Gianmarco Meucci · Psicodaimon

Gianmarco Meucci · Psicodaimon Sono psicologo e psicoterapeuta della Gestalt, Ipnotista e attraverso percorsi specifici ti aiuto a portare forza e vitalità dove non c’è.

“La Notte Oscura dell’Anima” è il ritiro di crescita personale che si terrà dal 16-18 gennaio 2026 (prenotazioni ammesse...
19/11/2025

“La Notte Oscura dell’Anima” è il ritiro di crescita personale che si terrà dal 16-18 gennaio 2026 (prenotazioni ammesse fino al 8 Gennaio) presso la suggestiva location del Casale Fiorire Olistico.

IL CONTESTO
Stiamo vivendo un cambio sociale ed individuale profondo. Si tratta di qualcosa di sottile ed invisibile, eppure dirompente, qualcosa che non vediamo ancora con chiarezza, come quando siamo al buio, nella notte.
Il percorso residenziale che affronteremo segue quella via chiamata, dagli alchimisti ed esoteristi, la Notte Oscura dell’Anima. Supereremo quel momento in cui la paura di rimanere nel dolore e nell’oscurità è più forte di qualsiasi altra verità, scorgeremo la presenza della Luce ad illuminare la nostra notte.

PERCHÉ PARTECIPARE?
Intravedere la Luce, passando attraverso il Buio: questo percorso terapeutico offre un’esperienza di passaggio, attraverso la ritualità, per riconoscere la propria sofferenza e poterla contenere.
Incontreremo la nostra Ombra e coltiveremo gli strumenti per abbracciare la nostra Rinascita.

PERCHÉ NON PUOI PERDERTI QUESTO EVENTO?
Il residenziale ci offrirà un’occasione unica per la nostra crescita personale. La possibilità di “stare” con l’esperienza della propria Notte Oscura dell’Anima, secondo il concetto heideggeriano di “DASEIN”, “esserci”, che, in sostanza, non vuol far altro se non ricordarci la nostra impermanenza: “ricordati che morirai”.
Il solo tenere a mente e considerare che un giorno non ci saremo più riempie di significato e dà senso alla nostra vita e l’anima rende possibile il pienamente “esserci”.
Info in DM

IN MEMORIA DI SERGIO MAZZEIQuesta riunione avrebbe fatto molto piacere a Sergio Mazzei: tra risate, pianti, incontri del...
17/11/2025

IN MEMORIA DI SERGIO MAZZEI

Questa riunione avrebbe fatto molto piacere a Sergio Mazzei: tra risate, pianti, incontri del passato e del presente.
In poche parole:
CELEBRARE LA VITA E LA MORTE, INSIEME.

Più che le teorie ha amato gli uomini e ha vissuto la propria vita tranquilla, lontano dai rumori:
“il destino mi ha fatto nascere nel cuore della solitaria Sardegna. Ma anche se fossi nata a Roma o a Stoccolma, credo che non avrei cambiato natura e sarei sempre stata quella che sono: un’anima che si appassiona ai problemi della vita e che lucidamente vede gli uomini tali quali sono, pur credendo che potrebbero essere migliori e che nessun altro, all’infuori di essi medesimi, mette ostacolo all’avvento del regno di Dio sulla terra. Tutto, forse, potrà essere vinto per mezzo dell’amore”
G. Deledda

IL PESO DELLA BELLEZZASostenere la bellezza è come sostenere il dolore.Chiaramente, riuscire a stare bene è direttamente...
10/11/2025

IL PESO DELLA BELLEZZA

Sostenere la bellezza è come sostenere il dolore.
Chiaramente, riuscire a stare bene è direttamente proporzionale alla capacità di sostenere il proprio star male.
Sempre più esperienza si accumula, sempre più è forte questa consapevolezza:
La consapevolezza di accogliere tutto quello che la vita pone di fronte, nel bene e nel male.
In questo modo, non c’è resistenza né ulteriore dolore.

