Luca Franzon Osteopata

Luca Franzon Osteopata L'OSTEOPATIA E' LA LEGGE DEL CORPO DELLA MENTE E DELLO SPIRITO

𝗣𝗨𝗡𝗧𝗔𝗧𝗔 𝟭𝟵 – 𝗠𝗨𝗦𝗖𝗢𝗟𝗢𝗣𝗢𝗟𝗜Il Retto dell’Addome – il Custode dell’AsseBenvenuto in un nuovo quartiere centrale di Muscolopo...
13/12/2025

𝗣𝗨𝗡𝗧𝗔𝗧𝗔 𝟭𝟵 – 𝗠𝗨𝗦𝗖𝗢𝗟𝗢𝗣𝗢𝗟𝗜

Il Retto dell’Addome – il Custode dell’Asse

Benvenuto in un nuovo quartiere centrale di Muscolopoli. Qui non ci sono scorciatoie né movimenti nascosti. Qui tutto passa dalla linea mediana. Una linea antica, diretta, essenziale.

Oggi incontriamo un personaggio famoso, spesso esibito ma poco ascoltato.

Tutti lo vogliono forte. Pochi lo fanno lavorare bene. Lui non ama il caos. Ama l’ordine. Ama l’asse.

🎭 IO SONO IL RETTO DELL’ADDOME

Sono quello che vedi allo specchio quando parli di “addominali”.
Ma non sono qui per fare scena. Sono qui per tenerti insieme.
Sono una colonna morbida che collega torace e bacino. Un guardiano silenzioso della postura. Un freno alla dispersione di forze. Mi attivo quando sollevi, quando ti alzi, quando tossisci, quando respiri con intenzione.

Sono il muscolo che dice al corpo: “Restiamo centrati”.

ANATOMIA

• Origino dal p**e
• Mi inserisco su sterno e cartilagini costali (5ª–7ª)
• Sono attraversato da intersezioni tendinee
• Sono avvolto dalla guaina dei retti
• Faccio parte del core anteriore
• Lavoro in squadra con trasverso, obliqui e diaframma
Sono lungo.
Segmentato.
E profondamente connesso al respiro.

⚙️ BIOMECCANICA

Mi occupo di:
• Flessione del tronco
• Controllo dell’estensione lombare
• Stabilizzazione anteriore del core
• Trasmissione delle forze tra arti superiori e inferiori
• Supporto alla pressione intra-addominale

Sono fondamentale per:

➡️ Postura eretta
➡️ Sollevamenti
➡️ Sport di forza
➡️ Respirazione funzionale
➡️ Protezione della colonna

Senza di me, il corpo si “apre” troppo. E quando si apre troppo… perde efficienza.

⚠️ QUANDO MI SOVRACCARICO (O MI SPEGNO)

• Lombalgia ricorrente
• Addome protruso anche nei magri
• Scarsa stabilità del tronco
• Affaticamento precoce
• Dolore cervicale o dorsale compensatorio
• Diastasi addominale (in alcuni contesti)

A volte sono rigido. Altre volte assente. In entrambi i casi, qualcuno sopra o sotto paga il conto.

LETTURA EMOTIVA

Mi irrigidisco quando devi “tenere tutto dentro”. Quando stringi, controlli, trattieni. Quando senti di dover reggere il peso di tutto.
Mi rilasso quando puoi respirare senza difenderti. Quando smetti di proteggerti da ciò che non è un pericolo. Quando torni a fidarti del tuo centro.

🎯 TRIGGER POINT

• Sensibilità lungo la linea mediana
• Dolore profondo sopra il p**e
• Tensione sotto lo sterno
• Fastidio che aumenta con sforzo o tosse

Non urlo. Ma se mi ascolti… parlo chiaro.

🧘‍♂️ MOBILITÀ E RILASCIO

Allungamento in estensione controllata
Supino su foam roller lungo la colonna
Respira.
40–60 sec.

Stretch in posizione cobra dolce
Senza collassare in lombare
30–40 sec.

Respirazione diaframmatica con focus addominale
5–6 cicli lenti

🏋️ ATTIVAZIONE E POTENZIAMENTO

Non mi piace il crunch urlato. Mi piace il controllo.

Dead bug lento e respirato
3x8 per lato

Hollow body hold (versione regressa se serve)
3x20–30 sec

Roll out con controllo
3x6–8

Plank con attenzione all’allineamento
3x30–45 sec

🔚 RITUALE DI CHIUSURA

Porta una mano sul petto e una sull’addome. Respira. Senti la linea che ti attraversa. Il retto dell’addome lavora meglio quando non deve difendere… ma solo sostenere.

🔍 CURIOSITÀ

• Non è il principale responsabile del “core stability” profondo
• Lavora in sinergia con il respiro
• Un eccesso di allenamento lo rende rigido
• È spesso iperattivo se il trasverso è debole
• La sua estetica non coincide con la sua funzione

📍 Ricevo a Padova • Ferrara • Imola • Cesena • Bologna
📲 335 588 4012

Guarda il retto dell'addome in azione qua: https://www.youtube.com/watch?v=5wiYNLqQ3yo

Dive into the core of human anatomy with Part 3 of our Core Series, highlighting the Re**us Abdominis Muscle in our immersive 3D animation! Explore the intri...

