Dott.ssa Barbara Calcinai psicologa e psicoterapeuta Firenze

Dott.ssa Barbara Calcinai psicologa e psicoterapeuta  Firenze Mi occupo di fornire sostegno alle persone che attraversano momenti di difficoltà

ADHD e rabbia: come aiutare tuo figlio a gestire le esplosioni emotiveMolti bambini e ragazzi con ADHD vivono emozioni f...
29/11/2025

ADHD e rabbia: come aiutare tuo figlio a gestire le esplosioni emotive

Molti bambini e ragazzi con ADHD vivono emozioni forti, improvvise e difficili da regolare. Non è maleducazione, non è provocazione: è una difficoltà neurologica reale nel gestire frustrazione, impulsi e cambi di stimolo.

Ecco come i genitori possono intervenire in modo efficace, senza entrare nella spirale delle urla e dei conflitti

1. La prevenzione è più potente dell’intervento

La crisi emotiva si “costruisce” molto prima dell’esplosione.

Riconosci i segnali precoci:
• agitazione crescente
• risposte brusche
• difficoltà a fermarsi
• voce che si alza
• irritabilità improvvisa

Quando li vedi, non aspettare la crisi.
Intervieni prima che la rabbia esploda.

2. Creare un ambiente che riduce il carico emotivo

I bambini con ADHD si sovraccaricano più facilmente.

Aiuta molto:
• ridurre stimoli inutili (rumori, troppi compiti, richieste simultanee)
• routine prevedibili
• transizioni graduali (“Tra 5 minuti spegniamo la TV”)
• dare anticipo sui cambiamenti

Il cervello ADHD soffre le sorprese improvvise.

3. Dare alternative alla rabbia (non solo dire “calmati”)

“Calmati” non è un’istruzione.
La regolazione emotiva va insegnata.

Strategie semplici:
• respirazione 3–3–5 (inspira 3, tieni 3, espira 5)
• stringere una palla antistress
• andare in un posto calmo
• bere un sorso d’acqua
• contare fino a 10 insieme
• peso profondo: abbraccio forte se gradito

Queste tecniche funzionano solo se insegnate quando il bambino è calmo, non in piena crisi.

4. Dare poche parole, tono calmo, messaggi chiari

Durante un’esplosione emotiva il cervello è “offline”.
Troppe parole peggiorano tutto.

Meglio:
• frasi brevi
• voce bassa e lenta
• niente prediche
• un solo messaggio alla volta

Esempio:
• “Sei al sicuro.”
• “Respira con me.”
• “Andiamo di là per calmarci.”

5. Stare accanto, senza controllare troppo

Non serve intervenire in ogni istante.
Serve essere presenti senza invadere.

Puoi dire:
• “Sono qui con te”
• “Quando sei pronto ti aiuto”

La presenza calma è più efficace dell’iper-controllo.

6. Dopo la crisi: connessione, non punizione

Quando la crisi è passata, è il momento più efficace per insegnare.

Il debriefing emotivo:
• chiedi “Cosa ti ha fatto arrabbiare?”
• chiedi “Cosa possiamo provare la prossima volta?”
• proponi una piccola strategia condivisa

L’obiettivo non è colpevolizzare, ma capire e costruire insieme competenze.

7. Ridurre le richieste impossibili

I bambini con ADHD fanno più fatica a:
• aspettare
• rispettare transizioni rapide
• gestire imprevisti
• tollerare frustrazioni

Chiedere troppo → genera inevitabile rabbia.
Semplifica quando puoi: meno cose insieme, step più piccoli, istruzioni più chiare.

8. Rinforzare i micro-progressi

Non aspettare che “vada tutto bene” per elogiare.

Riconosci:
• quando ha chiesto aiuto anziché esplodere
• quando si è fermato prima di urlare
• quando è riuscito a calmarsi più in fretta
• quando ha usato una strategia

Piccoli progressi → grande motivazione.

