The Soulmigrant

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Uno Spazio per te, uno spazio per raccogliere anime gentili in questo universo, uno spazio per aiutare anche le donne a guarire.

“Per imparare a volare bisogna prima imparare a lasciar andare".

24/12/2025

Natale dovrebbe essere un verbo,
si dovrebbe praticare più che festeggiare,
renderlo attitudine,
spingerlo dentro fino a farsi carisma,
dovrebbe essere un abito per il cuore,
alta moda interiore

Sii Natale, fai Natale.
Dovremmo imparare a dircelo,
perché dovrebbe essere un'azione, il Natale,
non un avvenimento

perché avvenimento vuol dire
che ha giorni specifici di arrivo
e giorni precisi in cui andarsene,
invece un vero Natale
non può essere escluso,
non può avere assenza giustificata
perché Natale è azione di quotidiano
è movimento odierno,
non una festa
ma un atteggiamento festoso

appartenere alla nascita,
è questo il significato,
la parola stessa nasce parlando di nascita,
Natale è parola che si battezza sola,
lui stesso si fa verbo di sé

appartenere alla nascita
vuol dire mantenere dentro noi
il senso di vita,
Natale vuol dire praticare la vita
e la vita dovrebbe essere praticata continuamente,
la ricorrenza del vero Natale
è l'istante, festeggia il secondo
brinda l'attimo

quindi ogni volta che radunate i vostri amori
in primavera,
che raggiungete una famiglia,
viaggiate un amico
vi presentate di fronte a un aiuto,
riportate una pietra dal mare estero
telefonate per sentirvi
apparecchiate per gente
esprimete parole gentili
e organizzate un tramonto

ricordatevi
in quel momento lì
state facendo Natale.

[Gio Evan]
buon cuore in festa, love assai

23/12/2025
“Silenzio, entra l’inverno.”
21/12/2025

“Silenzio, entra l’inverno.”

CorpoIl corpo non è una macchina da ottimizzare.È una casa viva, e oggi la sento più fragile che mai!Il mio corpo ora no...
20/12/2025

Corpo

Il corpo non è una macchina da ottimizzare.
È una casa viva, e oggi la sento più fragile che mai!

Il mio corpo ora non sta cambiando:
sta attraversando.
E questa volta attraversare non è lineare, non è mai non è “comodo”.

C’è un tempo in cui il corpo chiede di essere ascoltato più che capito.
Un tempo in cui non vuole soluzioni, ma presenza.
Un tempo in cui il sentire diventa più importante del fare.

Il corpo femminile custodisce linguaggi antichi.
Parla per sensazioni, per onde, per pause.
Non risponde alla logica della macchina,
ma a quella della vita che pulsa anche quando fa male.

La somatica, per me, è questo:
restare.
Non forzare il passaggio.
Non chiedere al corpo di essere diverso da ciò che è adesso.

C’è una dignità profonda nel permettere al corpo di vivere il suo momento.
Nel non tradirlo con la fretta di guarire.
Nel riconoscere che anche il dolore ha un’intelligenza,
e che non tutto ciò che pesa è da correggere.

Il corpo non è il problema.
È il luogo.
È il confine sacro dove imparo, ancora una volta,
a migrare verso me stessa.


11/12/2025

Dal video “La precisione della poesia, Chandra Livia Candiani, regia di Katuscia Da Corte. Cadore, 2015”

11/12/2025

Oscar Wilde, "Il ritratto di Dorian Gray"

06/12/2025

Gabriel García Márquez, "Dell'amore e di altri demoni"

In questi giorni che sembrano sospesi, mi scopro più fragile del solito.Più esposta, più permeabile alla vita e alle sue...
02/12/2025

In questi giorni che sembrano sospesi, mi scopro più fragile del solito.
Più esposta, più permeabile alla vita e alle sue onde.
E mentre tutto mi chiede di resistere, qualcosa dentro di me sussurra piano che forse la vera forza è nel permettersi di lasciar andare.

Le parole di “Vince chi molla” mi hanno attraversato come una carezza che brucia: non un invito alla resa, ma un promemoria gentile che parla di fiducia, di resa consapevole, di ritorno a sé.
Mi hanno ricordato che non si può tenere tutto insieme, sempre.
Che c’è un momento in cui le mani devono aprirsi, e il corpo deve potersi appoggiare.
Che mollare non è cadere: è smettere di aggrapparsi a ciò che ci pesa.

Scrivo queste parole prima di tutto per me.
Perché ne ho bisogno.
Perché oggi la verità più grande che posso regalarmi è questa:
non devo dimostrare nulla, non devo superare tutto, non devo essere forte in ogni istante.
Posso cedere. Posso riposare. Posso respirare.

E sto imparando anche questo: rallentare è un atto di coraggio.
In un mondo che corre sempre, fermarsi sembra quasi una colpa.
Ma la verità è che ci sono pause che salvano.
Momenti di riposo che rimettono a fuoco ciò che conta davvero.
Non possiamo vivere solo di obiettivi, traguardi, cose da spuntare.
A volte la vita più autentica accade proprio negli spazi vuoti, nei respiri lenti, nella scelta consapevole di non correre.

Nel carosello che accompagna queste parole ci sono alcune frasi tratte dal testo della canzone di Niccolò Fabi che mi hanno tenuto compagnia in questi giorni intensi: piccole ancore, piccole verità che risuonano dentro.

E se qualcuno, passando di qui, dovesse sentirsi allo stesso modo, spero che trovi conforto in questa piccola confessione:
a volte, davvero, vince chi molla.
Chi rallenta.
Chi smette di stringere i pugni e di correre senza fiato.
Chi si concede la grazia di essere umano, completamente.