𝗣𝗜𝗔𝗖𝗘𝗥𝗘, 𝗦𝗢𝗡𝗢 𝗜𝗟 𝗧𝗨𝗢 𝗦𝗜𝗦𝗧𝗘𝗠𝗔 𝗡𝗘𝗥𝗩𝗢𝗦𝗢 𝗔𝗨𝗧𝗢𝗡𝗢𝗠𝗢Quelli bravi mi chiamano SNA. Quelli disperati mi maledicono alle tre di no...
12/12/2025

𝗣𝗜𝗔𝗖𝗘𝗥𝗘, 𝗦𝗢𝗡𝗢 𝗜𝗟 𝗧𝗨𝗢 𝗦𝗜𝗦𝗧𝗘𝗠𝗔 𝗡𝗘𝗥𝗩𝗢𝗦𝗢 𝗔𝗨𝗧𝗢𝗡𝗢𝗠𝗢

Quelli bravi mi chiamano SNA. Quelli disperati mi maledicono alle tre di notte. Io sono quello che lavora mentre tu fai finta di niente.
Non mi occupo di volontà, forza di carattere o buone intenzioni.

Io gestisco il backstage. Luci, suoni, pressione, ritmo. Se il tuo corpo fosse un teatro, io sarei il direttore tecnico che decide se lo spettacolo può andare avanti o se serve una pausa.

Non mi vedi perché sono elegante. Mi muovo tra ipotalamo, tronco encefalico e midollo spinale, poi mi ramifico ovunque come una rete Wi-Fi biologica. Arrivo al cuore, ai polmoni, all’intestino, alle ghiandole, ai vasi sanguigni. Non chiedo permesso, non firmo moduli. Agisco.

Dentro di me vivono in due Io non sono una voce sola. Sono una coppia strana, di quelle che funzionano solo se nessuno dei due prende il controllo del telecomando troppo a lungo.

Il Simpatico

Lui entra sempre sbattendo la porta 🚨
Parte dalla zona toraco lombare del midollo e ha una missione chiara: sopravvivere, reagire, performare.
Quando parla lui: il cuore accelera come se avesse letto una mail urgente, la pressione sale, perché “non si sa mai”, il sangue va ai muscoli, perché potresti dover scappare, combattere o almeno sembrare deciso, la digestione viene messa in pausa, perché digerire mentre scappi è poco elegante, le pupille si dilatano, così vedi tutto. Anche i problemi che non esistono,

Il simpatico non è il cattivo della storia. È il manager iperattivo. Il problema nasce quando non va mai in ferie.

Il Parasimpatico

Poi c’è lui 🌿 Entra piano, senza fare rumore. Spesso lo noti solo quando manca. Nasce soprattutto dal nervo vago e dal sistema sacrale. È quello che dice: “Tranquillo. Ora puoi respirare. Ora puoi digerire. Ora puoi ripararti.”

Quando prende spazio:

il cuore rallenta e smette di correre dietro a cose inutili
il respiro diventa profondo, tridimensionale
l’intestino riprende a lavorare come un laboratorio serio
il sistema immunitario torna a fare il suo mestiere
il corpo entra in modalità manutenzione

Se il simpatico è il caffè doppio, il parasimpatico è il divano dopo cena. Non fa rumore, ma senza di lui tutto si rompe prima.

Il vero problema Io non soffro lo stress acuto. Quello lo gestisco benissimo. Io soffro lo stress che non finisce mai.

Posture rigide, respirazione alta, traumi mai digeriti, pensieri in loop, agende senza spazi vuoti. Tutto questo dice al simpatico:
“Resta acceso. Sempre.” E così il parasimpatico viene zittito.

Non perché sia debole, ma perché nessuno gli lascia il turno.
Ed ecco che io, da raffinato regolatore, divento confuso.
Inizio a mandare segnali strani: tensioni croniche, dolori che migrano, digestione lenta, sonno leggero, stanchezza profonda con il cuore sempre in corsa.

Non è sabotaggio. È richiesta d’ascolto.

E poi arriva l’osteopatia 👐 Qui succede la magia razionale.
L’osteopatia non mi dice cosa fare. Non mi forza. Non mi corregge con la bacchetta. Mi crea le condizioni.

Quando un osteopata lavora:
sul diaframma, io respiro meglio
sulla gabbia toracica, il vago sorride
sul cranio, il mio tono cambia
sul sacro, il parasimpatico ritrova la sua voce
sulle tensioni profonde, il rumore di fondo si abbassa

Il contatto rispettoso, la mobilità restituita, il ritmo che torna fluido. Tutto questo per me è un messaggio chiaro: “Sei al sicuro. Puoi riorganizzarti.”

E quando posso farlo, non scelgo calma o attivazione. Scelgo adattabilità.

Il mio messaggio finale Io non voglio che tu sia zen tutto il giorno.
Io non voglio che tu sia produttivo a oltranza. Io voglio poterti far passare dall’azione al recupero senza restare incastrato.