9. Creare un “piano crisi” familiare

Utile per dare sicurezza a tutti, genitori inclusi.

Può includere:
• cosa fare quando sale la rabbia
• dove andare a calmarsi
• chi interviene e come
• frasi da usare
• regole chiare di sicurezza (non rompere, non colpire)

Il piano va spiegato quando il bambino è sereno, non in un momento di conflitto.

10. Ricordare la cosa più importante

La rabbia nei bambini con ADHD non è cattiva # educazione.
È una difficoltà di regolazione che può migliorare molto con:
• pazienza
• costanza
• strategie chiare
• connessione emotiva

Il genitore non deve “vincere” lo scontro, ma guidare il bambino verso competenze che non ha ancora.
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💼 LOVE BOMBING E DIPENDENZA AFFETTIVA: QUANDO L’INTENSITÀ DIVENTA UN RISCHIOIn molte relazioni, soprattutto all’inizio, ...
29/11/2025

💼 LOVE BOMBING E DIPENDENZA AFFETTIVA: QUANDO L’INTENSITÀ DIVENTA UN RISCHIO

In molte relazioni, soprattutto all’inizio, può accadere di sentirsi travolti da attenzioni, messaggi e gesti affettuosi molto intensi. Quando però questa intensità è eccessiva, improvvisa e non proporzionata alla reale conoscenza, può trattarsi di love bombing, una dinamica manipolatoria che mira a creare legame rapido e dipendenza emotiva.

🔎 Il legame con la dipendenza affettiva
Il love bombing può essere l’innesco di una vera e propria dipendenza affettiva, poiché:
• crea idealizzazione e bisogno costante di conferme,
• indebolisce i confini personali,
• rende difficile distinguere tra amore autentico e manipolazione,
• porta a relazioni sbilanciate, dove si teme di perdere l’altro a ogni costo.

Dopo la fase iniziale di “attenzioni perfette”, spesso seguono distacchi improvvisi, svalutazione e richieste di controllo: un ciclo che alimenta ulteriormente la dipendenza.

💡 Ricorda:
L’amore sano è coerente, rispettoso e graduale.
Non crea confusione, non toglie libertà e non genera paura di perdere l’altro.



📌 Per informazioni e percorsi sulla dipendenza affettiva
Puoi prendere appuntamento con la Dott.ssa Calcinai Barbara, esperta nel metodo DIPENDIAMO®.

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Prendersi cura di sé significa imparare a riconoscere ciò che non è amore. 🌱

📖 “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.”                    ...
28/11/2025

📖 “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.”
Lev Tolstoj
Ogni famiglia è un universo unico, con la propria storia, i propri equilibri e le proprie fatiche. Mille sfumature, qualche segreto, bugie bianche, sotterfugi, sogni e valori.

Non esistono modelli perfetti, ma relazioni che possono essere comprese, trasformate e ricucite.
Nell’approccio sistemico-familiare, si guarda alla famiglia come a un insieme di legami interconnessi: quando uno si trasforma, tutto il sistema si muove.

Per questo motivo, lavorare sulle relazioni familiari significa spesso ritrovare nuove possibilità di comunicazione, ascolto e comprensione reciproca.
✨ Anche nei momenti di crisi può nascere qualcosa di nuovo.

📩 Se senti che nella tua famiglia ci sono dinamiche che pesano o si ripetono, che bloccano e provocano sofferenza, possiamo esplorarle insieme.
studio@barbaracalcinai.it

💔 Dipendenza affettiva e ADHD: quando l’amore non basta davveroDal libro “Quando l’amore non basta” di Barbara Calcinai ...
27/11/2025

💔 Dipendenza affettiva e ADHD: quando l’amore non basta davvero
Dal libro “Quando l’amore non basta” di Barbara Calcinai e Linda Savelli

Chi ha l’ADHD in età adulta vive le emozioni in modo intenso, immediato, difficile da regolare.
Nel nostro libro spieghiamo come questa caratteristica possa trasformarsi, nelle relazioni, in una vulnerabilità che apre la porta alla dipendenza affettiva e alla manipolazione emotiva.