In questi giorni che sembrano sospesi, mi scopro più fragile del solito.Più esposta, più permeabile alla vita e alle sue...
02/12/2025

In questi giorni che sembrano sospesi, mi scopro più fragile del solito.
Più esposta, più permeabile alla vita e alle sue onde.
E mentre tutto mi chiede di resistere, qualcosa dentro di me sussurra piano che forse la vera forza è nel permettersi di lasciar andare.

Le parole di “Vince chi molla” mi hanno attraversato come una carezza che brucia: non un invito alla resa, ma un promemoria gentile che parla di fiducia, di resa consapevole, di ritorno a sé.
Mi hanno ricordato che non si può tenere tutto insieme, sempre.
Che c’è un momento in cui le mani devono aprirsi, e il corpo deve potersi appoggiare.
Che mollare non è cadere: è smettere di aggrapparsi a ciò che ci pesa.

Scrivo queste parole prima di tutto per me.
Perché ne ho bisogno.
Perché oggi la verità più grande che posso regalarmi è questa:
non devo dimostrare nulla, non devo superare tutto, non devo essere forte in ogni istante.
Posso cedere. Posso riposare. Posso respirare.

E sto imparando anche questo: rallentare è un atto di coraggio.
In un mondo che corre sempre, fermarsi sembra quasi una colpa.
Ma la verità è che ci sono pause che salvano.
Momenti di riposo che rimettono a fuoco ciò che conta davvero.
Non possiamo vivere solo di obiettivi, traguardi, cose da spuntare.
A volte la vita più autentica accade proprio negli spazi vuoti, nei respiri lenti, nella scelta consapevole di non correre.

Nel carosello che accompagna queste parole ci sono alcune frasi tratte dal testo della canzone di Niccolò Fabi che mi hanno tenuto compagnia in questi giorni intensi: piccole ancore, piccole verità che risuonano dentro.

E se qualcuno, passando di qui, dovesse sentirsi allo stesso modo, spero che trovi conforto in questa piccola confessione:
a volte, davvero, vince chi molla.
Chi rallenta.
Chi smette di stringere i pugni e di correre senza fiato.
Chi si concede la grazia di essere umano, completamente.

In questi giorni che sembrano sospesi, mi scopro più fragile del solito.Più esposta, più permeabile alla vita e alle sue...
02/12/2025

In questi giorni che sembrano sospesi, mi scopro più fragile del solito.
Più esposta, più permeabile alla vita e alle sue onde.
E mentre tutto mi chiede di resistere, qualcosa dentro di me sussurra piano che forse la vera forza è nel permettersi di lasciar andare.

Le parole di “Vince chi molla” mi hanno attraversato come una carezza che brucia: non un invito alla resa, ma un promemoria gentile che parla di fiducia, di resa consapevole, di ritorno a sé.
Mi hanno ricordato che non si può tenere tutto insieme, sempre.
Che c’è un momento in cui le mani devono aprirsi, e il corpo deve potersi appoggiare.
Che mollare non è cadere: è smettere di aggrapparsi a ciò che ci pesa.

Scrivo queste parole prima di tutto per me.
Perché ne ho bisogno.
Perché oggi la verità più grande che posso regalarmi è questa:
non devo dimostrare nulla, non devo superare tutto, non devo essere forte in ogni istante.
Posso cedere. Posso riposare. Posso respirare.

E sto imparando anche questo: rallentare è un atto di coraggio.
In un mondo che corre sempre, fermarsi sembra quasi una colpa.
Ma la verità è che ci sono pause che salvano.
Momenti di riposo che rimettono a fuoco ciò che conta davvero.
Non possiamo vivere solo di obiettivi, traguardi, cose da spuntare.
A volte la vita più autentica accade proprio negli spazi vuoti, nei respiri lenti, nella scelta consapevole di non correre.

Nel carosello che accompagna queste parole ci sono alcune frasi tratte dal testo della canzone di Niccolò Fabi che mi hanno tenuto compagnia in questi giorni intensi: piccole ancore, piccole verità che risuonano dentro.

E se qualcuno, passando di qui, dovesse sentirsi allo stesso modo, spero che trovi conforto in questa piccola confessione:
a volte, davvero, vince chi molla.
Chi rallenta.
Chi smette di stringere i pugni e di correre senza fiato.
Chi si concede la grazia di essere umano, completamente.


01/12/2025

Il Calendario Letterario 2026 è ora disponibile in edizione limitata 👉🏻 link in bio

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A.B.A.U.T

Un semplice fiore della zona alpina dell’ Himalaya orientale “Raphidophora Glauca”, qui insieme ad altre specie di fiori ogni giorno compiono una “danza”, sfruttando ogni minima nicchia si contendono senza tregua lo spazio e la luce. Attraverso questa immagine trovo risonanze simili con ciò che facciamo noi con il nostro corpo e a volte questo tipo di immagini sono un richiamo una fonte di ispirazione per il danzatore stesso ed è con questa immagine che è nato il progetto intitolato LoSpazioAltrove luogo di ricerca di immagini di poesia di percorsi formativi e per-formativi di progetti in evoluzione, di collaborazioni artistiche con danzatori e musicisti dove l'improvvisazione visibile ai sensi è un mezzo uno strumento per la composizione e la creazione artistica.

LoSpazioAltrove Tra una roccia e una goccia la profondità sorregge la pietra caduta da un soffio di vento. E qui lo spazio altrove percorre la forma scolpisce la massa sostiene l’infinito diviso tra corpi in divenire sculture di umanità e di immobilità.

www.lospazioaltrove.blogspot.com