“Ci sono due porte, una è il dolore, l’altra è il piacere. Qualunque porta tu scelga di aprire, sicuramente uscirai dall’altra.”
Anonimo
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SERGIO MAZZEI“Stavo guidando per accompagnare Sergio a un seminario che avevo organizzato per lui, incentrato sul tema d...
06/09/2025

SERGIO MAZZEI

“Stavo guidando per accompagnare Sergio a un seminario che avevo organizzato per lui, incentrato sul tema della morte e del morire. Durante il tragitto, Sergio mi chiese con la sua voce profonda: ‘Come stai?’
Gli risposi che avevo un problema alle corde vocali e che, evidentemente, parlavo in modo errato.
‘Non è per quello,’ mi disse con serietà e forza. ‘Alzi la voce per farti ascoltare. Parla in modo che siano gli altri a doversi avvicinare per sentirti, anziché essere tu a dover alzare la voce.’
In quel momento, compresi di avere al mio fianco il più grande e solido alleato che potessi desiderare. Sergio non era solo un grande uomo e terapeuta, ma anche un profondo sostenitore dei suoi pazienti e allievi. Con l’esempio della sua umanità, mi ha trasmesso importanti insegnamenti sulla vita e sulla mia professione, un’eredità che cerco di onorare ogni giorno.
Grazie di cuore e con profondo affetto.”
Augh!

AVVICINARSI“La paura è una reazione naturale all’avvicinarsi alla verità.”Pema Chödrön
24/08/2025

AVVICINARSI

“La paura è una reazione naturale all’avvicinarsi alla verità.”

Pema Chödrön

LA FERITASpesso non ci rendiamo conto che è proprio la ferita che abbiamo nascosto dentro di noi a spingerci a entrare i...
12/08/2025

LA FERITA

Spesso non ci rendiamo conto che è proprio la ferita che abbiamo nascosto dentro di noi a spingerci a entrare in contatto con gli altri.

Questa ferita è la porta attraverso cui entrano ed escono piacere e dolore: è la stessa porta. Non può essere chiusa.

Se la chiudiamo, rimaniamo senza fiato.

Allora, serve qualcosa di molto violento per aprirla; ci penserà la vita, oppure possiamo farlo noi stessi.

Far finta che non ci sia niente che non va è ancora peggio: significa ANESTETIZZARSI.

Ricordare la ferita, invece, ci mette in uno stato di cura e ci permette di sentire ciò di cui abbiamo bisogno.

Il bisogno è il primo gradino da salire, mentre il desiderio è la scala di cui sono fatti i gradini.

Il bisogno ha una soddisfazione immediata; il desiderio richiede tempo e impegno.

Per raggiungere la scala, è importante che ogni gradino (bisogno) sia consapevole della ferita che stiamo guarendo.

Questa è la cura di sé: una scala (desiderio) piena di piccoli bisogni.

“Chissà quante ferite può contenere un sorriso.”
Silvia Garbe

RITIRO SUL DESIDERIO COME FORMA DI CONOSCENZA (24-27 Luglio)L’unico desiderio per cui vale la pena soffrire è il desider...
29/07/2025

RITIRO SUL DESIDERIO COME FORMA DI CONOSCENZA (24-27 Luglio)

L’unico desiderio per cui vale la pena soffrire è il desiderio di risvegliarsi, il desiderio di lavorare su sé stessi.

“Questo non è un desiderio passeggero, ma una profonda aspirazione a liberarsi dalla meccanicità, a sviluppare una coscienza superiore e a raggiungere un “Io” unificato.”
G. I. Gurdjieff

Grazie a chi c’è e a chi c’era.

UNA POESIA PER OGNI LUNEDÌ OGNI GIORNO PARTORIVO LA MAMMAOgni giorno partorivo la mammaaggiustavo sul guanciale le forme...
21/07/2025

UNA POESIA PER OGNI LUNEDÌ

OGNI GIORNO PARTORIVO LA MAMMA

Ogni giorno partorivo la mamma
aggiustavo sul guanciale le forme
di quel suo stare rovinato.

Con parole rimpicciolite
modellavo il suo corpo disteso
agitavo lo stagno del suo sangue.
Dal suo pozzo sillabava lenta lenta
come fosse da molto lontano.

Partorivo la mamma, la tenevo
di qua. Lei che piano mollava
scivolando sul fondo fangoso.