Ecco i punti chiave:

🔹 1. L’iperfocus sulle persone
Le persone con ADHD possono “agganciarsi” emotivamente a chi dà attenzioni, diventando dipendenti dai segnali di affetto.
Questo rende più difficile vedere i campanelli d’allarme di una relazione sbilanciata.

🔹 2. Paura dell’abbandono amplificata
L’ADHD rende i cambi imprevisti più dolorosi.
Una minima distanza dell’altro può far scattare ansia, bisogno di conferme e ricerca continua di rassicurazioni.

🔹 3. Sensibilità al rifiuto (RSD)
Come descriviamo nel libro, chi vive la dipendenza affettiva tende a interpretare ogni critica come una minaccia.
Nell’ADHD, questo è ancora più forte: basta un messaggio non risposto per scatenare dolore e insicurezza.

🔹 4. Confini difficili da mantenere
Il desiderio di evitare conflitti, unito all’impulsività emotiva, porta spesso a cedere troppo.
E quando l’altro utilizza sensi di colpa, silenzi punitivi o vittimismo, il rischio di manipolazione cresce.

🔹 5. Cicli emotivi intensi
Tipici della dipendenza affettiva e dell’ADHD: picchi di idealizzazione → crolli → promesse → ripartenze.
Nel libro spieghiamo come questo ciclo crei una sorta di “dipendenza emotiva” difficile da interrompere.

✨ Il messaggio centrale del libro:
Quando una relazione richiede di sacrificare stabilità, identità o dignità, non è amore: è sopravvivenza emotiva.
E non basta.

🌱 La buona notizia:
Con consapevolezza, supporto e lavoro interiore è possibile spezzare questi schemi, recuperare autonomia emotiva e imparare un modo nuovo di amare — più sano, più reciproco, più libero.

📘 “Quando l’amore non basta” — Barbara Calcinai & Linda Savelli
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Questo testo si propone di affrontare in maniera accessibile a tutti un tema antico come il mondo ma sempre attuale e affascinante: l’amore e i suoi dintorni. Cos’è l’amore romantico? Quando una coppia può giudicarsi felice? I litigi sono sempre il sintomo di una relazione che sta naufragand...

💔 Manipolazione emotiva e dipendenza affettiva: quando l’amore non basta davvero 💔Dal libro “Quando l’amore non basta” d...
27/11/2025

💔 Manipolazione emotiva e dipendenza affettiva: quando l’amore non basta davvero 💔
Dal libro “Quando l’amore non basta” di Barbara Calcinai e Linda Savelli
📘 Acquista il libro qui: 👉 https://amzn.eu/d/2pU5UNi

La dipendenza affettiva e la manipolazione emotiva sono legami che confondono, logorano e tolgono energia. Nel nostro libro raccontiamo cosa accade dentro queste relazioni e cosa serve per uscirne davvero.

Ecco alcuni segnali chiave:

🔹 1. Vivi in funzione dell’altro
Quando il bisogno prende il posto dell’amore, inizi a ridurti pur di non perdere la relazione.

🔹 2. Ti senti responsabile dei suoi stati emotivi
Diventi il “regolatore” dell’altro, mentre i tuoi bisogni si perdono.

🔹 3. I tuoi confini vengono ignorati o svalutati
Impari a tacere per non creare conflitti o sensi di colpa.

🔹 4. Rimani attaccato/a alle promesse
La dipendenza vive di speranze future, non della realtà presente.

🔹 5. Ti senti svuotato/a e confuso/a
La manipolazione erode identità e lucidità, spesso senza che te ne accorga.

✨ Il cuore del libro:
Quando per amare devi annullarti, non è amore: è sopravvivenza emotiva.

