BenEssereFamiglia

BenEssereFamiglia Sono la dott.ssa Elena Ubbiali, psicologa dello sviluppo e dell'educazione e psicoterapeuta in forma

Ho deciso di dare questo nome alla pagina Facebook legata alla mia professione, perché il "Benessere" e la "Famiglia" sono due degli ambiti di intervento in cui opero come psicologa. "BENESSERE"
Il concetto di benessere ha subito numerose modifiche e ampliamenti nel corso del tempo. Oggi con il termine "benessere" non ci si riferisce più solo ad un'assenza di patologia - "Sto bene perché non sono malato" -, ma "stare bene" significa molto di più. Il "BenEssere" è il miglior equilibrio possibile tra il piano biologico, il piano psichico e il piano sociale di ogni individuo ed è quindi una condizione di natura dinamica, in continuo mutamento. L'equilibrio che determina il BenEssere di ciascuno di noi è quindi il risultato di una valutazione che la persona fa della propria qualità di vita e dipende da numerosissimi fattori individuali, relazionali e ambientali. Se da una parte esistono delle minacce oggettive al nostro stato di benessere, quali ad esempio l'insorgere di una malattia, la perdita di un proprio caro, la separazione dal proprio coniuge, ecc, dall'altra il nostro modo di interpretare e quindi di vivere, sentire e affrontare tali minacce può influire significativamente sulla nostra risposta e quindi sul nostro modo di sentirci più o meno bene dal punto di vista psicologico. In questi casi può essere utile richiedere una consulenza psicologica, rivolgendosi appunto ad uno psicologo, in quanto professionista della salute e del benessere psicologico. Grazie alla propria preparazione professionale, infatti, lo psicologo può aiutare le persone a individuare e incrementare le proprie potenzialità, attraverso la conoscenza di sé stesso e delle proprie risorse. "FAMIGLIA"
La famiglia, dal punto di vista psicologico, può essere definita come il luogo primario ed insostituibile di quelle relazioni di fiducia, reciprocità e dono che sono essenziali per costruire, alimentare e proteggere lo sviluppo di altri esseri umani e quindi la loro crescita. La famiglia è il primo ambiente in cui il singolo individuo è inserito, ambiente che permane nella maggior parte dei casi per tutta la vita. Il rapporto con i familiari contribuisce a fornire molti degli strumenti fondamentali per l’inserimento nella comunità. Il progetto educativo della famiglia richiede un’armonia dei rapporti fra i vari membri della famiglia e una crescita equilibrata delle loro personalità. Questo progetto spesso viene realizzato in modo inconsapevole, attraverso la creazione di una rete di relazioni e messaggi, che definisce le aspettative reciproche e l’identità di chi ne fa parte. La famiglia è un sistema in continua evoluzione, con dei passaggi critici da affrontare e dei compiti educativi da espletare. Data la sua importanza dal punto di vista relazionale, affettivo e di sviluppo, prendersene cura dal punto di vista psicologico è una sfida, ma anche un immenso privilegio.

18/04/2022

Il 2022 segna l’ingresso di due importanti e attese novità per chi si occupa di Disturbi Specifici di Apprendimento.

🔹L'entrata in vigore dal 1 gennaio 2022 dell’International Classification of Diseases nella sua 11ª versione (ICD-11) pubblicata nel 2019 dalla World Health Organization.

🔹 la pubblicazione delle nuove Linee Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, pubblicate il 20 Gennaio 2022 a cura dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il webinar tenuto dal dottor Gianluca Lo Presti ha come focus l’aggiornamento sulle buone prassi, per tutte le colleghe e i colleghi che a vario titolo si occupano di DSA, dalla diagnosi clinica al trattamento specialistico.

📌 Venerdì 22 aprile 2022, dalle 18.00 alle 19.30: 𝐃𝐒𝐀: 𝐋𝐞 𝐫𝐞𝐜𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐋𝐢𝐧𝐞𝐞 𝐆𝐮𝐢𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐈𝐬𝐭𝐢𝐭𝐮𝐭𝐨 𝐒𝐮𝐩𝐞𝐫𝐢𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐃𝐢𝐬𝐭𝐮𝐫𝐛𝐢 𝐒𝐩𝐞𝐜𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢 𝐝𝐢 𝐀𝐩𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐢 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐢 𝐜𝐨𝐝𝐢𝐜𝐢 𝐈𝐂𝐃-𝟏𝟏

❗ Ricordiamo che il link per l'iscrizione è disponibile nella sezione Webinar dell'Area Riservata del nostro sito cui potete accedere da https://iscritti.oprs.it/.
Una volta all'interno dell'Area Riservata, cliccate sulla voce Webinar del menu a sinistra.
Gli eventi sono gratuiti per gli iscritti in regola con il pagamento della quota annuale, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

07/03/2022

I periodi dell'infanzia e dell'adolescenza sono tra i momenti più delicati nella vita della persona. Soprattutto l'infanzia, è una tappa davvero