Se mi ascolti, non prometto assenza di stress.Ti prometto ritmo.
E un corpo che smette di difendersi e ricomincia a vivere.
Firmato, il tuo Sistema Nervoso Autonomo 🧠✨

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IL CORPO CHE SI SVEGLIA DENTRODentro ogni essere umano custodisce un’architettura invisibile.Non è fatta solo di ossa e ...
11/12/2025

IL CORPO CHE SI SVEGLIA DENTRO

Dentro ogni essere umano custodisce un’architettura invisibile.

Non è fatta solo di ossa e leve biomeccaniche, né soltanto di emozioni che scorrono come correnti sotterranee. È un intreccio continuo tra strutture, energie, memorie e ritmi che si parlano di continuo. Quando uno di questi livelli si tende, gli altri cambiano timbro. Quando uno guarisce, gli altri trovano spazio.

La colonna vertebrale come asse di coscienza

La colonna non è solo un pilastro che mantiene l’uomo in piedi. È un contenitore di movimento, un condotto nervoso, un faro interno. Nelle tradizioni dello Yoga, rappresenta il sentiero dove l’energia kundalinica riposa, raccolta nel bacino come una spirale di potenza potenziale.

Nell’osservazione osteopatica, la colonna è la biografia incarnata: le sue curve raccontano strategie adattative, compensi, cadute emotive e risalite.

Quando si pratica il Kundalini Yoga, i movimenti e i kriya sollecitano non solo la muscolatura profonda, ma soprattutto la rete fasciale che avvolge diaframmi, visceri e sistema nervoso autonomo. Il corpo inizia a vibrare, a riorganizzare le sue memorie.

La spina dorsale diventa un corridoio dove la coscienza sale e scende come un ascensore interiore. Il ruolo nascosto dei visceri: laboratori di emozioni. I visceri non sono semplici organi funzionali: sono antenne emozionali. L’intestino, con il suo sistema nervoso enterico, custodisce reti di segnali che parlano di paure, adattamenti e sicurezza.

Il fegato trattiene frustrazioni antiche sotto forma di tensioni capsulari.
Lo stomaco racconta le ansie che non abbiamo digerito.
L’utero o la prostata conservano memorie ancestrali di identità e radicamento.

Quando una tensione viscerale si fissa nel tempo, il corpo crea compensi posturali quasi poetici: il diaframma si abbassa, la colonna si torce, il pavimento pelvico si irrigidisce nella sua quieta vigilanza.

Osteopatia e craniosacrale leggono questi adattamenti come mappe. Lo Yoga li mette in movimento.

Il tocco craniosacrale: ascoltare il sistema che ascolta
Il craniosacrale lavora nella zona in cui tutto diventa sottile:
il respiro primario, il ritmo cranico, le oscillazioni sacro-craniali che cullano il sistema nervoso centrale. Le mani non forzano, percepiscono.

Si orientano verso aree dove il fluido cerebrospinale sembra trattenere un racconto fermo. A volte basta un leggero invito per permettere a una memoria emotiva congelata di sciogliersi come un nodo che decide, finalmente, di aprirsi.

Durante queste micro-onde di rilascio si attivano zone antiche:
il tronco encefalico, sede degli istinti di sopravvivenza; il sistema limbico, archivio dei ricordi più intimi; il nervo vago, che tesse ponti tra cuore, visceri e respiro.

Qui avviene uno dei fenomeni più profondi: quando il sistema nervoso si sente al sicuro, concede all’emozione il permesso di emergere.

E ciò che emerge non è mai “troppo”. È ciò che il corpo ha trattenuto per proteggersi. L’osteopatia come lettura integrale del vissuto corporeo L’osteopata entra in scena come un lettore di geografie. Ogni restrizione è un crinale, ogni compenso una valle, ogni rigidità un tentativo di equilibrio.

Non lavora solo sulle articolazioni. Lavora sulle membrane, sugli strati fasciali che trasmettono tensioni dal cranio al sacro, dal fegato alla spalla, dal bacino al diaframma. Lavora sul sistema neurovegetativo, spesso intrappolato in una modalità difensiva.
L’obiettivo non è “aggiustare”, ma liberare.

Restituire movimento dove il corpo aveva costruito una diga. Offrire spazio dove si era formato il silenzio. Quando le discipline si intrecciano

Quando Kundalini Yoga, e Osteopatia craniosacrale dialogano, il corpo entra in uno stato di riorganizzazione profonda:
• lo Yoga mobilita, risveglia, crea flussi
• l’Osteopatia decodifica, armonizza, reintegra
• il Craniosacrale ascolta, sblocca, pacifica

A livello viscerale, questo si traduce in una sinfonia interna: il diaframma si solleva senza fatica, il fegato respira meglio, l’intestino riattiva la sua motilità elegante, il pavimento pelvico smette di trattenere ciò che non gli appartiene più.

A livello emotivo, emergono stratificazioni più sottili: memorie, intuizioni, comprensioni corporee che non passano dalla mente, ma dal tessuto stesso. Il risveglio senza spettacolo

Il risveglio della Kundalini non è un’esplosione di luce. È un riallineamento profondo, una riorganizzazione viscerale, un dialogo tra corpo e psiche che ritrova il suo ritmo originario. È una quiete che sale dal bacino fino al cranio come acqua dolce che risale una sorgente.

