 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝗴𝗼 𝗶𝗼.
Hai ragione Alex, devo proprio fare la messa in piega.
𝕮𝖎𝖆𝖔 𝕵𝖔𝖑𝖆𝖓𝖉𝖆.