06/03/2022

Hai mai sentito parlare di calendario emozionale? Il calendario emozionale è legato allo sviluppo del bambino ed è la progressione delle tappe che portano

06/03/2022

C'è una guerra, va detto. Litigare non ha niente a che vedere col fare la guerra. Articolo di Paola Nicolini

01/03/2022

𝑪𝒂𝒑𝒊𝒓𝒆 𝒅𝒂 𝒅𝒐𝒗𝒆 𝒑𝒓𝒐𝒗𝒆𝒏𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒄𝒊 𝒑𝒆𝒓𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒐𝒗𝒆 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆

👨‍👩‍👧‍👦 Indipendentemente da dove ci troviamo oggi e dal rapporto che ci lega alla nostra famiglia d’origine o che ci tiene lontani da essa, la nostra storia familiare è parte di noi ed ha un’enorme influenza su ciascuno di noi.

🧳 Le valigie che ognuno porta via dalla casa familiare sono il bagaglio con il quale siamo pronti ad affrontare il viaggio che ci aspetta per il resto della nostra vita.

👩‍👩‍👦 Anche l’Onu riconosce la famiglia come la base per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri. Ambiente primario riconosciuto come lo scenario in cui risiedono le basi delle singole personalità: valori, credenze, regole, primi attaccamenti e acquisizione dei ruoli sociali.

👨‍👨‍👧 L’ambiente in cui cresciamo ci lascia un segno indelebile a volte facilmente riconoscibile, altre volte abilmente nascosto.

🧳 Recuperare quelle valigie significa prendere consapevolezza di una realtà che fa parte di ciascuno noi, per poter vivere appieno la propria vita.
Le valigie portano al loro interno un’eredità che permette di definirsi come essere umani autonomi e differenziati rispetto al proprio nucleo familiare.

26/02/2022

: John Bowlby, l'uomo che ha elaborato la Teoria dell'Attaccamento e che ha ispirato me e Paola Serio per il nome del nostro studio - La Base Sicura 🥰

24/02/2022

Se stai leggendo questo post, probabilmente sei un genitore, un insegnante e, perché no, forse anche un adolescente. In ogni caso, ti ... Leggi...

18/02/2022

"Papà, mi prometti che non ti arrabbi se ti dico una cosa?".
"Cosa?".
"No, prima devi promettere".
"Ok, non mi arrabbio, promesso".
"Oggi ho pianto davanti a tutta la classe".
"E perché?".
"Perché la maestra mi ha detto che non ho fatto bene i compiti e mi ha fatto ve**re le lacrime agli occhi".
"E secondo te dovrei arrabbiarmi per questo?".
"I miei amici dicono che piangere è da stupidi, che solo i bambini deboli piangono".
"Ma tu sapevi di aver fatto male i compiti?".
"No, credevo fossero giusti. Li ho fatti con la mamma ieri".
"Allora ascoltami bene. Ci sono due cose che sto per dirti e che dovrai ricordare per sempre. Promettimi che non le dimenticherai".
"Ok, papà, prometto".
"Prima cosa: diamine, sono fiero di te. Sapere che sai piangere è una benedizione. Le lacrime non sono una cosa br**ta, sono una cosa meravigliosa. Credimi, piangere non è affatto da stupidi. Se piangi significa che stai provando emozioni, che sei vivo, che non sei un burattino di legno senza alcun sentimento. E scommetto che anche i tuoi amici avranno pianto un'infinità di volte, anche se vogliono farti credere il contrario. Quindi piangi ogni volta che vuoi, piangono tutti, e non vergognarti mai delle tue lacrime, loro fanno parte di te. Sappi che spesso sono proprio le lacrime a farti sentire meglio quando stai male, quando ti fa male qui, proprio dentro al cuore".
"E la seconda cosa?".
"Sbagliare è normale. Fare certe cose in modo sbagliato è normale. Sai che anche la mamma e io abbiamo sbagliato un sacco di volte? È dagli errori che si impara, non imparerai mai niente dal fare le cose sempre in modo giusto. Sentiti sempre libero di poter sbagliare. Quindi non mi arrabbierò perché tu e la mamma avete sbagliato a fare i compiti, e non mi arrabbierò perché hai pianto, anzi ne sono felice. Amo i bambini che sanno ancora piangere e che non hanno paura di sbagliare".

Sabrina Ferri

11/06/2021

PSICOLOGIA

a cura di Rosanna Martin, psicologa AOU Meyer

Quante volte abbiamo sentito dire o diciamo: “Il genitore è il mestiere più difficile che ci sia”.
Ed è proprio così.

Innanzitutto perché non è un “mestiere”, non basta avere conoscenza e pratica: nel fare il genitore si mettono il cuore e l’anima. Fare il genitore ci riporta al bambino che siamo stati, ai bisogni accolti e non accolti, alla paure che abbiamo avuto e a quelle che non abbiamo avuto. Certi vissuti crescendo non scompaiono, rimangono lì e chiedono risarcimento. Molte volte i comportamenti relazionali e i vissuti emotivi che li accompagnano, sono frutto di meccanismi di cui non siamo consapevoli ma non appartengono al qui e ora ma al nostro passato.