Quando questo accade, la persona non diventa “nuova”. Diventa intera.

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Il latte che parla: il primo linguaggio tra madre e bambinoIl latte non è solo latte è una conversazione silenziosa.Scor...
10/12/2025

Il latte che parla: il primo linguaggio tra madre e bambino

Il latte non è solo latte è una conversazione silenziosa.

Scorre caldo e vivo,
ma dentro non porta solo calorie.
Porta istruzioni.
Promesse.
Adattamenti invisibili.

Nel 2008, la ricercatrice Katie Hinde osservò qualcosa che cambiò il modo di guardare l’allattamento:
nelle madri di macaco rhesus, il latte destinato ai maschi era più ricco di grassi e proteine,
quello per le femmine più abbondante e orientato alla crescita ossea.
Non una scelta.
Una risposta biologica finemente calibrata.

Il latte materno si modella sul bambino.
Cambia se è maschio o femmina,
se cresce veloce o lentamente,
se è calmo o irrequieto.

Quando un neonato si ammala,
la sua saliva invia segnali al corpo materno
e il latte risponde producendo anticorpi specifici.
Un dialogo senza parole.
Un sistema immunitario che ascolta.

Nel latte umano vivono ormoni, batteri benefici
e oltre 200 oligosaccaridi,
sostanze che non nutrono il bambino direttamente
ma costruiscono il suo microbiota,
la base della sua salute futura.

Non esistono due latti uguali.
Ogni madre produce un latte unico,
per un bambino unico,
in un momento irripetibile.

La scienza oggi lo conferma:
il latte materno non è solo nutrimento.
È relazione.
È informazione biologica.
È il primo linguaggio che il corpo impara a comprendere.

Hinde et al., PNAS; American Journal of Physical Anthropology; studi sugli Human Milk Oligosaccharides

𝐈𝐋 𝐕𝐈𝐀𝐆𝐆𝐈𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐋𝐈𝐍𝐅𝐀𝘜𝘯𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘦Immagina di entrare in un luogo dove tutto è silenzio.Un luogo c...
10/12/2025

𝐈𝐋 𝐕𝐈𝐀𝐆𝐆𝐈𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐋𝐈𝐍𝐅𝐀
𝘜𝘯𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘦

Immagina di entrare in un luogo dove tutto è silenzio.
Un luogo che non hai mai visto, ma che conosci da sempre.

È il tuo corpo.
Ma non come l’hai mai percepito.

Un mondo fatto di corridoi morbidi, luci soffuse, battiti lontani.
E lì, in questo paesaggio intimo e segreto, scorre un fiume sottile:
𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐧𝐟𝐚.

Non ha fretta.
Non fa rumore.
Si muove con la delicatezza di chi regge un equilibrio prezioso.

È la protagonista silenziosa della tua vita.
Custodisce il sistema immunitario.
Ripulisce ciò che non serve più.
Nutre, ripara, protegge.

Ma come ogni fiume…
anche lei può incontrare ostacoli.

Nel corpo questi ostacoli hanno un nome:
tensioni, rigidità, stress, posture trattenute, respiri dimenticati.

E così, senza fare rumore,
𝐢𝐥 𝐟𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐫𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚.

𝐐𝐔𝐀𝐍𝐃𝐎 𝐈𝐋 𝐂𝐎𝐑𝐏𝐎 𝐒𝐈 𝐅𝐄𝐑𝐌𝐀, 𝐋𝐀 𝐋𝐈𝐍𝐅𝐀 𝐀𝐒𝐂𝐎𝐋𝐓𝐀

La linfa è sensibile.
Sente ogni emozione non detta.
Ogni respiro corto.
Ogni muscolo che ha dimenticato come lasciarsi andare.

Ed è qui che entra in scena una figura discreta,
capace di leggere il corpo come una mappa antica:
𝐥’𝐨𝐬𝐭𝐞𝐨𝐩𝐚𝐭𝐚.

Non forza.
Non invade.
𝐀𝐬𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚.

Appoggia le mani e attende.
Perché il corpo, se ascoltato, sa raccontare tutto.

𝐈 𝐃𝐈𝐀𝐅𝐑𝐀𝐌𝐌𝐈: 𝐋𝐄 𝐒𝐎𝐆𝐋𝐈𝐄 𝐃𝐎𝐕𝐄 𝐈𝐋 𝐕𝐈𝐀𝐆𝐆𝐈𝐎 𝐂𝐀𝐌𝐁𝐈𝐀

Ci sono luoghi nel corpo dove il flusso decide se continuare o fermarsi.
Sono i diaframmi.

• Diaframma toracico: la vela del respiro
• Diaframma pelvico: la radice della risalita
• Stretto toracico superiore: la porta finale
• Diaframma cranico: il cielo interno

Quando questi passaggi sono liberi,
la linfa segue la danza naturale del corpo.

Quando sono rigidi,
𝐢𝐥 𝐟𝐢𝐮𝐦𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢𝐞𝐧𝐞.

