D.ssa Maria Rosa Zigliani

D.ssa Maria Rosa Zigliani Psicologa, Counselor
Psicosomatica
Supporto psicologico a malattie croniche invalidanti
Esperta HIV

Psicologa Counselor, Coordinatore della Società Italiana Medicina Psicosomatica Sezione Toscana, e membro del Direttivo di LILA TOSCANA (Lega Italiana lotta all'HIV/AIDS) svolgo attività di consulenza psicologica, sostegno e counseling, rivolta agli adolescenti, agli adulti e alle coppie. Progetto e conduco gruppi, occupandomi di formazione nelle aziende, nelle scuole, nelle associazioni di volontariato, e tenendo gruppi esperienziali di crescita personale e gruppi di auto mutuo aiuto. Il mio corso di studi è stato accompagnato da numerose esperienze lavorative, in ambiti diversificati e a tutt’oggi le vedo come una grande ricchezza e patrimonio che mi aiuta a entrare più facilmente in empatia con le persone con cui entro in contatto, aiutandomi a definire la mia missione professionale che si fonda sulla centralità della persona. Mio ruolo è facilitarla nel processo di individuazione, aiutandola nel processo di consapevolezza di se stessa e delle proprie potenzialità, in una visione integrata di psiche e corpo. Recentemente ho approfondito i temi relativi al femminile e al maschile e al rapporto uomo–donna, la costruzione e lo sviluppo dell’identità di genere e la fecondazione assistita. Il mio interesse e ricerca si sta indirizzando sempre più verso l’emersione e l’utilizzo delle immagini nell’esplorazione dei “prodotti” della psiche, per avere una relazione più profonda e diretta di ciò che esiste dentro e fuori della persona, molto più efficace di un’interpretazione puramente intellettuale, oltre che per favorire e facilitare la creatività.

Il tradimento
13/03/2024

Il tradimento

Il tradimento non è solo un esercizio di sessualità a bassa definizione, io penso che abbia una sua dignità e soprattutto che non debba essere giudicato da figli adulti che, nel condannarlo, pensano di più alla loro quiete perduta che al percorso anche drammatico in cui chiunque di noi, a un certo punto della sua vita, può venirsi a trovare. Tradire un amore, tradire un amico, tradire un'idea, tradire un partito, tradire persino la patria significa infatti svincolarsi da un'appartenenza e creare uno spazio di identità non protetta da alcun rapporto fiduciario, e quindi in un certo senso più autentica e vera. Nasciamo infatti nella fiducia che qualcuno ci nutra e ci ami, ma possiamo crescere e diventare noi stessi solo se usciamo da questa fiducia, se non ne restiamo prigionieri, se a coloro che per primi ci hanno amato e a tutti quelli che dopo di loro sono venuti, un giorno sappiamo dire: "Non sono come tu mi vuoi". C'è infatti in ogni amore, da quello dei genitori, dei mariti, delle mogli, degli amici, degli amanti a quello delle idee e delle cause che abbiamo sposato, una forma di possesso che arresta la nostra crescita e costringe la nostra identità a costituirsi solo all'interno di quel recinto che è la fedeltà che non dobbiamo tradire. Ma in ogni fedeltà che non conosce il tradimento e neppure ne ipotizza la possibilità c'è troppa infanzia, troppa ingenuità, troppa paura di vivere con le sole nostre forze, troppa incapacità di amare se appena si annuncia un profilo d'ombra. Eppure senza questo profilo d'ombra, quella che puerilmente chiamano "fedeltà" è l'incapacità di abbandonare lidi protetti, di uscire a briglia sciolta e a proprio rischio verso le regioni sconosciute della vita che si offrono solo a quanti sanno dire per davvero "addio". E in ogni addio c'è lo stigma del tradimento e insieme dell'emancipazione. C'è il lato oscuro della fedeltà che però è anche ciò che le conferisce il suo significato e che la rende possibile. Fedeltà e tradimento devono infatti l'una all'altro la densità del loro essere che emancipa non solo il traditore ma anche il tradito, risvegliando l'un l'altro dal loro sonno e dalla loro pigrizia emancipativa impropriamente scambiata per "amore". Gioco di prestigio di parole per confondere le carte e barare al gioco della vita. Il traditore di solito queste cose le sa, meno il tradito che, quando non si rifugia nella vendetta, nel cinismo, nella negazione o nella scelta paranoide, finisce per consegnarsi a quel tradimento di sé che è la svalutazione di se stesso per non essere più amato dall'altro, senza così accorgersi che allora, nel tempo della fedeltà, la sua identità era solo un dono dell'altro. Tradendolo l'altro lo consegna a se stesso, e niente impedisce di dire a tutti coloro che si sentono traditi che forse un giorno hanno scelto chi li avrebbe traditi per poter incontrare se stessi, come un giorno Gesù scelse Giuda per incontrare il suo destino. Sembra infatti che la legge della vita sia scritta più nel segno del tradimento che in quello della fedeltà, forse perché la vita preferisce di più chi ha incontrato se stesso e sa chi davvero è, rispetto a chi ha evitato di farlo per stare rannicchiato in un'area protetta dove il camuffamento dei nomi fa chiamare fedeltà e amore quello che in realtà è insicurezza o addirittura rifiuto di sapere chi davvero si è, per il terrore di incontrare se stessi, un giorno almeno, prima di morire, con il rischio di non essere mai davvero nati.