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Gestire l’ADHD in classe: approfondimento professionale per docentiDifferenze di intervento tra bambino e adolescenteL’A...
26/11/2025

Gestire l’ADHD in classe: approfondimento professionale per docenti

Differenze di intervento tra bambino e adolescente

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) si manifesta in modo diverso lungo lo sviluppo. Per l’insegnante, riconoscere queste differenze significa adattare la didattica, la relazione e le strategie educative a bisogni che non sono statici, ma che evolvono.

1. ADHD nella scuola primaria (bambino)

Caratteristiche tipiche
• Iperattività evidente: difficoltà a stare seduti, movimenti continui.
• Impulsività marcata: risposte affrettate, difficoltà ad aspettare il turno.
• Attenzione discontinua: il bambino inizia un compito e lo abbandona facilmente.
• Regolazione emotiva immatura: scoppi di rabbia, frustrazione, pianto.
• Difficoltà nell’autoregolazione: gestione limitata di tempo, materiali, routine.

Obiettivi dell’insegnante in questa fascia
• Costruire sicurezza attraverso la prevedibilità.
• Ridurre carico attentivo e frustrazione.
• Insegnare strategie base di autoregolazione.
• Sostenere l’autostima e il senso di competenza.

Strategie operative

✔ Routine e struttura
• Sequenze visive della giornata.
• Regole brevi, esplicite, mostrate con esempi.

✔ Mediatori visivi e strumenti compensativi
• Timer visivi (clessidra/timer digitale).
• Schemi passo-passo per attività complesse.
• Cartelloni per “cosa devo fare adesso”.

✔ Break motori programmati
• Pause brevi ogni 10–15 minuti.
• Compiti che prevedono micro-movimenti (portare il foglio, cancellare la lavagna).

✔ Interventi comportamentali
• Rinforzi immediati, positivi e specifici (“Ottimo, hai aspettato il tuo turno”).
• Token economy con regole semplici e coerenti.

✔ Gestione dei comportamenti difficili
• Prevenzione con segnali discreti (toccare il banco, patti non verbali).
• Angolo della calma strutturato come spazio di regolazione, non punizione.
• Anticipazione di transizioni (cambi d’aula, di attività).

2. ADHD nella scuola secondaria (adolescente)

Caratteristiche tipiche
• Iperattività meno visibile, più agitazione interna, pensieri invadenti.
• Difficoltà esecutive marcate:
• organizzazione del materiale
• gestione dei compiti e del tempo
• pianificazione dello studio
• Maggiore sensibilità al giudizio dei pari.
• Possibili aspetti emotivi: ansia, bassa autostima, oppositività, ritiro.
• Tendenza alla discontinuità scolastica: dimenticanze, consegne mancate, assenze.

Obiettivi dell’insegnante in questa fascia
• Sostenere l’autonomia senza aspettative irrealistiche.
• Rafforzare competenze esecutive e metodo di studio.
• Favorire un clima di fiducia e non giudizio.
• Prevenire isolamento, conflitti e demotivazione.

Strategie operative

✔ Supporto alle funzioni esecutive
• Agenda digitale o cartacea con check giornalieri.
• Mappe concettuali obbligatorie per preparare interrogazioni.
• Schemi pre-strutturati per prendere appunti.
• Pianificazione guidata dei compiti lunghi (progetti, relazioni).

✔ Didattica flessibile e personalizzata
• Verifiche più brevi o suddivise in due momenti.
• Tempi aggiuntivi.
• Possibilità di risposte orali al posto di compiti scritti complessi.
• Uso di strumenti compensativi (PC, mappe, audiolibri).

✔ Relazione educativa evolutiva
• Parlare “con” lo studente, non “sullo” studente.
• Coinvolgere nel definire le strategie che funzionano.
• Dare feedback realistici ma incoraggianti.
• Evitare umiliazioni pubbliche o confronti con i compagni.

✔ Gestione comportamentale
• Contratti educativi condivisi, concordati e non imposti.
• Interventi discreti per evitare l’esposizione.
• Strategie di regolazione emotiva: respirazione, pause brevi, movimento controllato.