𝐈𝐋 𝐌𝐎𝐕𝐈𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎: 𝐋𝐀 𝐋𝐈𝐍𝐅𝐀 𝐒𝐈 𝐌𝐔𝐎𝐕𝐄 𝐆𝐑𝐀𝐙𝐈𝐄 𝐀 𝐓𝐄

La linfa non ha un cuore che la spinga.
La sua forza sei tu.

Ogni respiro profondo.
Ogni passo consapevole.
Ogni gesto lento.

Il movimento non è allenamento.
È relazione.
È dire al corpo:
Ci sono. Mi prendo cura di te.

𝐍𝐔𝐓𝐑𝐈𝐑𝐄 𝐈𝐋 𝐅𝐈𝐔𝐌𝐄

Ciò che scegli di mangiare diventa parte del viaggio.

Cibi anti-infiammatori.
Fibre che puliscono il percorso.
Omega-3 che rendono il flusso più leggero.
Acqua, la magia più semplice.

Ogni scelta è un messaggio alla linfa:
Puoi scorrere.

𝐋’𝐎𝐒𝐓𝐄𝐎𝐏𝐀𝐓𝐈𝐀 𝐂𝐎𝐌𝐄 𝐑𝐈𝐓𝐎𝐑𝐍𝐎 𝐀 𝐂𝐀𝐒𝐀

Ti sdrai.
Respiri.
Ti affidi.

Le mani ascoltano.
Il silenzio lavora.
Il corpo risponde.

La linfa riconosce il sentiero.
E tu ti senti più leggero, più presente, più vivo.

Perché l’osteopatia non aggiunge nulla.
Ricorda al corpo ciò che sapeva già.

𝐒𝐄 𝐒𝐄𝐍𝐓𝐈 𝐂𝐇𝐄 𝐐𝐔𝐀𝐋𝐂𝐎𝐒𝐀 𝐈𝐍 𝐓𝐄 È 𝐅𝐄𝐑𝐌𝐎

Forse non serve fare di più.
Forse serve lasciare scorrere.

Se questo racconto ti ha parlato,
se senti che il tuo corpo sta chiedendo ascolto,
scrivimi.

📍 Ferrara • Imola • Cesena • Padova • Bologna
📞 335 588 4012

𝐋𝐮𝐜𝐚 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐳𝐨𝐧 – 𝐎𝐬𝐭𝐞𝐨𝐩𝐚𝐭𝐚




Il tempo del corpoIl corpo non vive nel silenzio. Vive nel tempo.Ogni sua parte si muove, oscilla, respira secondo un ri...
09/12/2025

Il tempo del corpo

Il corpo non vive nel silenzio. Vive nel tempo.

Ogni sua parte si muove, oscilla, respira secondo un ritmo antico, spesso invisibile, ma costante. Il bioritmo non è altro che questo: la voce del corpo che si estende nel tempo, la traccia lasciata dalle sue forme mentre vivono, si adattano, resistono.

La struttura non è mai immobile. Anche l’osso più solido racconta una storia fatta di micro-movimenti, di carichi sopportati, di equilibri cercati.

La funzione nasce da qui, da una forma che nel tempo trova il proprio modo di esistere. Quando questo dialogo è fluido, il corpo è in salute. Quando si irrigidisce, il tempo inizia a lasciare segni.

Il ritmo come memoria

Ogni bioritmo è una memoria che pulsa. Il respiro conserva il ricordo di emozioni vissute, il passo racconta adattamenti antichi, la postura parla delle scelte fatte per sopravvivere al dolore.

Nulla è casuale. Il corpo non dimentica: rallenta, accelera, trattiene.

In osteopatia si impara ad ascoltare questi silenzi e queste accelerazioni.

Non come numeri o misurazioni, ma come qualità. Un tessuto che ha perso il suo ritmo non è solo rigido: è stanco di adattarsi. È una storia che ha smesso di scorrere.

Quando il tempo si spezza

La malattia non arriva all’improvviso.
Arriva quando il ritmo si frantuma.
Un respiro che non espande più, un viscere che perde il suo movimento, una fascia che smette di scivolare: sono piccoli tradimenti del tempo. Il sintomo è solo l’ultimo capitolo, la parte visibile di una narrazione iniziata molto prima.

Il corpo cerca sempre un nuovo
equilibrio, anche a costo di deformarsi. E in questo tentativo disperato di adattamento, il bioritmo si modifica.
Diventa irregolare, fragile, faticoso. È lì che il dolore trova spazio.

Le mani che ascoltano

L’osteopata non impone un cambiamento.Si ferma. Ascolta.

Le mani diventano un ponte tra presente e passato, tra ciò che si muove e ciò che è rimasto indietro.

Sotto le dita emergono ritmi diversi: alcuni vivi, altri quasi sospesi. Il trattamento non forza, non corregge: invita il corpo a ricordare come si muoveva quando era libero.

Quando il ritmo ritorna, non fa rumore.
Si riconosce da una sensazione di spazio, da un respiro che si allarga, da un silenzio che finalmente non pesa.

Ritrovare il proprio tempo

La salute non è perfezione. È coerenza nel tempo. È la capacità del corpo di oscillare senza rompersi, di adattarsi senza perdersi, di cambiare senza smettere di riconoscersi. Il bioritmo è questo: la firma personale con cui ogni corpo attraversa la vita.