Umberto Galimberti
Selezionato da Massimo Sartorato

26/02/2024
02/02/2024

SOCIETA' ITALIANA DI MEDICINA PSICOSOMATICA SEZIONE TOSCANA
La Sezione ha lo scopo di promuovere iniziative scientifiche sul piano locale per lo sviluppo della psicosomatica, nel rispetto delle norme statutarie della SIMP.

Secondo weekend di formazione del Master II livello "Psicologia e PNEI", il panorama sul Vesuvio non manca 😉😀
13/01/2024

Secondo weekend di formazione del Master II livello "Psicologia e PNEI", il panorama sul Vesuvio non manca 😉😀

11/07/2023

ANSIA E STRESS. EFFETTI E VIE D'USCITA

06/07/2023

⭕ Non possiamo strappare gli altri al loro destino, è inutile.

🖋️ «.....è molto importante che il medico non voglia guarire a tutti i costi.
Dobbiamo essere estremamente attenti a non imporre al paziente la nostra volontà e le nostre convinzioni. Dobbiamo lasciargli un certo margine di libertà.

Non si può strappare la gente al proprio destino, così come in medicina non si può guarire un malato se la natura vuole farlo morire.

Talvolta è veramente problematico se sia lecito salvare un uomo dal destino che deve affrontare, perché possa svilupparsi ulteriormente.

Non si può impedire a certe persone di commettere terribili assurdità perché fa parte della loro natura.

Se io mi intrometto, loro non hanno alcun merito. Il nostro sviluppo psicologico può veramente progredire soltanto se ci accettiamo quali siamo e se viviamo con il necessario impegno la vita che ci è stata affidata.

I nostri peccati, errori e colpe sono necessari, altrimenti saremmo privati dei più preziosi incentivi allo sviluppo.

Se, dopo aver sentito qualcosa che avrebbe potuto cambiare il suo punto di vista, un uomo se ne va e non ne tiene alcun conto, io non lo richiamo indietro.

Potrete accusarmi di non comportarmi cristianamente, ma non m’importa.
Io sto dalla parte della natura.

L’antico libro di saggezza cinese dice:
«Il Maestro ha parlato una sola volta. Egli non corre dietro alle persone, non serve a nulla. Coloro che devono capire – perché è questo il loro destino – capiranno, e gli altri non capiranno.»

Perciò io non insisto mai su una mia affermazione. Potete accettarla, ma se non lo fate, va bene lo stesso.»