3. Differenze chiave tra bambino e adolescente con ADHD

Aspetto Bambino Adolescente
Iperattività Motoria, evidente Interna, mentale
Impulsività Impulsi verbali e motori Impulsività decisionale (scelte rapide, sbagliate)
Autonomia Scarsa, bisogno di guida costante Percepita come maggiore ma fragile
Regolazione emotiva Immatura Più complessa, rischio ansia/irritabilità
Relazione Forte dipendenza dall’adulto Bisogno di riconoscimento dai pari
Motivazione Legata al gioco e ai rinforzi immediati Influenzata da autostima e successo scolastico
Strategie efficaci Struttura, routine, visualizzazione Coaching, flessibilità, pianificazione

Per percorsi individuali, genitori, insegnanti e figli 328 7623328

📍Comprendere il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP): uno sguardo sistemico-relazionale👉Il Disturbo Oppositivo-Provoca...
26/11/2025

📍Comprendere il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP): uno sguardo sistemico-relazionale

👉Il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) è un modo, spesso faticoso, che alcuni bambini mettono in atto per comunicare qualcosa che non riescono a dire efficacemente a parole.

🔍 Secondo il DSM-5-TR, il DOP si manifesta con irritabilità, opposizione costante, provocazioni frequenti e atteggiamenti vendicativi per almeno 6 mesi. Ma, in una prospettiva sistemico-relazionale, questi comportamenti hanno sempre un senso all’interno della storia e delle relazioni del bambino.

💡 Studi recenti (Gómez et al., 2022; Racz et al., 2022; Lopez et al., 2024) mostrano che:

✅alcuni sintomi sono più “centrali” e influenzano gli altri (come irritabilità e litigiosità);

✅esistono diversi profili di DOP, con traiettorie evolutive differenti;

✅un intervento precoce che coinvolga famiglia, scuola e contesto emotivo è fondamentale.


👉 Consigli utili per i genitori

Ecco alcune strategie che possono aiutare i

bambini con comportamenti oppositivi:

✔ Poche regole, chiare e coerenti;

✔ Valorizzare i comportamenti positivi, anche piccoli;

✔ Evitare le lotte di potere;

✔ Aiutare il bambino a dare nome alle sue emozioni;

✔ Creare routine prevedibili;

✔ Lavorare sull’intero sistema familiare;

✔ Costruire un dialogo costante con la scuola e con gli altri contesti educativi

❗ Ricordiamoci: dietro un comportamento oppositivo c’è quasi sempre un’emozione non riconosciuta, un bisogno non espresso o una relazione che chiede attenzione.

Se senti che queste dinamiche risuonano nella tua famiglia, un percorso psicoterapeutico familiare può essere un supporto prezioso.

📞 Per informazioni o per fissare un colloquio:

studio@barbaracalcinai.it

Vivere è più che respirareÈ più che sopravvivere negli stessi gesti, negli stessi percorsi, battendo sempre le stesse st...
25/11/2025

Vivere è più che respirare
È più che sopravvivere negli stessi gesti, negli stessi percorsi, battendo sempre le stesse strade... A volte ci dimentichiamo che la vita non è solo “andare avanti”, ma sentirsi vivi davvero.

Apriti, sii curiosa: di te, degli altri, del mondo.

Riscopri quello sguardo incantato di quando eri bambina, quello capace di stupirsi, di cercare, di credere.
✨ Ogni cambiamento inizia da una nuova prospettiva.
studio@barbaracalcinai.it

💬 Regole e abitudini che aiutano  un adolescente con ADHD”Crescere un adolescente con ADHD può essere meraviglioso… e a ...
25/11/2025

💬 Regole e abitudini che aiutano un adolescente con ADHD”

Crescere un adolescente con ADHD può essere meraviglioso… e a volte davvero impegnativo.
Tra impulsività, disorganizzazione, emotività intensa e fatica nello stare nei tempi, molti genitori finiscono per sentirsi frustrati o “inefficaci”.
La verità? Non è mancanza di volontà: è un cervello che funziona in modo diverso.
E ci sono strategie che fanno una grande differenza. 💛

🌟 1. Meno regole, più chiare
❗️❗️❗️Le regole devo variare con l’età del ragazzo
Gli adolescenti con ADHD non hanno bisogno di “più disciplina”, ma di più chiarezza.
Meglio 3–5 regole semplici e sempre uguali, ad esempio:
• “Il telefono resta fuori dalla camera durante lo studio.”
• “Quando rientri a casa, appoggi il telefono in cucina.”
• “Avvisi se fai tardi.”