In osteopatia non si cura il sintomo, ma il tempo che lo ha generato.

Si accompagna il corpo a ritrovare il proprio passo, il proprio ritmo interno, quello che non può essere imposto ma solo risvegliato.

Perché quando il corpo torna a sentire il proprio tempo, la funzione rifiorisce, la struttura si riorganizza e la salute smette di essere un obiettivo: diventa un’esperienza.

𝗟𝘂𝗰𝗮 𝗙𝗿𝗮𝗻𝘇𝗼𝗻 – Osteopata
Ricevo a:
𝗙𝗲𝗿𝗿𝗮𝗿𝗮 • 𝗜𝗺𝗼𝗹𝗮 • 𝗖𝗲𝘀𝗲𝗻𝗮 • 𝗣𝗮𝗱𝗼𝘃𝗮 • 𝗕𝗼𝗹𝗼𝗴𝗻𝗮
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🌺 FITOTEKA DELLA SETTIMANAREISHI Il Funghetto della Longevità che Calma, Ripara e Rinforza dall’InternoHai presente quei...
07/12/2025

🌺 FITOTEKA DELLA SETTIMANA
REISHI

Il Funghetto della Longevità che Calma, Ripara e Rinforza dall’Interno

Hai presente quei periodi in cui il sistema nervoso è teso, il sonno è leggero, il corpo si infiamma facilmente e la mente fatica a “stare centrata”?
Il Reishi (Ganoderma lucidum) è uno dei rimedi più profondi quando il corpo chiede riequilibrio, protezione e rigenerazione sistemica.

Non è un semplice integratore:
è un adattogeno millenario che lavora sul terreno come pochi altri.
🔴 modulatore del sistema immunitario
🔴 antinfiammatorio naturale
🔴 nutrimento per sistema nervoso, fegato e microcircolazione
Per un osteopata, è un alleato prezioso quando serve calmare il “rumore di fondo” del corpo, migliorare la risposta fasciale e ottimizzare la capacità di recupero.

🌺 COS’È IL REISHI

È un fungo medicinale orientale noto come “Ling Zhi”, che significa:
✨ pianta dello spirito
✨ fungo dell’eterna giovinezza
Ricchissimo di polisaccaridi, triterpeni e antiossidanti: un mix che nutre, ripara e armonizza.

🌟 COSA FA DAVVERO NEL CORPO

✨ 1. Calma il sistema nervoso e migliora il sonno
Il Reishi riduce l’iperattivazione del sistema simpatico.
Risultato:
• meno tensioni somato-emozionali
• sonno più profondo
• mente più lucida
• migliore risposta ai trattamenti cranio-sacrali
È come togliere un “rumore di fondo” che drena energia.

✨ 2. Potente azione antinfiammatoria e antiossidante
I suoi triterpeni modulano l’attività immunitaria e riducono l’infiammazione cronica, soprattutto a livello:
• fasciale
• articolare
• cutaneo
• microcircolatorio
Tessuti più morbidi, meno reattivi, più ricettivi.

✨ 3. Sostiene il fegato e la detossificazione “intelligente”
Il Reishi non forza: regola.
Utile in caso di:
• stanchezza persistente
• sovraccarico alimentare
• infiammazione viscerale
• metabolismo lento
Un fegato più efficiente = un terreno più libero.

✨ 4. Rinforza il sistema immunitario
È un immunomodulante, non uno stimolante.
Aiuta a:
• ridurre episodi infiammatori ricorrenti
• migliorare la risposta alle infezioni
• mantenere le difese equilibrate nei periodi di stress

✨ 5. Equilibra umore e stabilità emotiva
Grazie alla sua azione sul sistema limbico e sullo stress ossidativo.
Dona:
• calma
• lucidità
• resilienza
• centratura

🌀 VISIONE OSTEOPATICA

Il Reishi migliora:
✔ qualità del connettivo
✔ risposta ai trattamenti fasciali e viscerali
✔ capacità di recupero del sistema nervoso autonomo
✔ regolazione cranio-sacrale
✔ resilienza allo stress meccanico ed emotivo
Un terreno più calmo = un corpo più disponibile alla guarigione.

🍽️ COME SI ASSUME

👉 Polvere o estratto concentrato: 1–2 g/die
👉 Capsule: 1–2 al giorno (estratto standardizzato)
👉 Tisana: ottima la sera per favorire rilassamento e sonno
👉 In combo con:
✨ ashwagandha → per stress + sistema nervoso
✨ curcuma → per infiammazione
✨ magnesio → per rilassamento muscolare

⚠️ ATTENZIONE

❗ Possibili interazioni con farmaci anticoagulanti
❗ In rari casi può dare lieve insonnia se assunto la mattina tardi—meglio prenderlo entro le 17
❗ Le informazioni sono divulgative e non sostituiscono il medico

🌺 IN SINTESI

Il Reishi è:
calma profonda, tessuti meno reattivi, immunità equilibrata, recupero potenziato, mente chiara.
Un vero “armonizzatore” del terreno.