I figli muovono in modo straordinario la parte emotiva e a volte trascinano in mondi inesplorati dentro e fuori di noi, mostrandoci parti che non sospettavamo di avere. Quindi movimenti emotivi, sensibilità, amore f***e, irrazionalità. Le neomamme senza saperlo, tornano piccole in un naturale processo regressivo che le aiuterà col tempo a capire meglio un piccolo e ad avere le cure più adeguate per lui.

Ma questo tornare piccole è accompagnato anche da tempeste emotive altamente destabilizzanti, che vanno dall’amore e dalla dedizione più assoluta a momenti di disperazione, di rabbia e di un gran senso di impotenza. Momenti naturali fatti di pensieri e non azioni, ma che minano nella donna il proprio ritratto a volte idealizzato, di mamma perfetta.

La neomamma affronta una prima fase nella relazione con il proprio bambino molto difficile. La madre non conosce ancora il proprio bambino e non conosce il sé materno, non sa come si fa, non capisce perché il neonato piange e non sa come farlo smettere, si preoccupa, e molto, perché non mangia abbastanza, perché non dorme abbastanza, teme che stia male e non sa cosa fare, questa mamma pensa subito di non essere all’altezza, si sente incapace di assumersi la responsabilità della cura del figlio.

La solitudine è spesso una complicazione, un aiuto amorevole, un ascolto silenzioso, uno stare accanto senza giudizio, senza scavalcare e senza dare consigli non richiesti, ma solo uno sguardo di comprensione e una frase di incoraggiamento: “Tu sei la mamma, ha bisogno di te, troverete il modo per capirvi”, è la “cura” migliore per la neomamma.

Bowlby, psicologo e psicoanalista britannico, ritiene fondamentale che chi riceve le cure deve a sua volta ricevere molta assistenza, il sostegno della coppia madre-bambino soprattutto nel primo anno di vita è fondamentale per il benessere psichico successivo.

Per fortuna ci sono i papà, che oggi sono spesso di grande aiuto rispetto al passato, ma purtroppo arrivano di sera, dopo il lavoro e sono stanchi anche loro. Molte volte aiutare una mamma a non aver paura di non saper fare la mamma, significa sostenerla nel proprio ruolo, non dicendole cosa fare, ma dicendole che troverà il modo di saperlo fare, un modo unico per lei e per il suo bambino, un modo che si conquista con il tempo e la fiducia… in lei.

“E ricordatevi che dietro ogni mamma che ce la fa… c’è un cesto di biancheria sporca da mettere in lavatrice”.

Risorse correlateNewsletter maggio 2021Archivio Newsletter

13/04/2021

Le urla sono come lance, come dardi avvelenati. A volte pensiamo che urlando il bambino reagisca e “impari la lezione” ma non è cosi’. Reagisce perché fa male e perché ha paura. Reagisce perché gli hanno appena fatto del male e non vuole che glie ne facciano di nuovo, ma non impara nulla.

Le emozioni che proviamo parlano di noi, del nostro modo di reagire alle situazioni che stiamo vivendo. Influenzano il n...
13/11/2020

Le emozioni che proviamo parlano di noi, del nostro modo di reagire alle situazioni che stiamo vivendo.
Influenzano il nostro pensiero e il nostro comportamento.
E'importante imparare a riconoscerle, ad ascoltarle, a interrogarle, a dialogarci, soprattutto con quelle che si tende a definire come emozioni "negative", come ad esempio la tristezza, la paura, la rabbia.
A volte può essere utile avere qualcuno accanto che ci accompagni in questa scoperta verso una maggiore consapevolezza di noi stessi e del nostro modo di reagire a ciò che accade fuori e dentro di noi.

La vita, così come il nostro benessere psicologico, è una questione di equilibrio.Durante il cammino può capitare di blo...
09/11/2020

La vita, così come il nostro benessere psicologico, è una questione di equilibrio.

Durante il cammino può capitare di bloccarsi e/o di sentirsi bloccati sia a causa del verificarsi di avvenimenti esterni e a volte imprevisti, che sono al di fuori del nostro controllo, sia perché nel vivere il presente l'attenzione e le energie fisiche e mentali si concentrano su ciò che "non va", mettendo in ombra tutto il buono che c'è e che però non viene visto.

E' in questi momenti che può essere utile affidarsi ad uno psicologo per ricevere il sostegno necessario a individuare e/o a riscoprire le risorse necessarie ad acquisire un nuovo equilibrio, per risalire così in sella e continuare a pedalare e quindi a muoversi nella nuova realtà vivendola, affrontandola e attraversandola.

Perché una volta che si impara ad andare in bicicletta, non lo si dimentica più...

Indirizzo

Via G. LA FARINA, 42
Fiumefreddo Di
95013

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 13:00
Sabato 09:00 - 13:00

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando BenEssereFamiglia pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a BenEssereFamiglia:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare