21/11/2025
Grazie …🙏🏼♥️
Per quelli del pensiero positivo e della gratitudine (disfunzionale)
Oggi ascoltavo un video di un tizio che spiegava come le neuroscienze sostengano che il cervello si modelli in base a ciò che ripetiamo. “Ogni pensiero, ogni emozione plasma i nostri circuiti neuronali. È il principio della neuroplasticità”, diceva. Fin qui tutto bene. Poi ha aggiunto: “per questo dobbiamo investire tutta la nostra energia nel pensare positivo e nella gratitudine”.
Chiuso il video, mi son detto: ecco come trasformare alcune verità in un mix confuso di sciocchezze. Il modo più rapido per far morire gratitudine e positività è legarle a parole come devi, sforzati, focalizzati, concentrati. E poi tutta questa smania di “cambiamento” senza aver capito nulla di sé e della vita, come se anche l’anima fosse un naso o un seno da rifare perché non ci piace. Ne vogliamo parlare?
La coscienza non è una macchina da addestrare alla felicità, né un c**o da rifare. È un campo vivo, attraversato da forze reali — dolore, paura, desiderio, amore, rabbia, fede, speranza — che chiedono di essere comprese, non represse o tinte di rosa. Viviamo nel tempo dell’ipocrisia, delle pennellate di rosa sopra ogni cosa. L’idea che basti “pensare positivo” o “essere grati” è diventata lo slogan del marketing spirituale. Se poi aggiungi un bel “lo dice la scienza”, il capolavoro è fatto. Forse vi ricorda qualcosa.
E così proliferano i predicatori della gioia perenne, che più li vedo e più mi fanno incazzare: quelli delle tre tecniche più potenti per fare la svolta, dei tre segreti per non farti manipolare… e poi le tre cose da fare al mattino, quattro dopo colazione, cinque prima di dormire. Una programmazione cognitivo-comportamentale che perfino un’IA manderebbe affanc**o.
La verità è che il cervello cambia davvero, sì, ma solo quando la consapevolezza attraversa il dolore, non quando lo nega. La gratitudine autentica nasce dal contatto con la realtà, anche con la sua parte più oscura. Ma in questo mondo rosa l’oscurità non la vuole più guardare nessuno, e così si espande indisturbata.
Personalmente ci tengo a ricordare come io vi abbia sempre e solo invitati a indagare la vita, a osservare e comprendere, perché solo questo movimento della coscienza è risveglio e non anestesia. È un fuoco che brucia l’ipocrisia e riaccende la verità e la libertà.
La notizia forse più rivoluzionaria per l’uomo moderno è che non siamo solo “brave persone”: siamo anche ipocriti, pavidi, opportunisti, abitati da un ego puzzone. Troppo poco positivo? Probabile. Ma se comprendete ciò che intendo, non vi farete incantare da chi tenta di consolarvi mentre la casa brucia. Se la casa brucia, ti devi svegliare e prendere un secchio! Non temete l’oscurità, né fuori né dentro di voi.
Quindi, vi prego, siate onesti e autentici: se siete incazzati, osservate l’incazzatura; se siete depressi, osservate e comprendete la depressione; non fingete sorrisi al silicone. Se viene il pianto, piangete; se viene il riso, ridete. Barcollate quanto volete, ma non mollate mai la ricerca della verità: è l’unica cosa che ci rende realmente liberi.