📍 Ricevo a
Padova • Ferrara • Imola • Cesena • Bologna
📞 335 588 4012

𝗣𝗨𝗡𝗧𝗔𝗧𝗔 𝟭𝟴 – 𝗠𝗨𝗦𝗖𝗢𝗟𝗢𝗣𝗢𝗟𝗜𝗜𝗹 𝗧𝗲𝗻𝘀𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗟𝗮𝘁𝗮 – lo 𝗦𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗲𝗴𝗮 𝗗𝗶𝗮𝗴𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲Benvenuto in un nuovo distretto segreto di ...
06/12/2025

𝗣𝗨𝗡𝗧𝗔𝗧𝗔 𝟭𝟴 – 𝗠𝗨𝗦𝗖𝗢𝗟𝗢𝗣𝗢𝗟𝗜

𝗜𝗹 𝗧𝗲𝗻𝘀𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗟𝗮𝘁𝗮 – lo 𝗦𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗲𝗴𝗮 𝗗𝗶𝗮𝗴𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲

Benvenuto in un nuovo distretto segreto di Muscolopoli.
Oggi incontriamo un personaggio speciale, piccolo ma potentissimo, che comanda un’intera autostrada di tensioni e stabilità.
Lui non lavora mai da solo.
È un vero stratega.
Un direttore d’orchestra delle linee laterali del corpo.

🎭 𝗜𝗢 𝗦𝗢𝗡𝗢 𝗜𝗟 𝗧𝗘𝗡𝗦𝗢𝗥𝗘 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗙𝗔𝗦𝗖𝗜𝗔 𝗟𝗔𝗧𝗔 (𝗧𝗙𝗟)

Sono piccolo, sì… ma controllo una strada che percorre tutta la tua gamba: la banda ileo-tibiale (ITB).
Mi attivo quando devi stabilizzarti, quando corri, quando cambi direzione.

Sono il tuo “freno laterale”.

Sono quello che ti tiene in asse mentre la vita ti tira fuori equilibrio.
Lavoro con il mio alleato fedele, il gluteo medio. E insieme al piccolo gluteo, siamo il trio della stabilità.

Quando lavoro bene, ti muovi fluido. Quando mi irrigidisco… possono arrivare dolori al ginocchio, tensioni laterali dell’anca e fastidi che sembrano ve**re da ovunque.

🧬 ANATOMIA

• Origino dalla spina iliaca antero-superiore (SIAS)
• Mi inserisco nella fascia lata, che scende fino a inserirsi sul piatto tibiale
• Sono parte essenziale della catena laterale
• Condivido missioni con gluteo medio, piccolo gluteo e quadricipite laterale
Sono poco visibile, ma molto… molto influente.

⚙️ BIOMECCANICA

Mi occupo di:
• Abduzione dell’anca (insieme ai fratelli glutei)
• Stabilizzazione del ginocchio tramite la fascia lata
• Controllo dei movimenti laterali del bacino
• Rotazione interna dell’anca
• Supporto alla flessione dell’anca

Sono fondamentale per:
➡️ Runner
➡️ Sport che prevedono cambi di direzione
➡️ Posture prolungate in piedi o sedute
➡️ Stabilità del bacino durante la camminata

Senza di me… ogni passo rischierebbe di “scappare” verso l’interno.

⚠️ QUANDO MI RIBELLO

• Tensione eccessiva lungo la banda ileo-tibiale
• Dolore laterale al ginocchio (runner’s knee)
• Fastidio o bruciore sulla parte esterna dell’anca
• Sensazione di gamba “che tira”
• Bacino che ruota verso l’interno
• Problemi di stabilità durante la corsa
Molti pensano sia colpa del ginocchio.
Spesso… sono io che sto tirando troppo.

💠 LETTURA EMOTIVA

Mi irrigidisco quando ti senti “sbilanciato”. Quando porti pesi che non sono i tuoi. Quando ti allontani dalla tua strada per seguire quella degli altri. Rilascio tensione quando ritrovi il tuo asse.
Quando torni a muoverti con autenticità e direzione.

🎯 TRIGGER POINT

• Dolore che corre lungo il fianco della coscia
• Fastidio localizzato nella parte alta dell’anca
• Irradiazione verso il ginocchio
• Dolore accentuato correndo o camminando in discesa
Quando mi premi nei punti giusti, mi faccio sentire eccome.

🧘‍♂️ STRETCHING

Stretching del TFL in stazione eretta
Incrocia la gamba e spingi il bacino lateralmente.
30–40 sec.

Affondo con inclinazione laterale
Allunga la parte esterna dell’anca.
25–40 sec.

Foam roller sulla fascia lata (con dolcezza!)
Molto lento e progressivo.
20–30 sec.

🏋️ POTENZIAMENTO

Per tenere a bada il TFL, bisogna…
rinforzare i glutei, i suoi compagni di squadra.

Abduzioni con elastico in rotazione esterna
3x15

Side plank con abduzione della gamba superiore
3x12 per lato

Controllo del bacino in single-leg stance
3x20–30 sec

Camminata laterale con elastico
3x20 passi

🔚 RITUALE DI CHIUSURA

Porta una mano sull’anca. Respira. Senti il lato del corpo che si distende. Il TFL lavora meglio quando ti muovi in armonia.
Quando smetti di trattenere… e torni a fluire.