La coerenza vale più della severità.

🌱 2. Routine stabili (ma realistiche)

Routine troppo rigide non funzionano. Funzionano quelle brevi e ripetibili:
• 10 minuti per preparare zaino e vestiti la sera
• 15–20 minuti di studio, poi pausa
• Un orario abbastanza fisso per andare a dormire

Il cervello ADHD ha bisogno di prevedibilità, non di perfezione

🎧 3. Rompere il compito in mini-task

“Studia matematica” è enorme.
“Fai 5 esercizi” è possibile.

Il segreto è trasformare i compiti in passaggi piccoli, così il cervello non va in blocco.

🔄 4. Prevedi pause e movimento

Non è pigrizia: è biologia.
Gli adolescenti con ADHD concentrano meglio se si muovono e se hanno pause frequenti.

Pausa = 3–5 minuti, cronometro alla mano.

❤️ 5. Validare prima, correggere dopo

Prima riconosci l’emozione → poi chiedi il comportamento giusto.
Esempio:
“Capisco che sei stanco e frustrato. Ora vediamo insieme come finire questo compito.”

Quando un ragazzo si sente capito, collabora di più.

🧲 6. Usa rinforzi, non ricatti

Il cervello ADHD risponde molto ai rinforzi immediati.
Funziona:
• “Quando finisci lo studio, facciamo una pausa insieme.”
Non funziona:
• “Se prendi un’insufficienza, niente telefono per una settimana.”

🤝 7. Nessun adolescente fa apposta

Né per distrarsi, né per dimenticare, né per arrabbiarsi troppo.
La maggior parte dei comportamenti difficili derivano da:
• fatica nella gestione del tempo
• difficoltà a regolare le emozioni
• scarsa percezione del rischio
• bisogno di stimoli più forti

Ricordarlo aiuta a rispondere con più calma e meno colpa.

🌈 8. Non servono genitori perfetti, ma genitori consistenti

Se oggi va male, domani è un altro giorno.
Ciò che conta è fare il possibile per capire il loro funzionamento e aiutarli a costruire strategie sane.

Gli adolescenti con ADHD non hanno bisogno di genitori “rigidi”:
hanno bisogno di genitori che li vedano veramente.

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🟦 Analisi dell’aggressione di Milano: dinamiche , fattori psicosociali e vulnerabilità educativeL’aggressione avvenuta a...
23/11/2025

🟦 Analisi dell’aggressione di Milano: dinamiche , fattori psicosociali e vulnerabilità educative

L’aggressione avvenuta a Milano, nella quale un giovane di 22 anni è stato brutalmente percosso e accoltellato da cinque ragazzi per una somma di 50 euro, rappresenta un caso emblematico di violenza giovanile multifattoriale.
Al di là dell’impatto mediatico, l’episodio offre elementi di analisi rilevanti sotto il profilo criminologico, psicologico ed educativo.

🔹 1. Profilo dell’agito violento

La dinamica operativa — rapina, pestaggio reiterato, utilizzo di arma da taglio, lesioni gravissime con rischio di paralisi — rientra in una configurazione di violenza esplosiva caratterizzata da:
• impulsività disinibita,
• assenza di controllo inibitorio,
• escalation non modulata,
• cooperazione aggressiva intra-gruppo.

L’azione non appare finalizzata al solo profitto economico (esiguo), bensì correlata a dinamiche di dominanza, ricerca di status e gratificazione immediata tipiche di alcuni gruppi giovanili.

