Alessandra Attouchi

Alessandra Attouchi Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Alessandra Attouchi, Psicoterapeuta, Fiumicino.

04/11/2025

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29/10/2025
29/10/2025

Non puoi controllare tutto — e va bene così... perché puoi controllare tanto. Il segreto per una vita appagante? Circondarsi di chi sa trarre il meglio da ciò che puoi controllare. ❤️❤️❤️

Non puoi decidere come gli altri ti trattano, ma puoi scegliere a chi dedicare tempo, energie e cuore. È lì che nasce la vera reciprocità. ❤️

29/10/2025
21/10/2025

Il 17 ottobre 1920 nacque Norman Guttman. Guttman (1920-1984) è stato uno psicologo che ha rivestito un importantissimo ruolo nello sviluppo di metodi di condizionamento operante validati scientificamente. È stato studente di B. F. Skinner e il suo lavoro si è focalizzato sul controllo dello stimolo del comportamento operante, la generalizzazione dello stimolo e i processi nelle relazioni stimolo-risposta.
Nelle mie letture il passaggio più interessante riguardo Guttman ha a che fare col progetto Pigeon (durante la seconda guerra mondiale questo fu il tentativo di Skinner di creare una bomba controllata da un piccione). Durante una pausa dal progetto, mentre Guttman, Keller Breland e Bill Estes aspettavano notizie di Skinner, decisero di addestrare alcuni degli scarafaggi che condividevano l'edificio con loro. Ma come? Maneggiare con disinvoltura la piccola quantità di cibo necessaria per rinforzare anche un grosso scarafaggio presenta alcuni problemi tecnici. Quindi, osservando che gli scarafaggi preferiscono il buio e rifuggono la luce, hanno montato una minuscola leva, attaccata con un filo sottile a un interruttore della luce, in modo tale che quando lo scarafaggio premeva la leva, la luce si spegneva. Così lo scarafaggio ha dimostrato che era possibile estendere le leggi del comportamento operante anche al mondo degli artropodi.
Nel comportamento operante la regola essenziale è una: rinforzo. Niente punizioni. La punizione è l'opposto del rinforzo poiché è progettata per indebolire o eliminare una risposta piuttosto che aumentarla. È un evento avversivo che diminuisce il comportamento che segue. Come il rinforzo, la punizione può funzionare applicando direttamente uno stimolo spiacevole dopo una risposta o rimuovendo uno stimolo gratificante (togliere i giochi ad un bambino che si comporta male).
I problemi son parecchi:
- il comportamento punito non viene dimenticato, viene soppresso: il comportamento ritorna quando la punizione non è più presente;
- causa aggressività;
- crea paura che può generalizzarsi;
- non guida necessariamente verso il comportamento desiderato: il rinforzo ti dice cosa fare, la punizione ti dice solo cosa non fare.

19/10/2025

𝗥𝗢𝗦𝗦𝗔𝗡𝗔 𝗙𝗔𝗟𝗖𝗜𝗔𝗧𝗢𝗥𝗜: “𝗠𝗜𝗢 𝗠𝗔𝗥𝗜𝗧𝗢 𝗠𝗜 𝗛𝗔 𝗙𝗔𝗧𝗧𝗢 𝗥𝗜𝗡𝗖𝗛𝗜𝗨𝗗𝗘𝗥𝗘, 𝗠𝗔 𝗜𝗢 𝗘𝗥𝗢 𝗦𝗔𝗡𝗔 𝗖𝗢𝗠𝗘 𝗨𝗡 𝗣𝗘𝗦𝗖𝗘. 𝗧𝗥𝗘𝗡𝗧’𝗔𝗡𝗡𝗜 𝗜𝗡 𝗠𝗔𝗡𝗜𝗖𝗢𝗠𝗜𝗢 𝗣𝗘𝗥𝗖𝗛𝗘́ 𝗡𝗢𝗡 𝗢𝗕𝗕𝗘𝗗𝗜𝗩𝗢”.

“Mi chiamo Rossana Falciatori, sono nata nella primavera del 1942.
Oggi vivo in una casa di riposo a Castel di Guido, passo il tempo con qualche partita a carte, una passeggiata lenta nel giardino e i pensieri che tornano, ostinati, a quei trent’anni che mi hanno rubato la vita.
Trent’anni trascorsi rinchiusa nel manicomio di Santa Maria della Pietà, a Roma.

Avevo 22 anni quando varcai per la prima volta quel cancello.
Il motivo? Litigavo con mio marito.
Non ero pazza.
Non ero instabile, né violenta, né pericolosa.
Semplicemente, non gli andavo più bene.
Lui si era stancato di me e voleva togliermi di torno. Così, con la scusa della mia “nervosità”, firmò le carte. E io finii dentro.
Lì, tra quelle mura alte e fredde, non c’erano persone “malate”.
C’erano donne.
Donne troppo libere, troppo loquaci, troppo curiose, troppo vive per il tempo in cui erano nate.

