14/10/2019
“Adulto è colui che ha preso in carico il che è stato, ne è diventato il padre e la madre.
Adulto è colui che ha curato le della propria , riaprendole per vedere se ci sono cancrene in atto, guardandole in faccia, non nascondendo il bambino ferito che è stato, ma rispettandolo profondamente riconoscendone la verità dei passati, che se non ascoltati diventano presenti, futuri, eterni.
Adulto è colui che smette di cercare i propri ovunque, e ciò che loro non hanno saputo o potuto dare.
È qualcuno che non cerca compiacimento, rapporti privilegiati, incondizionato, per la propria esistenza nel partner, nei figli, nei colleghi, negli amici.
Adulto è chi si assume le proprie , ma non quelle come timbrare il cartellino, pagare le bollette o fare le lavatrici. Ma le responsabilità delle proprie , delle proprie azioni, delle proprie e delle proprie .
Responsabile è chi prende la propria in carico, senza più attribuire colpe alla , al governo ladro, al sindaco che scalda la poltrona, alla società malata, ai piccioni che portano le malattie e all’insegnante delle elementari che era frustrata.
Sembrano adulti ma non lo sono affatto.
Chi da bambino è stato umiliato, chi ha pensato di non esser stato amato abbastanza, chi ha vissuto l’abbandono e ne rivive costantemente la , chi ha incontrato la e la , chi si è sentito eccessivamente responsabilizzato, chi ha urlato senza , chi la voce ce l’aveva ma non c’era nessuno con orecchie per sentire, chi ha atteso invano mani, chi ha temuto le mani: per tutti questi “chi”, se non c’è stato un momento di profonda , se non si è avuto ancora il di accettare il vissuto, se non si è pronti per dire addio a quel bambino, allora “l’adultità” è un’illusione.
Ciò che separa il bambino dall’adulto, è la consapevolezza. [...]
Non si può essere adulti se nessuno ha visto il bambino che siamo stati, noi per primi."
-J. Korczak-