🔹 2. Effetto “branco” e deindividuazione

L’elemento più rilevante è la deindividuazione: un processo attraverso il quale l’identità personale viene assorbita dall’identità del gruppo, riducendo drammaticamente la capacità di:
• valutazione etica delle proprie azioni,
• percezione del rischio,
• empatia verso la vittima,
• responsabilità individuale.

In contesti di gruppo coeso, caratterizzati da ruoli complementari (leader, gregari, “istigatori”, osservatori attivi), l’azione criminale diventa un’impresa collettiva, più che un gesto individuale.

🔹 3. Insufficienza empatica e desensibilizzazione alla sofferenza

Le intercettazioni successive all’aggressione evidenziano:
• derisione della vittima,
• assenza di rimorso,
• compiacimento del danno inferto,
• narrazioni autocelebrative dell’atto violento.

Tale pattern è compatibile con una desensibilizzazione emotiva tipica di adolescenti esposti a:
• modelli violenti normalizzati (media, social),
• relazioni digitali prive di risonanza emotiva,
• deficit nella costruzione della mentalizzazione (capacità di rappresentare gli stati mentali altrui).

🔹 4. Identità fragile, insicurezza e modelli di compensazione

Molti dei soggetti coinvolti presentano storie scolastiche segnate da:
• insuccessi ripetuti,
• discontinuità formativa,
• scarsa autostima,
• povertà di competenze socio-emotive.

Tali elementi formano il terreno per processi di compensazione devianti, dove la violenza diventa uno strumento per:
• affermare un’identità altrimenti fragile,
• ottenere riconoscimento interno al gruppo,
• sentirsi temporaneamente potenti o rilevanti.

🔹 5. Fattori educativi e familiari

Le informazioni disponibili mostrano che i soggetti provengono da famiglie:
• prive di elementi patologici evidenti,
• socio-economicamente integrate,
• culturalmente medie.

Ciò suggerisce che la disfunzionalità non coincide con la marginalità.

La letteratura evidenzia come anche in contesti “normativi” possano svilupparsi deficit educativi quali:
• assenza di confini chiari,
• sovra-protezione o deresponsabilizzazione,
• scarsa supervisione delle frequentazioni,
• minimizzazione dei comportamenti problematici,
• delega educativa eccessiva alle agenzie esterne.

Non si tratta di “cattive famiglie”, ma di famiglie non attrezzate a gestire comportamenti rischiosi in epoca di iperconnessione, modelli aggressivi e identità giovanili instabili.

🔹 6. Cultura della performance sociale e necessità di visibilità

Il gruppo appare influenzato da una logica di esibizione, dove l’agito violento costituisce un “evento” da raccontare o condividere.
Questo è coerente con:
• fenomeni di narcisismo collettivo,
• ricerca di adrenalina,
• logiche di appartenenza,
• distorsione del concetto di “coraggio”,
• spostamento del confine tra “rischio” e “lesione reale”.

La violenza assume così un valore identitario più che strumentale.

Il caso di Milano non è un’anomalia isolata, ma un esempio paradigmatico di come fattori sociali, psicologici, relazionali e culturali possano convergere generando comportamenti estremamente violenti anche in contesti apparentemente normativi.

L’analisi del fenomeno richiede interventi integrati su:
• educazione alle competenze emotive,
• prevenzione della violenza di gruppo,
• rafforzamento delle funzioni genitoriali,
• monitoraggio delle dinamiche tra pari,
• contenimento degli spazi digitali devianti,
• promozione del rispetto della persona e delle differenze.

Comprendere queste dinamiche è essenziale per costruire strategie efficaci di prevenzione della devianza giovanile e per intervenire prima che l’aggressività si trasformi in violenza irreparabile.