Che fatica allora che lungo sgravare
che infinito lento precipitare
che terminata festa
e come la mia vita parcheggiava lo slancio
all’ombra di quel feto dipinto
d’un’infanzia sghemba e pesta.

Questa fanciulla mamma rovinata
ogni parola resta imprigionata
in un gorgoglio di vento e di tormento -
il suo nome, il mio nome, ogni nome
è fuoco spento.
❤️

RIEMPIRSI O SVUOTARSI? Un Dialogo con il DesiderioI processi di “riempirsi” e “svuotarsi” sono due facce della stessa me...
17/07/2025

RIEMPIRSI O SVUOTARSI?
Un Dialogo con il Desiderio

I processi di “riempirsi” e “svuotarsi” sono due facce della stessa medaglia, entrambi radicati nel desiderio.

Il desiderio, infatti, nasce spesso da un senso di vuoto, quella spiacevole sensazione latente che ci porta a interrogarci sul significato della vita che conduciamo.

Quando riusciamo a rimanere in contatto con questo senso di vuoto, con questa angoscia esistenziale, possiamo sorprendentemente raggiungere una pienezza, una sazietà che ci permette di “sentire” davvero.

Come sottolineava il filosofo Heidegger, ciò che rende una brocca capace di contenere è proprio il suo essere vuota: è il nulla, il vuoto, a garantire la capacità di un recipiente.

Allo stesso modo, come afferma Galit Atlas, “Il vuoto contiene il tutto e nel suo spazio possiamo trovare la vita, la pienezza, il Sé e l’attaccamento agli altri.”

È facile riempirci: di distrazioni, cibo, serie TV, o anche di persone. La vera sfida, però, è svuotarsi.

Eppure, questo processo è fondamentale per essere pienamente presenti, per connetterci con ciò che conta davvero, ovvero ciò che emerge dal nostro mondo interiore.

LA FIDUCIA NEL PALMO DELLA MANO“Non voglio pregare di esser protetto dai pericoli,ma di sfidarli impavido.Non voglio imp...
02/07/2025

LA FIDUCIA NEL PALMO DELLA MANO

“Non voglio pregare di esser protetto dai pericoli,
ma di sfidarli impavido.

Non voglio implorare alleviamento di pena,
ma cuore per vincerla.

Non voglio cercare alleati nelle battaglie della vita,
ma il mio rinvigorimento.

Non voglio gemere nell’ansioso timore di non salvarmi, ma spero d’aver pazienza per ottenere la mia redenzione.

Concedimi di non esser codardo
sentendo la tua misericordia soltanto nel mio successo,
ma di riconoscere il soccorso della tua mano
anche nella mia sconfitta.”

TAGORE, Raccolta votiva

MANIFESTO DELLA PSICOTERAPIA GESTALTLa differenza tra terapeuta e paziente è che il primo riconosce la sua malattia, sa ...
21/06/2025

MANIFESTO DELLA PSICOTERAPIA GESTALT

La differenza tra terapeuta e paziente è che il primo riconosce la sua malattia, sa di essere malato e non si oppone al suo continuo essere in cammino, mentre il secondo nega se stesso, vuole liberarsi della malattia e nutre la fantasia che una cura gli permetterà di non essere più un malato.

Il compito più faticoso, per un terapeuta, è insegnare al paziente che succederanno sempre delle cose negative e che l’atteggiamento migliore verso la vita è quello che spinge a trascendere la sofferenza e la malattia, comprendendo che queste non smetteranno fino al giorno della morte.

Non si tratta tanto di risolvere la vita, quanto di rafforzare l’atteggiamento verso di essa: ci sono cose che non possiamo cambiare, ma possiamo cambiare il nostro atteggiamento nei loro confronti.

Questa si chiama accettazione, e solo con l’accettazione finiscono i perché.

Questo è il cammino del terapeuta, il cui vero compito non è raggiungere una meta ma prestare attenzione al cammino.

Non importa il dove, ma il come si sta.
Bisogna insegnare al paziente a vedere il come.

G. Borja

Indirizzo

Via Degli Artisti
Florence
50132

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 20:00
Martedì 10:00 - 20:00
Mercoledì 10:00 - 20:00
Giovedì 10:00 - 20:00
Venerdì 10:00 - 20:00

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