30/09/2023
La figura dell'"assistente materna" esiste già.
Si chiama ostetrica.
O meglio.
Questa figura sanitaria e professionale che si chiama "ostetrica", e che è vecchia come i dinosauri, si occupa anche di assistenza materna.
Ce ne occupiamo tutti i giorni.
E tutte le notti.
Ce ne occupiamo con coscienza e scienza.
Ce ne occupiamo non occupando il ruolo materno.
Ma sostenendo, informando, supportando, incitando, placando, amando e rispettando tutte le donne, i neonati e le famiglie che incontriamo.
Siamo state formate per questo.
Ma non basta.
Perché l'ostetricia è una fede, una chiamata.
E quindi non ci limitiamo ad assistere la donna.
Noi stiamo con loro.
Sostiamo con loro.
Stiamo accanto.
E dedichiamo i nostri weekend per farlo al meglio.
Spediamo un patrimonio che manco abbiamo per accedere alle migliori formazioni.
Stiamo ore al telefono tra colleghe per trovare la quadra a situazioni che di quadra ne hanno poca.
Litighiamo con la famiglia, con i compagni, con i figli e con gli amici perché abbiamo sempre qualcuno cui rispondere, che sia domenica, Pasqua o il nostro compleanno.
Il nostro lavoro è fatto di scienza e sacrificio.
Inteso come sacro ufficio.
Non interferiamo.
Non idealizziamo.
Ma con occhi attenti e mani sapienti conteniamo e orientiamo.
Creiamo salute.
Mettendo al centro chi ci deve stare.
Assistiamo.
Madre.
Neonati.
Padri.
E chiunque gli stia attorno.
Siamo tante ed una sola.
Professionali.
Professioniste.
Siamo dentro reti multiprofessionali.
Silenziose.
Competenti.
Pronte.
Indomite.
Intelligenti.
Siamo il mestiere più antico del mondo.
E assistiamo in modo unico e irriproducibile.
Perché globale.
Non spezzettando le donne.
Ma mantenendole integre.
Fisicamente, emotivamente e socialmente.
E il giorno della nostra laurea abbiamo giurato di prestare assistenza alle madri, alle donne, alle famiglie e alla società.
Quindi siamo noi quella figura che state creando.
Una figura invisibile alla società perché un po' scomoda, diciamocelo.
Ma siamo noi.
E lo saremo sempre.
Fortificate la nostra formazione.
Fortificate i servizi già esistenti e createne di nuovi a misura di famiglia.
Concedeteci un dialogo con i piani alti.
Dateci la possibilità di raccontarvi cosa vediamo tutti i giorni in ospedale o nelle case.
Ascoltate cosa sentiamo dalle madri.
Perché siamo ostetriche.
E questo facciamo.
E non siamo disposte a cedere a nessuno questo ruolo.
Basta.
Non per prepotenza, per paura o per permalosità.
Ma perché conosciamo il nostro valore.
E non molliamo.
E non ci spostiamo.
Quindi.
L'"assistente alla madre" si chiama ostetrica.
Anzi, l’assistente alla madre CHIAMATELA OSTETRICA!
Ostetrica Valentina Baglioni