28/10/2021
Uno, nessuno, centomila” (Pirandello, 1926)
Quanti studentə universitarə si sentono “Uno, nessuno,centomila” quando devono scegliere a quale facoltà iscriversi, quando devono capire come affrontare la mole di studio per non restare indietro con gli esami, quando si fanno il mazzo per non deludere le aspettative dei genitori, dei nonni, degli zii, dei cugini e persino del parente che torna dalla Svizzera (si, era partito nel ‘76 ma puntualmente torna per sapere a che punto siamo con gli esami universitari…).
È così che ci si perde nel vortice delle aspettative altrui, finendo così per dimenticare se stessə. Ammesso e non concesso che si possa sapere a 20 anni e dintorni chi sono, chi diventerò, che lavoro farò, come sono e cosa mi piace “veramente”.
Rincorro gli esami o rincorro me stessə?
Quando avrò finito e sarò laureato sarò la “bella copia”, un upgrade di madre/padre e mi sarò perso del tutto?
Non uno o nessuno, ma centomila di voi si fanno e ci fanno queste domande in stanza di terapia. E allora?
Vi proponiamo di concedervi di “gettare la maschera” e smettere di rincorrere il tempo come il Bianconiglio di “Alice nel paese delle meraviglie” perché ci sono persone pronte ad ascoltarvi per ciò che siete e cosa portate nel “qui ed ora” senza pretese, aspettative e/o giudizi.
Perché TU, chiunque tu sia, VAI BENE. COSÌ.
