Dott.ssa Livia Bruscaglioni

Dott.ssa Livia Bruscaglioni Psicologa, psicoterapeuta, iscrizione all’Albo degli psicologi della Toscana dal 2003 (n.3285)

Mi occupo di persone singole, di coppie e famiglie con bambini e adolescenti, ma non solo: tutte le persone che sentono di volere un cambiamento

Ultime sedute prima della chiusura estiva allo sportello di ascolto presso Il Conventino caffè letterario Firenze. La be...
15/07/2024

Ultime sedute prima della chiusura estiva allo sportello di ascolto presso Il Conventino caffè letterario Firenze.
La bellezza di lavorare in uno spazio artistico con mostra fotografica sul rock e essere benedetti proprio da Lou Reed ❤️

29/04/2024

🎥 𝐏𝐞𝐧𝐬𝐢𝐞𝐫𝐢 𝐞 𝐋𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢
𝐷𝑢𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑖𝑛𝑒𝑚𝑎 𝑒 𝑝𝑠𝑖𝑐𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎

📅 𝙌𝙐𝘼𝙉𝘿𝙊 16 e 17 Maggio 2024 - ingresso gratuito previa prenotazione
📍 𝘿𝙊𝙑𝙀 Cinema La Compagnia, via Cavour 50/r, Firenze

📣 La Fondazione Ordine degli Psicologi della Toscana e l'Ordine degli Psicologi della Toscana vi invitano a partecipare numerosi all'evento "Pensieri e Linguaggi"; 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐢𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐮𝐞 𝐟𝐢𝐥𝐦𝐬 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐟𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚, 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐝𝐨𝐥𝐞𝐬𝐜𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐞𝐭𝐚̀ 𝐚𝐝𝐮𝐥𝐭𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐫𝐳𝐚 𝐞𝐭𝐚̀.
🗣️ Alla fine di ogni proiezione, seguirà un dibattito.

ℹ️ Per maggiori informazioni su 𝐨𝐫𝐚𝐫𝐢 e 𝐩𝐫𝐞𝐧𝐨𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, vai sul sito www.cinemalacompagnia.it
o alla sezione eventi sito OPT
https://www.ordinepsicologitoscana.it/eventi.php

22/11/2023

Il clamore giustamente cresciuto intorno alla morte assurda di Giulia ha dato luogo a molte discussioni e proposte. Il rischio che corriamo però è quello di commuoverci e di esaltarci inutilmente se non prendiamo finalmente sul serio, accanto ai fattori di ordine culturale, la psicopatologia all’origine di queste violenze.
Possiamo concretamente affermare, infatti, come psichiatri e come psicoterapeuti che nei casi in cui si arriva o si può arrivare a gesti estremi come il femminicidio, la violenza di genere è borderline quando è impulsiva, non premeditata e seguita da pentimento, narcisista-antisociale quando è decisa lucidamente e lucidamente organizzata e più raramente paranoidea quando si iscrive all’interno di un vero e proprio delirio di gelosia. Quello che l’esperienza ci insegna quotidianamente, però, è che al gesto estremo queste persone arrivano al termine di una sequenza importante di gesti meno gravi che dovrebbero essere letti come segnali importanti di pericolo da parte di chi li subisce. Denunciare, il più presto possibile, è sicuramente fondamentale, dunque, ma quali sono poi in realtà gli effetti della denuncia ?
Nessun dubbio, ovviamente, sul fatto, mille volte verificato, che il tentativo di interrompere definitivamente la relazione e/o la denuncia abbiano effetti non gravi nelle situazioni in cui colui che viene lasciato o denunciato ha un equilibrio sufficiente per valutare le conseguenze di quello che sta facendo. Lasciar perdere accettando il lutto della separazione è sicuramente possibile per molti anche se molti sono quelli che insistono, per un certo tempo, o rendono difficile la separazione, soprattutto se ci sono dei figli : contrattaccando e lanciando altre accuse mentre si difendono da quelle che ricevono di fronte al Giudice, all’interno di vicende giudiziarie collegate alla separazione o al divorzio.
E che cosa accade, tuttavia, nei casi in cui ad essere denunciato è una persona che sta male o molto male ? Letta come prova ulteriore di un rifiuto inaccettabile dal paziente più borderline, come una sfida carica di disprezzo dal paziente più narcisista-antisociale o come una prova ulteriore del complotto da cui si sente perseguitato dal paranoideo, la denuncia e/o il tentativo di interrompere definitivamente il rapporto possono innescare reazioni folli di cui il femminicidio, la strage famigliare o l’omicidio-suicidio sono il tragico epilogo.
Se tutto questo è vero, però, qual è il modo in cui questo tipo di situazioni estreme può essere prevenuto?
Due sono le cose, secondo me, che si potrebbero o dovrebbero fare.
Di fronte ad una denuncia di maltrattamento o di stalkeraggio, prima di tutto, la convocazione separata delle parti da parte della polizia dovrebbe essere immediata e l’incontro dovrebbe essere svolto, come accade oggi già per i minori vittime di violenza, da personale esperto. Quella che dovrebbe essere proposto in quella sede, da subito, è la possibilità di un sostegno psicoterapeutico e rieducativo per il coniuge violento del tipo di quello portato avanti in Belgio, a Bruxelles, Liegi e Lovanio, con finanziamenti dello Stato, dal Collectif contre les violences familiales: con la possibilità, prevista dalla legge belga, per chi lo accetta e lo segue con successo di aprire una mediazione e di ottenere la revoca della denuncia. Quella che dovrebbe essere disposta, in caso di mancata risposta alla convocazione o di evidente difficoltà della persona, d’altra parte, è una valutazione specialistica della pericolosità. Con l’adozione delle misure di sicurezza più opportune e con l’avvio alle cure di cui chi sta male fino al punto di essere pericoloso per se e per gli altri ha bisogno e diritto.
Quello che sto proponendo è evidentemente un modo nuovo e diverso di confrontarsi col problema della violenza di genere e del femminicidio ed io ho ben chiaro che proporre in modo sistematico interventi di questo tipo chiede una riorganizzazione profonda (ma necessaria) degli interventi di Pubblica Sicurezza e del funzionamento dei Centri di Salute Mentale. Difficile non vedere però che interventi di questo tipo darebbero un contributo molto più significativo di tanti altri alla prevenzione di questi crimini che sono sì assurdi ma che sono anche prevedibili ed evitabili. Braccialetti, divieti di avvicinamento e codice rosso servono purtroppo assai poco se usati da soli, nell’attesa di un processo che ha inevitabilmente tempi sempre assai lunghi, nei confronti di persone che stanno davvero male.

Foto
Autore: Università di Pavia
Copyright: MauriRphoto

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