Ricordo ancora l’odore del disinfettante, le urla lontane, le porte di ferro che si chiudevano a chiave.
Eravamo legate ai letti, spesso imbottite di sedativi, trattate come colpevoli, non come esseri umani.
Dentro al Santa Maria della Pietà c’erano 35 padiglioni, ognuno pieno di vite sospese.
Era come una città parallela, nascosta a Roma da muri che separavano “la normalità” dalla vergogna.

Avevo un figlio, Roberto.
Quando entrai lì, aveva cinque anni.
Non ho più rivisto il suo viso per mesi, poi anni.
Lui è cresciuto con i nonni, io con le sbarre alle finestre.
Quando racconta di me, dice: “Mamma non era matta. Ma allora bastava poco”.
E aveva ragione.

Non ero pazza, ma a forza di stare lì, ci diventi.
Ti convincono che lo sei, che non vali, che non esisti.
Ti strappano l’identità, ti svuotano piano.
Eppure, nonostante tutto, non mi sono mai arresa.
Non ho mai smesso di pensare che un giorno sarei uscita, che avrei raccontato tutto.

Oggi ho più di ottant’anni.
La mia voce è ferma, ma il cuore, quando ripenso a quegli anni, trema ancora.
Voglio che la mia storia serva a ricordare che la libertà, per una donna, non è mai stata un dono. È sempre stata una conquista”.



La storia di Rossana Falciatori è una ferita ancora aperta nella memoria collettiva italiana.
Una storia di abusi silenziosi e istituzionalizzati, di un Paese che per decenni ha rinchiuso donne perfettamente sane nei manicomi solo perché ribelli, troppo vive, troppo indipendenti.

Il suo nome si unisce a quello di centinaia di altre donne internate per motivi che oggi sembrano inimmaginabili: “loquace”, “indocile”, “civettuola”, “gelosa”, “capricciosa”.
Erano queste le “diagnosi” che bastavano, durante il Ventennio fascista e anche nel dopoguerra, per giustificare un internamento.
In realtà, bastava non obbedire.
Non essere moglie come la società voleva.

Il manicomio di Santa Maria della Pietà, a Roma, era un mondo parallelo: 35 padiglioni, 150 ettari di dolore, migliaia di anime dimenticate.
Era la “città dei matti”, come la chiamavano, ma spesso i veri folli erano quelli fuori, quelli che avevano deciso che la diversità andava rinchiusa.

Rossana aveva solo 22 anni quando venne portata lì.
Un marito che “voleva liberarsene”, un certificato medico compiacente, e la sua vita cambiò per sempre.
Trent’anni cancellati, trent’anni di silenzio, sedativi, letti di ferro e finestre chiuse.
Una donna sana, privata della sua dignità e del suo diritto di esistere.

È difficile, leggendo la sua storia, non pensare alla legge Basaglia del 1978, che finalmente abolì i manicomi e restituì umanità a migliaia di internati.
Ma Rossana era già dentro da tempo.
E anche dopo la chiusura dei cancelli, la sua libertà è arrivata tardi — alla soglia dei sessant’anni.
“Non ero pazza, ma a forza di stare lì ci diventi”, ha detto.
Una frase che pesa come una sentenza su un intero secolo di vergogna.

Oggi Rossana cammina lentamente in un giardino, sorride alle compagne di casa di riposo, e ogni tanto racconta.
Racconta per non dimenticare.
Perché dietro ogni muro, ogni camicia di forza, ogni diagnosi frettolosa, c’era una donna che chiedeva solo di essere ascoltata.

E in quelle parole — “io ero sana come un pesce” — c’è tutta la condanna di una società che, pur di non sentire, ha preferito chiudere la porta.

15/10/2025
12/10/2025

Il chiodo disse al martello:
— “Perché sei sempre tu a colpirmi?”
Il martello rispose:
— “Non lo faccio per ferirti, lo faccio per aiutarti a compiere il tuo scopo.”
— “Ma fa male” —sussurrò il chiodo.
— “Lo so” — disse il martello, ma senza quel colpo non entreresti mai nel legno, non sosterresti nulla, non daresti forza a nessuno.
— “E tu? Non ti stanchi mai di colpire?”
— “Certo che sì, ma ogni colpo vale la pena, quando vedo che grazie a questo tu realizzi la tua missione.”
Il chiodo restò in silenzio, poi con un piccolo sorriso mormorò:
— “Grazie per spingermi, anche quando fa male. Grazie per non avermi lasciato a metà.”
💌 Morale: A volte la vita ci colpisce non per distruggerci, ma per metterci esattamente dove dobbiamo stare. Perché anche il dolore, a volte, è solo un’altra forma d’Amore. ❤️

12/10/2025

💭 A volte la mente può sembrare la nostra peggior nemica: amplifica i dubbi, alimenta le paure, ci fa credere di non essere abbastanza.

Ma quella stessa forza che oggi ti mette alla prova, può diventare la tua più grande alleata. ❤️‍🔥

Ricorda: ogni pensiero può cambiare direzione, ogni parola che ti dici può essere il primo passo per ricostruirti anzichè distruggerti. 🌱



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