(C.G Jung)
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🙏 Grazie per questa segnalazione all'amico Alfredo Borghi!

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23/01/2023

🎀 Da ben trentasei anni ci battiamo affinché la prevenzione sia un diritto di tutti e tutte, per la dignità e il diritto alla delle con , contro lo e i pregiudizi che ostacolano l’efficacia degli interventi socio-sanitari e che alimentano il sommerso.

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Forse sarei più sola senza la mia solitudine. Emily Dickinson
10/01/2023

Forse sarei più sola senza la mia solitudine. Emily Dickinson

E' peggio restare nel luogo cui non si appartiene che vagare sperduti, alla ricerca dell'affinità psichica e spirituale ...
03/01/2023

E' peggio restare nel luogo cui non si appartiene che vagare sperduti, alla ricerca dell'affinità psichica e spirituale di cui si ha bisogno. Non è mai un errore cercare ciò di cui si ha necessità. Mai
Clarissa Pinkola Estés

22/12/2022

" Vivi senza riserve nel dare e nel rifiutare" K.G.Jung

20/12/2022

LA MORTE ACCIDENTALE COME SOLUZIONE PSICHICA DI UNA VITA PRIVA DI SENSO

“Con il processo di individuazione, quello che gli alchimisti chiamavano “l’unio mentalis” , ci si propone di raggiungere una conoscenza che comprenda sia i lati più elevati che quelli meno nobili del proprio carattere. Se, per volontà del destino, un individuo avverte l’esigenza di conoscere se stesso, e si rifiuta di farlo, questo atteggiamento negativo può anche procurargli una morte reale…Di solito egli non è neppure consapevole della situazione che sta vivendo, e quanto più è inconsapevole, tanto più sarà esposto a pericoli imprevisti: potrà succedere che non riesca a scansarsi con sufficiente prontezza al passaggio di un’automobile, che durante un’escursione in montagna metta un piede in fallo, oppure ancora che sciando sopravvaluti la propria abilità di affrontare una discesa pericolosa, oppure infine che durante una malattia perda all’improvviso il coraggio di vivere. L’inconscio ha mille strade per mettere fine con sorprendente rapidità a un’esistenza priva di senso.”
✍️C.G. JUNG -Mysterium Coniunctionis.

“L’unio mentalis”, Jung afferma, “significa il trovare l’unità interiore, che noi oggi designiamo come individuazione, era concepito da Dorneus come un’armonizzazione psichica degli opposti…" Egli definisce lo spirito (animus) che nell’unione mentale deve unirsi all’anima, dunque una specie di “finestra sull’eternità” (Leibniz), mentre l’anima rappresenta un organo dello spirito, così come il corpo è, a sua volta, strumento dell’anima. Essa dà vita al corpo mediante un “unio naturalis”, così come da parte sua riceve la vita dallo spirito, “grazie a un’unione soprannaturale” .
✍️JUNG e le filosofie orientali, il libro per conoscere e amare la cultura Yoga, il buddhismo e la meditazione ZEN, il Tao, i mandala e l’ “I CHING” – Barbara Barone – How2 Edizioni.

"Concedere all'Altro lo spazio di ciò che è ed vuole essere"Piero Ferrucci
13/12/2022

"Concedere all'Altro lo spazio di ciò che è ed vuole essere"

Piero Ferrucci

Concedere all’altro lo spazio per essere ciò che è e ciò che vuole essere. Senza circondarlo, neppure nella nostra mente, di giudizi, consigli, pressioni, speranze. Lasciare che sia libero in questo spazio, avere fiducia che possa inventare da sé il proprio destino. Senza questo spazio la gentilezza muore asfissiata. Se lo spazio c’è, può respirare e vivere. Questo è il rispetto che vorremmo ricevere. Questo è il rispetto che possiamo imparare a offrire.

Piero Ferrucci
da: La forza della gentilezza

Indirizzo

Via Luisa Sanfelice, 12
Florence
50133

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