📘 PDP per studenti con ADHD: perché è importante e cosa può prevedereSempre più genitori scoprono che il proprio bambino...
23/11/2025

📘 PDP per studenti con ADHD: perché è importante e cosa può prevedere

Sempre più genitori scoprono che il proprio bambino ha ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) e si chiedono: “A scuola cosa si può fare concretamente?”
Una risposta fondamentale è il PDP – Piano Didattico Personalizzato.

Il PDP non è un favore: è uno strumento che permette allo studente di apprendere in modo più efficace e sereno, rispettando le sue caratteristiche.

✨ Perché un PDP per l’ADHD è utile?

Perché aiuta la scuola a:

✔ organizzare attività su tempi più brevi
✔ evitare sovraccarichi cognitivi
✔ migliorare attenzione e partecipazione
✔ gestire l’impulsività con strategie educative mirate
✔ valorizzare le risorse del bambino
✔ prevenire frustrazione e demotivazione

📌 Cosa può contenere un PDP per ADHD

Esempi di misure e strategie:

🔹 Tempi aggiuntivi nelle verifiche
🔹 Suddivisione dei compiti in piccoli step
🔹 Uso di timer visivi o schemi
🔹 Riduzione del carico scritto
🔹 Valutazioni più orientate all’orale
🔹 Ambienti con meno distrazioni
🔹 Pausa attiva programmata
🔹 Verifiche più brevi ma frequenti
🔹 Rinforzi positivi mirati alla motivazione
🔹 Regole chiare e scritte alla vista del bambino

📑 Serve la 104 per avere un PDP?

❌ No.
Per l’ADHD il PDP può essere attivato come BES (Bisogno Educativo Speciale) anche senza certificazione 104.

È sufficiente una relazione clinica o una richiesta motivata del consiglio di classe.

🌱 Messaggio ai genitori

Il PDP non “giustifica” il bambino:
lo tutela, lo supporta e gli permette di mostrare davvero le sue capacità.
È un diritto, non un privilegio.

Per informazioni e appuntamenti 328 7623328

🌟 Genitori di bambini con ADHD: strategie semplici per la vita quotidiana Essere genitori di un bambino con ADHD può ess...
23/11/2025

🌟 Genitori di bambini con ADHD: strategie semplici per la vita quotidiana

Essere genitori di un bambino con ADHD può essere intenso. Tra energia, impulsività, difficoltà di attenzione e emozioni forti, è normale sentirsi stanchi o in dubbio su cosa fare.
La buona notizia? Ci sono strategie pratiche che possono alleggerire le giornate e migliorare il benessere di tutta la famiglia.

✨ Strategie utili per ogni giorno:

👉 Routine chiare e visive
Calendari, timer e checklist danno struttura e riducono lo stress.

👉 Istruzioni brevi e semplici
Una cosa alla volta, detta con calma.

👉 Tanto rinforzo positivo
Un complimento subito dopo un comportamento adeguato vale più di mille punizioni.

👉 Pause di movimento
Brevi break per scaricare energia migliorano attenzione e collaborazione.

👉 Poche regole, ma chiare e coerenti
Aiutano a costruire sicurezza e autocontrollo.

👉 Ambienti ordinati e prevedibili
Meno distrazioni = più serenità.

💡 Perché il parental training è fondamentale?
Perché non serve solo al bambino… ma a tutta la famiglia.
Il parental training offre strumenti concreti per:
✔ gestire meglio i comportamenti difficili
✔ comunicare in modo più efficace
✔ sostenere l’autostima del bambino
✔ creare un clima più sereno a casa
✔ collaborare meglio con la scuola e gli specialisti

Per informazioni sui percorsi
associazioneloschiccodigrano@gmail.com

Indirizzo

Via Del Ponte Di Mezzo 1
Florence
50127

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 19:00

Telefono

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Chi sono

Sono Barbara Calcinai, una psicologa iscritta all’Albo (Numero di iscrizione all‘ Albo 7987) della Regione Toscana .

Iscritta al terzo anno della scuola di Terapia Familiare

A chi mi rivolgo

🔴All’individuo🔴