🔍 CURIOSITÀ

• È uno dei muscoli più attivi nei runner
• Può diventare iperteso se i glutei sono deboli
• Gioca un ruolo chiave nella stabilità del ginocchio
• È più corto nelle persone che siedono molto
• È spesso colpevole dei dolori laterali al ginocchio

🎥 guarda il TFL in azione https://www.youtube.com/watch?v=vkCNzvU-vTs

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📲 335 588 4012

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𝗠𝗶𝗻𝗱𝗳𝘂𝗹𝗻𝗲𝘀𝘀 𝗲 𝗢𝘀𝘁𝗲𝗼𝗽𝗮𝘁𝗶𝗮: 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗮𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗺𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗲 𝘂𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗲𝗻...
05/12/2025

𝗠𝗶𝗻𝗱𝗳𝘂𝗹𝗻𝗲𝘀𝘀 𝗲 𝗢𝘀𝘁𝗲𝗼𝗽𝗮𝘁𝗶𝗮: 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲

𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗮𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗺𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗲 𝘂𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗲𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗲𝘃𝗼𝗹𝘂𝘁𝗶𝘃𝗼

C’è qualcosa di profondamente liberatorio in questa verità: non devi pensare sempre.

La mente è straordinaria, ma non per essere accesa senza sosta. È nata per servirti, non per dominarti.

𝗘𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 è 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮

Prima di ogni pensiero, prima di ogni gesto, c’è il semplice fatto che esisti.

𝗘𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗶𝗴𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮:
Sentire il respiro
Percepire il corpo che vive
Lasciare che il momento sia ciò che è
È lo stato in cui ti rigeneri. È casa.

𝗜𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮 𝗱’𝗮𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼
In osteopatia non lavoriamo sul corpo, ma con il corpo. Ascoltiamo:
La tensione che racconta
Il respiro trattenuto
La fascia che protegge
Il sistema nervoso in allerta
Il corpo non mente mai.

𝗜𝗹 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗲𝗿𝗼 è 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲

Il pensiero è magnifico quando è intenzionale.
Il problema nasce quando diventa un loop infinito che ti consuma.
Molti arrivano sul lettino con una mente che comanda tutto.
Ma il corpo non ragiona: sente.
La mindfulness ti riporta al presente.
L’osteopatia aiuta il corpo a liberarsi.

𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝘁𝗶 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗰𝗼?

Quando la mente non si ferma mai:
Perdi contatto con te stesso
Le emozioni si confondono
Ogni cosa diventa pesante
È come tenere i muscoli contratti per ore.
Ma questo non è il tuo stato naturale.
È solo un’abitudine che puoi cambiare.
𝗜𝗹 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗼: 𝗶𝗹 𝗽𝗼𝗻𝘁𝗲 𝘁𝗿𝗮 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼

Quando il respiro è bloccato:
Il diaframma si irrigidisce
Le fasce trattengono
Il sistema nervoso rimane attivo
Quando il respiro torna libero:
Il corpo si scioglie La mente si calma

In 𝗼𝘀𝘁𝗲𝗼𝗽𝗮𝘁𝗶𝗮 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗹 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗼.
𝗡𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗻𝗱𝗳𝘂𝗹𝗻𝗲𝘀𝘀 𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗻𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗹 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗼.

𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶, 𝗽𝗼𝗶 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮

Un nuovo modo di vivere:
Essere
Sentire
Capire
Pensare
Il pensiero che nasce dalla presenza è chiaro, creativo, utile.

𝗟𝗲 𝘁𝘂𝗲 𝗶𝗱𝗲𝗲 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗶 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝘀𝗶𝗹𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼

Le intuizioni emergono quando smetti di cercarle:
camminando, sotto la doccia, al risveglio.
La mente crea nel vuoto. Non nella confusione.
Il silenzio è fertile.

𝗟𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘀𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼

Mindfulness e osteopatia condividono l’ascolto profondo.

𝗡𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗻𝗱𝗳𝘂𝗹𝗻𝗲𝘀𝘀:
Osservi
Ricevi
Accogli

𝗡𝗲𝗹𝗹’𝗼𝘀𝘁𝗲𝗼𝗽𝗮𝘁𝗶𝗮:
Le mani ascoltano
Sentono le tensioni
Accompagnano
L’ascolto vero è curativo.

𝗣𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲
Quando prima sei, il pensiero diventa un alleato:
crea, progetta, trasforma.
È un atto evolutivo, non un riflesso automatico.

𝗜𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼 𝘀𝗮̀ 𝗴𝗶𝗮̀
Non devi forzare.
Devi permettere.
Il corpo sa guarire. Ha bisogno di:
Spazio
Presenza
Quando la mente lascia il controllo, il corpo torna a fluire.

𝗣𝘂𝗼𝗶 𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮

Non sei i tuoi pensieri.
Non devi seguirli.
Non devi controllare tutto.
Sei qui. Sei vivo. Ed è sufficiente.
Chiudi gli occhi.
Respira.
Senti il corpo.
La presenza è la cura.

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